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La storia e la diffusione della malaria di origine professionale

La storia e la diffusione della malaria di origine professionale

L’Inail si sofferma sulla malaria di origine professionale ripercorrendo tutti gli aspetti della malattia: dalle origini alla evoluzione dell’agente eziologico, dalla nascita delle prime norme alla sua ammissione a tutela Inail. I dati e la diffusione.


Roma, 12 Mag – La malaria è, ancora oggi, una delle malattie infettive più diffuse nel mondo. E “nelle aree tropicali e subtropicali rappresenta una delle prime cause di morbosità e mortalità”.

Nel 2023 “si sono verificati circa 263 milioni di casi di malaria in 85 paesi endemici (compreso il territorio della Guyana francese), con un aumento di 11 milioni di casi rispetto all’anno precedente”. Mentre tra il 2000 e il 2023 “si sono verificati circa 2,2 miliardi di casi e 12,7 milioni di decessi per malaria”.

 

A ricordarlo è la prefazione di una recente pubblicazione realizzata dalla Sovrintendenza Sanitaria Centrale dell’ Inail, una struttura responsabile del governo complessivo delle attività sanitarie dell’Istituto.

 

Con il documento “Malaria di origine professionale: un secolo di tutela Inail” – a cura di Chiara Maurilli, Andrea Mele e Patrizio Rossi (Inail, Sovrintendenza sanitaria centrale) e Valentina Neri (Inail, Direzione regionale Lazio) - si racconta anche la nascita dell’Inail, “con la collocazione della malaria tra gli eventi infortunistici solo attraverso un lungo iter dottrinario e giuridico”.

 

 

Lo scopo di questo lavoro - indica sempre la prefazione del documento - è quello di “ripercorrere tutti gli aspetti della malaria, dalle origini alla evoluzione dell’agente eziologico, dalla nascita delle prime leggi alla sua ammissione a tutela Inail, fino ad analizzare la casistica Inail dell’ultimo trentennio, focalizzando tutti gli elementi necessari per una appropriata istruttoria medico-legale”.

 

Nell’articolo di presentazione del documento affrontiamo i seguenti argomenti:



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La malaria di origine professionale: aspetti clinici e sintomatologia

Il documento ricorda che la malaria è una malattia infettiva “causata da un parassita, il Plasmodio, di cui si conoscono quattro specie, con origini e storia evolutiva molto antica”.

 

Si indica poi che il periodo di incubazione della malaria, malattia che “ha condizionato la storia e l’evoluzione di molti Paesi nel mondo”, varia a seconda della specificità del parassita infettante”. I sintomi “compaiono dopo un periodo variabile tra i 9 giorni e un mese o più. In particolare:

  • P.falciparum da 9 a 14 giorni
  • P.vivax da 12 a 17 giorni
  • P.ovale da 16 a 18 giorni
  • P.malariae da circa un mese o più (anni)”.

 

Si ricorda che generalmente i sintomi “consistono in febbre con brividi scuotenti, cefalea, vomito, diarrea, sudorazione, splenomegalia, epatomegalia, anemia, ittero”. E si segnala che il “parossismo malarico (febbre con brividi) è determinato dall’emolisi dei globuli rossi infettati dai merozoiti che vengono distrutti, cui segue la sintomatologia specifica a seconda del tipo di specie: il parossismo malarico si verifica tipicamente ogni 2-3 giorni a seconda del parassita infettante”.

 

Rimandiamo alla lettura del documento, che riporta altre indicazioni sugli aspetti clinici della malaria, e alla visione di un’immagine del documento (fonte: WHO) che riporta più nel dettaglio i sintomi sistemici della malaria.

 

La malaria di origine professionale: dati e infezioni contratte all’estero

Riguardo all’Italia si segnala che il problema della malaria di importazione si è presentato in Italia alla fine degli anni ’70, infatti “fino ad allora il numero di casi era sempre stato inferiore a 50 casi/anno”. E dal 1976 ci fu un incremento raggiungendo, nel 1978, “un picco di 243 casi/anno, a causa del notevole afflusso di profughi provenienti in gran parte dal Sud-Est asiatico”.

