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I reati ambientali e l’applicazione del D.Lgs 231/01

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Informazione, formazione, addestramento

21/09/2011

Si terrà il 30 settembre il seminario gratuito “I reati ambientali entrano nell’applicazione del D.Lgs 231/01: modello organizzativo ed organo di vigilanza.”: Quali nuovi reati introduce? Cosa devono fare le aziende per adeguarsi?

I reati ambientali e l’applicazione del D.Lgs 231/01

Si terrà il 30 settembre il seminario gratuito “I reati ambientali entrano nell’applicazione del D.Lgs 231/01: modello organizzativo ed organo di vigilanza.”: Quali nuovi reati introduce? Cosa devono fare le aziende per adeguarsi?

 
Dal 16 agosto, con l’entrata in vigore del D.Lgs n. 121 del 07.07.2011, anche i reati ambientali sono entrati a far parte delle responsabilità delle persone giuridiche, regolamentate dal D.Lgs. 231/01.
L’inserimento dei reati ambientali, da tempo annunciato a seguito del recepimento delle Direttive europee CE 2008/99/CE e 2009/123/CE (inquinamento provocato dalle navi) prevede nuove misure di tutela penale e un ampliamento delle sanzioni in termini di quote o sanzioni interdittive per molti reati e violazioni già previsti dall’ordinamento penale (principalmente dal Testo Unico Ambientale D.Lgs. n.152/2006).
Quali nuovi reati introduce? Quali reati esistenti riprende dal Codice dell’Ambiente? Cosa devono fare le aziende per adeguarsi?
 
Quali nuovi reati introduce?
“Vengono inseriti – spiega Alessandra Libralon, Ingegnere ambientale di Polistudio, due nuovi reati nel Codice Penale che riguardano l’uccisione, la distruzione, il prelievo o il possesso di esemplari di specie animali e vegetali selvatiche protette (art. 727-bis, c.p.) nonché la distruzione o il deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (art. 733-bis, c.p.)”


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Quali reati esistenti riprende dal Codice dell’Ambiente?
“Con il nuovo decreto vengono ripresi altri reati dal Codice dell’Ambiente e sanzionati dal D.lgs. n.121/2011 e riguardano nella fattispecie gli scarichi idrici; i rifiuti e le discariche; l’inquinamento di siti; le emissioni in atmosfera; le sostanze lesive dell’ozono e l’inquinamento da navi.”
 
Cosa devono fare le aziende per adeguarsi?
“Per prima cosa, le aziende dovranno fare un check-up complessivo dal punto di vista ambientale in particolare per quel che riguarda le tematiche legate alle nuove sanzioni previste all’interno del decreto per ogni fattispecie di reato. Inoltre, dovranno aggiornare quanto prima i propri Modelli Organizzativi già redatti per gli altri reati (finanziari o legati alla sicurezza), inserendo quanto previsto per la tutela dell’ambiente. Fare emergere le non conformità e gli scostamenti rispetto alla normativa perché quest’intervento va a punire non solo coloro che fanno danni ambientali ma anche tutti coloro che non sono in regola con le varie autorizzazioni. Lo stesso vale per le aziende che adottano già un sistema di gestione ambientale, quelle certificate ISO 14001 o EMAS che dovranno integrare il loro sistema di gestione coi nuovi requisiti previsti dalla 231 e  relativo sistema sanzionatorio, codice etico, nuova documentazione.”
 
Per approfondire l’argomento, il 30 settembre alle ore 14:30, Polistudio dedica un seminario gratuito nell’ambito del ciclo I venerdì di Polistudio dal titolo “L’entrata in vigore dei reati ambientali per l’applicazione del D.Lgs 231/01”.
 
 
La brochure con la scheda di iscrizione (formato PDF).
 
FG


Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
 

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