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Buone prassi per la prevenzione delle cadute in piano e dall’alto

Buone prassi per la prevenzione delle cadute in piano e dall’alto
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Linee guida e buone prassi

31/05/2013

Una buona prassi validata dalla Commissione Consultiva presenta un progetto nato per diffondere la cultura della sicurezza nelle aziende con riferimento alle cadute in piano e alle cadute dall’alto. Il progetto e un estratto del questionario allegato.

Roma, 31 Mag – Una efficace prevenzione degli incidenti nei luoghi di lavoro deve tener conto della “terra” (delle cadute in piano, della pavimentazione, ...) e del “cielo” (delle  cadute dall’alto, dei tetti, delle scale, ...). E per affrontare correttamente la prevenzione, anche alla luce dei dati e delle ricerche sugli indici di frequenza degli infortuni correlati alle cadute, il Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spisal) dell’ULSS 6 di Vicenza ha elaborato qualche anno fa il progetto “Tra terra e cielo” nell’ambito della  campagna europea sulla manutenzione sicura
 
Questo progetto – già presentato da PuntoSicuro – è stato inoltre validato come buona prassi dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro nella seduta del 30 maggio 2012.
 
La buona prassi “Proposta di un questionario e/o di un piccolo manuale con lo slogan ‘Tra terra e cielo’” ha il compito di diffondere la cultura della sicurezza nelle aziende con particolare riferimento alle cadute in piano e alle cadute dall’alto.
Il tutto in riferimento a una ricerca condotta dall’ULSS 6 che ha analizzato gli infortuni con prima prognosi di almeno 20 giorni accaduti dal 1992 al 2009: “le cadute in piano rappresentano tra questi il 14% degli eventi, ai quali si deve aggiungere un ulteriore 22% dovuto a cadute dall’alto”.
E riguardo alle  cadute in piano la letteratura internazionale “riporta percentuali ancora maggiori e indica che i settori di attività e le circostanze di accadimento sono i più vari; inoltre, la causa iniziale, cioè la perdita di equilibrio, è dovuta alla combinazione di più fattori: strutturali, organizzativi, individuali”.

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Il modo di affrontare queste problematiche deve passare attraverso un richiamo dell’attenzione di Associazioni Imprenditoriali, Organizzazioni Sindacali, Consulenti Aziendali, Datori di lavoro, Responsabili della sicurezza e dei lavoratori in merito a questa problematica.
È possibile poi fornire un questionario e delle indicazioni applicabili che permettano l’analisi dei problemi da risolvere per prevenire le perdite di equilibrio e le cadute, o almeno per limitare la gravità delle lesioni.
 
Rimandando i nostri lettori a quanto già presentato in merito al progetto “ Tra terra e cielo”, con riferimento sia alle cadute in piano che alle cadute dall’alto, ci soffermiamo brevemente sul questionario, allegato alla scheda, dal titolo “Manutenzione e cadute in piano”.
 