In Italia il numero dei casi notificati “è stato in costante aumento fino al 1999, con una lieve flessione nel 2000. A determinare questo andamento è stato il crescente volume di traffico di passeggeri intercontinentali, sia della popolazione italiana che si spostava per turismo o per lavoro, sia della sempre più numerosa quota di immigrati che periodicamente rientravano per un breve soggiorno nel loro Paese di origine” (ISS Prevenzione e controllo della malaria d’importazione in Italia. 2001, ii, 38 p. Rapporti ISTISAN 01/29).

 

Nel documento sono poi analizzati gli eventi denunciati e riconosciuti da causa lavorativa, occorsi nel periodo 1994-2024, tutti casi che sono stati trattati, in linea con l’orientamento presentato anche nel documento, “come infortuni (malattie-infortuni)”.

 

L’analisi ha rilevato “232 casi totali, tutti da infezione contratta all’estero.  Si è evidenziata un’alta incidenza di casi nel biennio 2006-2007”.

 

Nel documento sono presenti vari grafici da cui emerge una netta prevalenza del genere maschile – “219 maschi (94%) e 13 femmine (6%)” – e una maggiore diffusione degli infortunati nel Nord Italia: “presenza di 117 casi al Nord (con 39 casi nel Veneto), 68 casi al Centro (con 51 casi nel Lazio) e 47 casi al Sud (con 18 in Sicilia)”.

 

Riguardo poi alla mansione lavorativa svolta, “la categoria maggiormente rappresentata è quelle professioni tecniche (secondo la nomenclatura e classificazione delle unità professionali della consulenza statistico attuariale)”. Ed è stato appurato che “le infezioni sono state contratte all’estero in zone endemiche ad alto rischio, tranne un caso autoctono”.

 

Gli autori riportano, a titolo esemplificativo, anche “due casi di particolare interesse”:

  • “il primo caso riguarda una infezione di malaria autoctona attribuita alla probabile presenza di zanzara anofele in uno pneumatico, verificatasi in un lavoratore con mansione di Technical Training Manager che aveva lavorato presso una ditta di pneumatici in Italia, con anamnesi negativa per viaggi all’estero e trasfusioni. Il lavoratore veniva ricoverato con diagnosi di grave forma di malaria cerebrale con conseguenti gravi esiti neurologici fino al decesso”;
  • il secondo è un caso di recente riscontro (dicembre 2023) “che ha suscitato grande risonanza mediatica a causa di una non tempestiva diagnosi con conseguente e rapido aggravamento clinico che ha portato a decesso un lavoratore, operaio tecnico del montaggio elettronico in trasferta in Camerun e rientrato in Italia una settimana prima”.

 

L’indice del documento Inail

Riportiamo, in conclusione, l’indice del documento “Malaria di origine professionale: un secolo di tutela Inail”.

 

PREFAZIONE

 

  • LA MALARIA TRA STORIA E LEGGENDA
  • TAPPE STORICHE DELLA MALARIOLOGIA
  • SCOPERTA DEL PLASMODIO
  • IL NOBEL DELLA DISCORDIA
  • CICLO DEL PLASMODIO
  • CLINICA DELLA MALARIA
  • LOTTA ALLA MALARIA E NASCITA DEGLI ISTITUTI DI RICERCA
  • LE OPERE DI BONIFICA IN ITALIA
  • ANDAMENTO EPIDEMIOLOGICO NEGLI ANNI
  • ITER LEGISLATIVO E GIURIDICO IN ITALIA
  • TUTELA INAIL: INFORTUNIO O MALATTIA PROFESSIONALE? IL DIBATTITO DOTTRINARIO
  • LE CIRCOLARI INAIL SULLA TUTELA DELLA MALARIA COME MALATTIA-INFORTUNIO
  • L’ISTRUTTORIA MEDICO-LEGALE NELLE MALATTIE-INFORTUNIO E NELLA MALARIA
  • CASISTICA INAIL

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

 

 

RTM

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Sovrintendenza Sanitaria Centrale, “ Malaria di origine professionale: un secolo di tutela Inail”, a cura di Chiara Maurilli, Andrea Mele e Patrizio Rossi (Inail, Sovrintendenza sanitaria centrale) e Valentina Neri (Inail, Direzione regionale Lazio) –- edizione 2025 (formato PDF, 2.03 MB).

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ La malaria di origine professionale: le informazioni e le tutele”.

 



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