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Le mansioni e i comparti esposti al rischio da movimenti ripetuti

Le mansioni e i comparti esposti al rischio da movimenti ripetuti
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Movimenti ripetitivi e sovraccarico

05/02/2014

Le più diffuse patologie muscolo-scheletriche, al rachide e agli arti superiori, in Friuli Venezia Giulia. Le figure professionali e i comparti maggiormente a rischio e il valore di “checklist OCRA intrinseco” di alcune mansioni.

Le mansioni e i comparti esposti al rischio da movimenti ripetuti

Le più diffuse patologie muscolo-scheletriche, al rachide e agli arti superiori, in Friuli Venezia Giulia. Le figure professionali e i comparti maggiormente a rischio e il valore di “checklist OCRA intrinseco” di alcune mansioni.

Brescia, 5 Feb – Più volte nei nostri articoli abbiamo segnalato come spesso i rischi correlati ai movimenti ripetuti e al  sovraccarico biomeccanico non siano sufficientemente conosciuti e idoneamente valutati nelle aziende italiane, specialmente in quelle di piccole dimensioni.
Per questo motivo presentiamo spesso documenti su questo tema, anche documenti non recenti, ma in grado comunque di tracciare un quadro delle attività di lavoro dove questi rischi sono più diffusi.

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In particolare ci soffermiamo oggi su un intervento dal titolo “Il rischio da movimenti ripetuti in alcune imprese del Friuli Venezia Giulia”, a cura di L. De Filippo e M. A. Gogliettino (INAIL - Direzione Regionale Friuli Venezia Giulia - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione – CONTARP), pubblicato sul sito di EPM (Unità di Ricerca - Ergonomia della Postura e del Movimento).
 
Il documento ricorda che le malattie professionali da sovraccarico biomeccanico, che fino al 2008 rientravano tra le malattie non tabellate, “negli anni hanno assunto un ruolo sempre più importante nell’ambito della totalità delle malattie professionali riconosciute dall’INAIL”.
 
Riguardo in particolare alla casistica delle patologie muscolo-scheletriche in Friuli Venezia Giulia e ad alcuni dati relativi al periodo dal 2000 al 2008, “risulta evidente che le patologie al rachide insorgono maggiormente negli uomini, che più facilmente sono impiegati nei lavori cosiddetti pesanti (facchinaggio, conduzione mezzi di trasporto e mezzi semoventi, ecc.), mentre le patologie agli arti superiori, tra cui la sindrome del tunnel carpale, le neuropatie periferiche e le tendiniti affliggono maggiormente le donne, che, sovente, sono impegnate in lavori ripetitivi di alta precisione e/o richiedenti una manualità di tipo più fine”.
 
In particolare le mansioni o figure professionali maggiormente a rischio sono:
- “per gli arti superiori la mansione generica di operatore (con utilizzo o meno di strumenti e utensili) ovvero operaio addetto a varie postazioni fisse, in linea e non, nell’industria e nell’artigianato;
- per il rachide le mansioni di infermiere/assistente sanitario, facchino/magazziniere e autista”.
E le mansioni “tipiche dell’edilizia, cioè muratore, imbianchino, pittore-decoratore sono a rischio sia per il rachide che per gli arti superiori”.
Inoltre ulteriori mansioni a rischio, sebbene con un numero di casi nettamente inferiore, e sempre per il periodo 2000-2008, sono:
- “per gli arti superiori, parrucchiere, assemblatore, meccanico, tappezziere, falegname, cuoco, montatore;
- per il rachide, impiegato postale e impiegato nei laboratori tecnici”.
Se poi si va ad analizzare nel dettaglio i comparti che maggiormente soffrono la presenza di questo tipo di malattie “si riscontra che i settori produttivi con il maggior numero di casi definiti positivamente ricadono nei servizi, nella sanità, nell’industria del legno, nella metalmeccanica e nelle costruzioni”. In particolare emerge il dato del comparto “servizi” che comprende al suo interno “i servizi alberghieri, la ristorazione, i servizi di pulizia e i servizi di carico-scarico e facchinaggio, tutti settori connotati dalla presenza di rischi per gli arti superiori e per il rachide. Nel comparto ‘sanità’, invece, si riscontrano numerosi casi di danni al rachide da movimentazione manuale dei pazienti sia in ambito ospedaliero che in quello socio-assistenziale”. E nel settore “costruzioni” sono presenti “sia i rischi per il rachide che quegli per gli arti superiori”.
 