Invitando ad una lettura integrale delle 72 domande presenti nel questionario, PuntoSicuro ne presenta alcune relative alle vie di circolazione, alla sicurezza delle zone di transito e dei pavimenti:
- “le vie di circolazione per i pedoni, sia interne che esterne ai fabbricati, (vie di circolazione principali sul terreno dell'impresa, vie di circolazione che portano a posti di lavoro, vie di circolazione utilizzate per la regolare manutenzione e sorveglianza degli impianti, banchine di carico) sono sicure e facilmente percorribili (fisse, stabili, senza buche, protuberanze, ostacoli o asperità, esenti da piani inclinati pericolosi)? 
- i pavimenti degli ambienti di lavoro (sia ad uso produttivo che direzionale) sono realizzati con rivestimenti che possiedano caratteristiche antisdrucciolevoli? 
- le vie di circolazione per i pedoni vengono mantenute libere da pericoli di inciampare (cavi e prolunghe, resti di materiale e rifiuti di produzione, spargimenti di liquidi, granulati, ...? 
- le vie di circolazione per i pedoni vengono mantenute libere da materiale ingombrante (palette, casse, carrelli, ecc.) ed è assicurata almeno una larghezza di 60 centimetri per il transito in sicurezza?
- nelle zone di transito pedonale ove per ragioni tecniche e/o strutturali non è possibile eliminare completamente gli ostacoli fissi o mobili che costituiscono pericolo per i lavoratori, tali ostacoli sono adeguatamente segnalati ed eventualmente protetti? 
- le vie di circolazione per i pedoni vengono mantenute libere da pericoli di scivolamento (fluidi oleosi, unto, sporcizia, ...)? 
- i contenitori dei fluidi oleosi sono depositati all’interno di bacini di contenimento di dimensioni appropriate, in modo da evitare il rischio di scivolamento in caso di rottura dei fusti?
- in prossimità dei bacini di contenimento vengono detenuti dispositivi e/o prodotti per la bonifica immediata di eventuali spandimenti? 
- le soglie rialzate delle porte pedonali ricavate nei portoni carrai sono facilmente riconoscibili mediante segnalazione a bande giallo/nere o bianco/rosse a 45° visibili su entrambi i lati di apertura?
- il programma per la manutenzione e la pulizia ordinarie degli ambienti di lavoro, dei locali accessori (servizi igienico-assistenziali, depositi, magazzini, ...) e delle aree esterne di pertinenza aziendale, in particolare delle vie di transito pedonale è definito, scritto e rispettato?  - in azienda è istituita una procedura che consenta la sostituzione tempestiva e/o il ripristino delle parti deteriorate delle pavimentazioni ed il controllo periodico del loro stato di conservazione? 
- gli zerbini, in particolare quelli posti alla partenza ed all’arrivo delle rampe di scale, sono incassati o, se solo appoggiati, sono ancorati solidamente al pavimento? 
- tra il cancello pedonale e gli accessi degli edifici vi è almeno un percorso il più possibile in piano, senza scalini per superare i dislivelli e con caratteristiche che consentano un’agevole mobilità anche alle persone con ridotte o impedite capacità motorie”?
- “le vie esterne ed i percorsi interni (soprattutto all’entrata ed all’uscita dei fabbricati) presentano tra loro le stesse caratteristiche antisdrucciolo per evitare l’ ‘effetto sorpresa’, che si realizza quando si transita senza consapevolezza su pavimenti con caratteristiche di scivolosità diverse?
- le aree di stoccaggio dei materiali e quelle di lavoro sono delimitate a pavimento con strisce di colore di contrasto (preferibilmente gialle), in modo da creare delle vie di transito che garantiscano sia il passaggio dei mezzi di sollevamento che delle persone?  le strisce di delimitazione vengono periodicamente ridisegnate per ovviare al loro ‘fisiologico’ deterioramento? 
- esistono indicazioni che richiamino l’obbligo di rimuovere i tubi flessibili ed i cavi srotolati che ingombrano le aree di lavoro e di passaggio non appena ultimato il loro utilizzo? 
- se non è possibile collocare i cavi in altro modo, vengono protetti con apposite canaline a profilo arrotondato (che non devono però costituire anch’esse rischio di inciampo) e vengono fissate saldamente al suolo”?
   
Tornando alla scheda di presentazione della buona prassi concludiamo sottolineando che i risultati della sua attuazione possono essere misurati come:
- numero di Associazioni Imprenditoriali, di Organizzazioni Sindacali, di Consulenti Aziendali, di Datori di lavoro, di Responsabili della sicurezza e di lavoratori che si attivano su questo tema e che utilizzano il questionario o il manuale;
- numero di aziende che attuano gli interventi consigliati, che mettono in atto interventi di prevenzione  e che presentano esempi di buone pratiche per la manutenzione in quanto sollecitate dal questionario e/o dal manuale proposti;
- riduzione del numero di infortuni per cadute in piano e per cadute dall’alto.
 
 
 
 
 
 
Tiziano Menduto
 

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