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Il rischio di sovraccarico biomeccanico nel comparto tessile

Il rischio di sovraccarico biomeccanico nel comparto tessile
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Movimenti ripetitivi e sovraccarico

02/09/2013

I rischi da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in attività di confezione in serie di abbigliamento esterno, di fabbricazione di articoli di calzetteria a maglia e di fabbricazione di pullover, cardigan e altri articoli simili a maglia.

Il rischio di sovraccarico biomeccanico nel comparto tessile

I rischi da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in attività di confezione in serie di abbigliamento esterno, di fabbricazione di articoli di calzetteria a maglia e di fabbricazione di pullover, cardigan e altri articoli simili a maglia.

Roma, 02 Set – I problemi correlati ai disturbi muscolo-scheletrici (DMS) - il problema sanitario lavorativo ormai più diffuso in Europa - riguardano molti ambiti professionali.
Alcuni comparti risultano tuttavia più esposti di altri, ad esempio il settore tessile. A tal punto che il  Premio Buone Pratiche istituito dall’ Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha premiato nel 2008 un progetto tedesco per lo sviluppo di una postazione di lavoro ergonomica per operatori di sartoria.
 
Per parlare di prevenzione dei rischi da  sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nel comparto tessile possiamo far riferimento al contenuto della monografia  Inail “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura”.
Ricordiamo che tali schede, che vi invitiamo  a leggere integralmente, non sono uno strumento “fai da te” per la  valutazione del rischio da sovraccarico. E i dati contenuti nelle schede non sostituiscono comunque l’osservazione diretta delle lavorazioni svolte e la consultazione dei lavoratori sulle prassi di lavoro.

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Scheda 26 – Confezione in serie di abbigliamento esterno - Modellista - Taglio
La mansione di modellista “prevede la preparazione di modelli in cartone per i campionari. L’operatore prima disegna a penna o a matita, partendo da un figurino, il modello su cartone di varie misure di spessore. Dopo aver disegnato il modello, lo ritaglia lungo il bordo usando apposite forbici da sarto. Ogni parte del modello realizzata su cartoncino viene bucata, con apposito strumento, in parti prestabilite, esercitando una pressione con la mano”.
In questo caso è stata considerata l’azione di taglio, osservata in un’azienda di confezionamento in serie di abbigliamento e con forbici da sartoria che pesano 600 g.
Tra i fattori di rischio sono segnalati la frequenza (“il compito in esame comporta l’effettuazione di movimenti con frequenza elevata del braccio che tiene le forbici; l’altro arto mantiene il cartone in presa statica. Stereotipia elevata a carico dell’arto dx”), la forza (“di grado moderato nel sollevare e maneggiare le forbici”), le posture (“la mano che tiene le forbici è in pinch per tutta la durata del taglio”) e i fattori complementari (“sono necessari movimenti fini delle dita che garantiscano la precisione della cucitura”).
 
In questa attività siamo dunque di fronte ad un rischio elevato, solo per l’arto destro, a partire da attività di 8 ore (e medio a partire già da 4 ore).
 
A livello di prevenzione la scheda indica che è possibile “agire sulle attrezzature di lavoro e sui tempi di adibizione alla mansione. Si dovrebbero adottare bucatrici automatiche e forbici con impugnatura ergonomica, superfici di taglio maggiori e peso minore. La preparazione dei modelli, prevedendo anche altre fasi, potrebbe comportare dei momenti di interruzione per lo svolgimento di altri compiti (disegnare e accoppiare i modelli, preparare le schede tecniche, segnare le varie taglie, controllare lo sviluppo della taglia), per cui non si dovrebbe adibire un addetto esclusivamente all’azione di taglio”.
 
Scheda 27 - Confezione in serie di abbigliamento esterno - Cucitura giacche in stoffa
In questo caso – con riferimento ad un’attività di confezionamento di abiti femminili (giacche e gonne) per conto terzi - un’addetta “preleva i due pezzi di tessuto da unire da un contenitore posto alla sua sinistra; quindi li appaia e li inserisce sotto l’ago della macchina da cucire. Azionando il pedale elettrico fa scorrere il tessuto sotto l’ago accompagnandolo con le mani e correggendo eventuali deviazioni. Al termine della cucitura, l’addetta taglia il filo utilizzato, estrae il tessuto cucito e lo riposiziona per una nuova cucitura. Al termine ripone i pezzi cuciti in un contenitore posto alla sua destra”.
Questa attività, in cui viene fatto esclusivo uso di macchina da cucire, prevede un rischio medio, per l’arto destro, a partire da attività di 6 ore (e lieve a partire già da 4 ore).
 
Per la prevenzione potrebbe essere “predisposto un supporto per permettere l’appoggio dell’arto dx. La disposizione della postazione di lavoro deve essere progettata in modo da permettere che l’operatore possa prelevare i pezzi con cui rifornire la macchina da cucire mantenendo le braccia al di sotto della linea delle spalle, ad esempio posizionando la cesta con i tessuti da cucire su un ripiano più basso rispetto al piano di lavoro”.
 