L’intervento si sofferma anche sul ruolo della CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) che “viene coinvolta nella definizione tecnica dei casi singoli, cioè nella valutazione della reale esposizione a rischio specifico” e vengono presentati alcuni casi specifici con una esposizione al rischio da movimenti ripetuti.
 
Questi i casi presentati:
- produzione di sedie e poltrone in legno;
- produzione di lampade e sistemi di illuminazione per interni;
- produzione di manufatti in legno per c/terzi (componenti di sedie in legno);
- verniciatura ed assemblaggio di elementi di auto e moto in plastica e metallo c/terzi (cruscotti, carene, telai, ecc.).
 
A titolo esemplificativo riportiamo alcune indicazioni relative alla produzione di lampade e sistemi di illuminazione per interni:
 
- addetto all’inserimento terminali: “l’addetto inserisce manualmente dei terminali sui cavi precedentemente tagliati. La mano destra tiene il fascio dei cavi mentre la mano sinistra prende via via il singolo terminale e lo incastra sul cavo”. Il commento: “gli elementi di rischio per le mani sono l’elevata frequenza delle azioni, la presa in pinch costante e l’elevata stereotipia. Non viene riferito uso di forza e non sono presenti fattori complementari;
- addetto all’inserimento spine: “l’addetto inserisce manualmente delle spine sui cavi unendo due diversi componenti in plastica. Entrambe le mani sono impegnate nelle operazioni di assemblaggio delle spine. La mano destra recupera man mano i componenti mentre la sinistra tiene l’estremità del cavo e aiuta nell’operazione di incastro”. Il commento: “gli elementi di rischio per le mani sono l’elevata frequenza delle azioni, la presa in pinch costante e l’elevata stereotipia. Non viene riferito uso di forza e non sono presenti fattori complementari”;
- addetto al confezionamento: “l’addetto arrotola i cavetti finiti con la mano destra e li confeziona in singoli sacchettini di plastica trasparente, che ripone a lato”. Il commento: “gli elementi di rischio per le mani sono l’elevata frequenza delle azioni, la presa in pinch costante e l’elevata stereotipia (per la brevità del ciclo osservato). Il gomito sinistro compie prono-supinazioni durante l’avvolgimento del cavetto. Non viene riferito uso di forza e non sono presenti fattori complementari;
- addetto alla chiusura delle confezioni: “l’addetto ripiega il bordo del sacchetto di plastica e lo richiude con una spillatrice (mano dx)”. Il commento: “gli elementi di rischio per le mani sono l’elevata frequenza delle azioni, la presa in pinch costante e l’elevata stereotipia (per la brevità del ciclo osservato). Il gomito destro compie prono-supinazioni durante la spillatura. Non viene riferito uso di forza e non sono presenti fattori complementari”.
 
Ricordiamo, per concludere, che per ogni attività analizzata viene fornito il valore di “checklist OCRA intrinseco”.
 
 
“ Il rischio da movimenti ripetuti in alcune imprese del Friuli Venezia Giulia”, a cura di L. De Filippo e M. A. Gogliettino - INAIL - Direzione Regionale Friuli Venezia Giulia - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione – CONTARP (formato PDF, 330 kB).
 
 
 
RTM
 
 

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Rispondi Autore: Adrenocromo immagine like - likes: 0
06/02/2014 (06:30:54)
Scusate sono un neofita della materia e non ho capito una cosa: ho fatto delle valutazioni sulla MMC e mi da rischio alto. Non riesco ad abbassare questo rischio. Cosa succede?
Rispondi Autore: luigi bognolo immagine like - likes: 0
09/02/2014 (14:58:28)
scusate, su questo tema avete notizie sulla categoria di chi quida mezzi di tpl
grazie

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