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Memoria, tra realtà e fantasia
Quando recuperiamo un'informazione dalla memoria occorre considerare che il nostro cervello non è strutturato per riconoscere la differenza tra un'esperienza veramente accaduta e un'esperienza immaginata. In altri termini non c'è nessuna area neuronale specificatamente adibita a registrare i ricordi di fatti veramente accaduti o immaginati.
Questo fatto acquista una significativa importanza quando si tenta di ricostruire un incidente o un infortunio, in specie se lo stesso è accaduto all'interno di una situazione ordinaria.
Per fare un esempio proviamo a pensare a ieri mattina. Certamente un fatto che è accaduto è l’essersi alzati dal letto, questo fatto è stato registrato nella memoria a lungo termine e può essere facilmente recuperato. Successivamente, con tutta probabilità perché si tratta di un prodotto che c'è in casa e di un gesto facilmente agito ogni mattina, ci siamo fatti un caffè.
Nella misura in cui si cerca di ricordare come è andata ieri mattina, entrambi questi gesti (alzarsi dal letto e farsi un caffè) appaiono nella memoria sullo stesso piano: entrambi reali. Ma mentre il primo è certamente accaduto, altrimenti saremo rimasti a letto tutto il giorno, quale certezza c'è che il secondo sia veramente accaduto o che recuperiamo questo ricordo perché plausibile, ordinario, ma forse non avvenuto proprio ieri mattina?
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È proprio l'ordinarietà, l'abitudinarietà e la consequenzialità dei due gesti ce li fanno apparire, nella nostra memoria, come entrambi reali al punto che saremmo disposti a testimoniare che è andata proprio così. Perché solitamente così accade.
In fondo la differenza tra questi due ricordi è molto sottile, ma può essere recuperata cercando di rintracciare le singole tracce sensoriali, provando a localizzare ricordi all'interno del campo visivo (ad esempio di che colore e dove era la tazzina di caffè) o provando a ricordare i suoni associati ai due diversi ricordi.
Si tratta di un percorso molto delicato, ma che a volte può essere utile conoscere per comprendere le dinamiche di un evento quando esse appaiono diverse da quello che la memoria riesce a ricordare.
Ancora una volta, come abbiamo avuto occasione di scrivere (Zuliani e Santoro, 2019) la modalità con la quale si conduce un'indagine è decisiva per far emergere quello che è veramente accaduto; si tratta di piccole attenzioni relazionali e tecniche possono essere apprese per migliorare la nostra capacità di comprendere e di aiutare gli altri a ricordare ciò che è accaduto.
Wilma Dalsaso
Fonte: PDE, n. 55
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