Scheda 28 - Fabbricazione di articoli di calzetteria a maglia - Cucitura punte calze - Addetto alla cucipunte
Tale compito, osservato in un calzificio di ridotte dimensioni, è generalmente omogeneo per quantità e qualità durante l’intero arco dell’anno “in quanto, in assenza di picchi di rifornimento dei negozi, vengono riforniti stilisti in occasione delle sfilate di moda. L’operazione di cucitura viene svolta mediamente per tre ore consecutive al giorno”.
Il fattore critico del compito “consiste principalmente nella preparazione della calza, mediante stiratura manuale, per il suo posizionamento sul perno della macchina”. Infatti l’operatore “preleva la calza, priva della cucitura in punta, con la mano dx da un contenitore posto a lato. Con entrambe le mani la allunga per favorirne l’inserimento sulla macchina, quindi la inserisce sulla stessa, facendola aderire bene al supporto. Con il piede dx attiva infine il pedale per far scorrere i supporti. La calza cucita esce poi automaticamente dalla macchina”. 
 
Come nell’attività precedente, c’è un rischio medio, per l’arto destro, ma già a partire da attività di 4 ore.
E “con un’adibizione giornaliera pari a massimo 3 ore, l’attività in esame potrebbe essere caratterizzata da un rischio di entità molto lieve a carico dell’arto destro ed accettabile a carico del sinistro”.
 
Scheda 29 - Fabbricazione di articoli di calzetteria a maglia - Imballaggio secondario di collant
Sempre con riferimento alla fabbricazione di articoli di calzetteria in un calzificio di ridotte dimensioni, il fattore critico dell’attività di imballaggio secondario di collant “consiste principalmente nell’apertura della confezione per la rimozione delle pieghe nella calza, che comporta il mantenimento della presa in pinch per la mano sx ed il ripiegamento del lembo di chiusura, effettuato sorreggendo la cima della confezione con i medi e ruotando il lembo con gli indici”.
L’operatore preleva dunque “la confezione del collant dal banco, la apre per distendere eventuali pieghe nella calza, richiude la confezione ripiegandone i lembi e la sistema all’interno della scatola di cartone, dopo averne sollevato i bordi nel caso si tratti del primo posizionamento. Terminato il riempimento della scatola (da 3 a 6 confezioni di collant), l’operatore dispone il coperchio sulla stessa”.
 
Secondo le analisi effettuate il rischio è medio per l’ arto destro, a partire da attività di 6 ore (e lieve a partire già da 4 ore). Mentre è lieve per l’arto sinistro a partire da 6 ore.
 
Essenziale, ai fini preventivi, “risulterebbe la meccanizzazione della fase di corretto ripiegamento della calza nella confezione. L’assenza o la riduzione al minimo dell’operazione di rimozione delle pieghe dei collant, con relativa apertura e chiusura della confezione, ridurrebbe notevolmente il rischio per l’addetto all’imballaggio secondario”. Inoltre con “una tempistica giornaliera di adibizione pari ad un massimo di 4 ore, l’attività in esame potrebbe essere caratterizzata da un rischio di entità lieve a carico dell’arto destro e molto lieve a carico dell’arto sinistro”.
 
Scheda 30 - Fabbricazione di pullover, cardigan e altri articoli simili a maglia - Cucitura maglie con macchina taglia e cuci
Concludiamo con un’attività che presenta simili fattori di rischio per entrambi gli arti.
In un’azienda di rifinitura di maglieria conto terzi un operatore provvede a:
- “mantenere con entrambe le mani il pezzo pre-tagliato e accoppiato, al fine di avviarlo alla macchina per il taglio e la sopraffilatura;
- sostenere il pezzo con la mano dx, con pollice e indice in pinch e contestualmente con la mano sx spingere lo stesso, esercitando una lieve pressione con pollice e indice ed accompagnando il pezzo per un breve tratto (circa 5 cm);
- sollevare il pezzo, per poi riappoggiarlo, ma in posizione più arretrata”.
In questo caso le fasi di cucitura “coprono complessivamente 1/3 della durata del ciclo. La fase critica del compito è costituita dalla cucitura, per le notevoli deviazioni ulnari dei polsi che essa richiede e la presa in pinch a carico di entrambe le mani per l’intera durata del ciclo”.
 
L’attività prevede dunque un rischio medio per entrambi gli arti a partire da attività di 6 ore.
 
Riguardo alla prevenzione la scheda segnala che:
- “in genere questa lavorazione viene svolta da lavoranti a domicilio, che alternano momenti di pieno carico di lavoro ad altri di impegno minore. I tempi di recupero nelle fasi di maggior carico pertanto sono difficilmente adeguati”;
- la macchina in esame “è molto vecchia; l’uso di macchine più moderne e meglio progettate dal punto di vista ergonomico potrebbe ridurre notevolmente il rischio per entrambi gli arti;
- con una tempistica giornaliera di adibizione pari ad un massimo di 4 ore, l’attività in esame potrebbe essere caratterizzata da un rischio molto lieve a carico di entrambi gli arti”.
 
 
 
Contarp Inail, “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura”, edizione 2012, pubblicazione realizzata da Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp) di Direzione Regionale Marche, Direzione Regionale Liguria, Direzione Regionale Toscana;  Autori: Ugo Caselli, Chiara Breschi, Raffaella Compagnoni, Marina Mameli, Eleonora Mastrominico, Daniela Sarto con la collaborazione di Silvia Mochi (formato PDF, 3.67 MB).
 
 
 
 
Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori: piccola industria, artigianato e agricoltura”.
 
 
 
RTM 
 

Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
 

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