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Due milioni di morti sul lavoro ogni anno
In occasione del Congresso mondiale sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro che si sta svolgendo a Vienna e si concluderà il prossimo 31 maggio, l'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro dipendente dall'ONU) ha diffuso i dati relativi agli incidenti e ai decessi registrati sul lavoro a livello mondiale.
Ogni anno circa due milioni di persone perdono la vita sul lavoro e 12 mila di queste sono bambini.
L'incidenza delle vittime è maggiore nei paesi in via di sviluppo, dove le misure di prevenzione sono pressocchè inesistenti, ma la conoscenza sulle modalità di precauzione da seguire per evitare malattie ed incidenti, pare ancora carente in tutto il mondo.
Circa il 50% degli infortuni, dei decessi e delle malattie professionali è legata al settore agricolo, che occupa il 50% della manodopera mondiale.
In base ai dati forniti la principale causa di morte è il cancro, responsabile di 640mila decessi, seguito da malattie circolatorie (23%), malattie infettive (17 %) e malattie di origine respiratoria (7%).
Tra le cause di morte compare anche un nuovo fattore precedentemente non valutato: il fumo passivo, responsabile del 2,8 % dei casi di cancro sul lavoro.
Sono, invece, circa 270 milioni i casi di infortunio sul lavoro registrati ogni anno nel mondo, mentre 160 milioni di persone sono colpite da una delle malattie professionali riconosciute.
Secondo l'Ilo non solo il costo umano, ma anche il costo economico di queste vittime è altissimo.
Per rimborsare le spese mediche ed assicurative, erogare i sussidi di invalidità e coprire i costi di riabilitazione, si spende circa il 4% del Pil mondiale: un importo superiore al valore degli aiuti umanitari forniti ogni anno ai paesi in via di sviluppo.
Ogni anno circa due milioni di persone perdono la vita sul lavoro e 12 mila di queste sono bambini.
L'incidenza delle vittime è maggiore nei paesi in via di sviluppo, dove le misure di prevenzione sono pressocchè inesistenti, ma la conoscenza sulle modalità di precauzione da seguire per evitare malattie ed incidenti, pare ancora carente in tutto il mondo.
Circa il 50% degli infortuni, dei decessi e delle malattie professionali è legata al settore agricolo, che occupa il 50% della manodopera mondiale.
In base ai dati forniti la principale causa di morte è il cancro, responsabile di 640mila decessi, seguito da malattie circolatorie (23%), malattie infettive (17 %) e malattie di origine respiratoria (7%).
Tra le cause di morte compare anche un nuovo fattore precedentemente non valutato: il fumo passivo, responsabile del 2,8 % dei casi di cancro sul lavoro.
Sono, invece, circa 270 milioni i casi di infortunio sul lavoro registrati ogni anno nel mondo, mentre 160 milioni di persone sono colpite da una delle malattie professionali riconosciute.
Secondo l'Ilo non solo il costo umano, ma anche il costo economico di queste vittime è altissimo.
Per rimborsare le spese mediche ed assicurative, erogare i sussidi di invalidità e coprire i costi di riabilitazione, si spende circa il 4% del Pil mondiale: un importo superiore al valore degli aiuti umanitari forniti ogni anno ai paesi in via di sviluppo.
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