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Far crescere la sicurezza nelle aziende zootecniche

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In Lombardia vi è una forte incidenza degli infortuni nell’attività zootecnica ed in particolare nella zootecnia bovina; la Direzione regionale della Sanità ha pertanto deciso nel 2003 di istituire il “Gruppo di Lavoro Prevenzione infortuni sul lavoro in zootecnia”, con il compito di elaborare linee guida in ordine alla prevenzione degli infortuni in zootecnia.

L’elaborazione delle linee guida, riguardanti in particolare la prevenzione degli infortuni nell’allevamento bovino e suino, è stata ora completata e ufficializzata con decreto regionale il 29 settembre 2004. Le linee guida, in particolare hanno tenuto conto delle informazioni riguardanti le dinamiche infortuni rilevate nel monitoraggio realizzato a livello regionale.

In particolare è stato evidenziato che per intervenire sulla prevenzione degli infortuni in zootecnia occorre agire sia sulle procedure, che sulle strutture e sulle attrezzature.
Le linee guida individuano i principali rischi e come ridurli.
Rispetto alle principali problematiche sono inoltre fornite in specifici allegati indicazioni sommarie di buona progettazione; tali indicazioni devono essere considerate orientative e per essere efficaci devono essere contestualizzate in una progettualità coerente a cura del Datore di Lavoro.
Vengono prese in considerazione le seguenti strutture: stalla, sala di mungitura, fienile, silos verticale e a trincea, strutture per lo stoccaggio delle deiezioni.

Sono fornite inoltre indicazioni dettagliate per la prevenzione di scivolamenti e inciampi.
Nel settore agrozootecnico infatti le principali cause di infortunio sono dovute a “scivolamento e inciampo”, “urto” e “schiacciamento”. Questo tipo di incidenti è molto frequente è coinvolge chiunque senza tenere conto di età e sesso. Per le persone anziane e le donne gli incidenti risultano tuttavia più gravi.
Le principali cause di scivolamento e inciampo sono da ascrivere principalmente a superfici bagnate o sconnesse, oppure alla presenza sulle superfici di transito di residui di mangime, deiezioni, fluidi organici, oli, grassi o altre sostanze scivolose o di ostacoli, oppure all’utilizzo di calzature non idonee.

Per prevenire tali infortuni (a livello del piede e scivolamenti), oltre ad intervenire con accorgimenti durevoli nel tempo, atti a limitare i rischi, è utile, quindi, intervenire anche a livello individuale, dotando i lavoratori di adeguate calzature di sicurezza.
Le linee guida forniscono indicazioni per la scelta delle calzature di sicurezza.
“Per scegliere la calzatura più opportuna - precisa il documento - innanzitutto il datore di lavoro dovrà effettuare una valutazione oggettiva dei rischi presenti in azienda e individuare le tipologie di calzature più idonee.
Successivamente toccherà al lavoratore valutare il modello di calzatura più adatta a lui in base al grado di comodità (forma anatomica; sottopiede traspirante; girello imbottito).
Indossare una calzatura pesante e con scarsa vestibilità per lunghi periodi aumenta il senso di affaticamento riducendo il rendimento sul lavoro e può comportare abbandono dell’uso del DPI da parte del lavoratore.
Per la protezione del piede da urti e schiacciamenti le calzature dovranno essere dotate di puntale di protezione delle dita dei piedi, in acciaio o in materiale sintetico, con resistenza agli urti variabili da 100 a 200 J e alla compressione di 1550 daN: in questo caso sono adatte tutte le tipologie di calzature che rispondono alla norma EN 345:1.
Per la protezione della pianta del piede da perforazioni, la calzatura dovrà essere dotata di lamina in acciaio; in questo caso sono idonee le calzature di sicurezza a protezione S3 e le calzature professionali a protezione 03 (solo nel caso non sia richiesta la presenza contemporanea del puntale di protezione).

Nel caso di scivolamenti su superfici sdrucciolevoli è necessaria la presenza di suola antiscivolo con tasselli o scolpitura, con coefficiente di resistenza allo scivolamento testato in base alla norma E 13287.
Sul mercato vi sono suole antiscivolo realizzate con differenti materiali: poliuretano, PVC, gomma nitrilica, neoprene, ecc. e loro miscele. Ogni materiale però presenta un diverso grado di resistenza e rapporto qualità/costo. Non è possibile, quindi, dare raccomandazioni univoche sulla loro idoneità dato che nessuno di essi si comporta in maniera ottimale su tutte le superfici.
Il miglior approccio - consigliano le linee guida - è provare diversi tipi di calzature nelle reali condizioni di lavoro e trovare quelle che funzionano meglio. E’ importante tenere presente che le suole nuove sono coperte da un leggero film derivante dallo stampo e, una volta che questa pellicola si è usurata, le prestazioni antisdrucciolo della suola cambiano (fa eccezione l’uretano microcellulare che mantiene le sue caratteristiche nonostante l’usura).
Quindi è opportuno provare le prestazioni di una calzatura di sicurezza dopo un certo periodo di tempo e preferibilmente nelle reali condizioni di scivolosità dei pavimenti (asciutti, bagnati con acqua o con liquidi viscosi, che sono più scivolosi dell’acqua). […]”

Il testo integrale del documento è consultabile in Banca Dati.


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