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Dati e prevenzione nel settore alberghiero e della ristorazione

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ristorazione e turismo

07/01/2009

Disponibile on line una scheda prodotta dall’OSHA che illustra dati, rischi, prevenzione e protezione dei lavoratori nel settori alberghiero, ristorazione e catering (HO.RE.CA.): il rischio più significativo? Quello psicosociale.

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L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA) si è già occupata in passato della prevenzione del rischio in uno dei settori in più rapida crescita in Europa, quello alberghiero, della ristorazione e del catering (generalmente raccolto nell’acronimo “HO.RE.CA.”).
In particolare questo settore è una importante fonte di occupazione per lavoratori giovani poco qualificati e per lavoratori stranieri che sono così esposti ad una molteplicità di rischi lavorativi.
Ad esempio i rischi psicosociali dovuti alla frequente temporaneità del posto di lavoro, agli orari irregolari, alle retribuzioni basse, ai turni serali e notturni e alle scarse prospettive di carriera. Rischi psicosociali acuiti dal contatto con i clienti, specialmente in pub, discoteche, night club e bar. I lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione sono più soggetti degli altri lavoratori a intimidazioni (12%), violenze fisiche (6,5%) e molestie sessuali (8%).
In Italia in questo comparto nel 2006 sono stati indennizzati circa 28.000 casi di infortuni sul lavoro, corrispondenti al 5% degli infortuni indennizzati per tutto il settore Industria e Servizi, con un rischio infortunistico pari a 31 infortuni ogni 1.000 addetti.
 

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L’OSHA ha pubblicato un factsheet, una scheda che illustra i principali risultati di un report di prevenzione nel settore HO.RE.CA., un report il cui obiettivo era quello di fornire una panoramica della sicurezza e della salute sul lavoro, individuare le buone pratiche ed esaminare i principali cambiamenti occupazionali ed economici del settore.
In questo documento si ricorda che il settore alberghiero, della ristorazione e del catering - costituito da alberghi, bar, pub, ristoranti, servizi di catering, ristorazione rapida da asporto, caffè e bistrot – è un settore in crescita che offre occupazione ad oltre 7,8 milioni di persone nell’Unione europea ed incide in maniera rilevante nell’economia di molti stati.
Caratteristiche del settore
In questo settore, costituito principalmente da piccole imprese con meno di 10 dipendenti, la forza lavoro è costituita principalmente da giovani e in maggioranza da donne (54 %).
“Secondo una statistica europea (EU-25, Eurostat 2005) circa il 48 % dei dipendenti ha meno di 35 anni, mentre le persone di 55 anni o di età superiore rappresentano meno del 10 % della forza lavoro (benché questa percentuale stia aumentando a causa del cambiamento demografico)”.
Inoltre “il livello di istruzione di questa forza lavoro è basso: il 40 % dei dipendenti è in possesso di qualifiche di livello relativamente basso; soltanto 1 dipendente su 10 ha un livello di istruzione elevato”.
Malgrado queste premesse e nonostante le condizioni di lavoro impegnative, in Europa “il settore non presenta tassi di infortuni e malattie superiori alla media”.
 
Politiche nazionali ed europee
Riguardo a quest’aspetto la scheda ricorda che “poiché il 90 % di tutte le strutture Horeca è di piccole dimensioni, i datori di lavoro spesso non hanno il tempo e le risorse necessarie per comprendere e seguire le problematiche legislative del loro settore”.
Dunque l’applicazione della legislazione a livello di impresa “sembra costituire un problema significativo”.
Nel documento si ricorda che nel 2004 la Federazione Europea dei Sindacati dei Settori dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e del Turismo (EFFAT) e HOTREC, la Federazione delle Associazioni Professionali degli Alberghi, dei Ristoranti e dei Caffè dell’UE e del SEE, hanno siglato un documento, intitolato “An initiative to improve corporate social responsibility in the hospitality sector”, che invitava le imprese a:
- “formulare politiche in materia di assunzione, retribuzione, promozione, formazione e recesso contrattuale”;
sviluppare “pratiche come il ‘job splitting’ (suddivisione di un posto di lavoro in due posti di lavoro a tempo parziale), il flexi-time (flessibilità degli orari) e altre misure volte a promuovere l’equilibrio vita-lavoro;
- impiegare nuovamente i lavoratori stagionali, da una stagione all’altra, per mantenere la continuità e la stabilità;
- evitare discriminazioni e considerare gli incentivi non finanziari che hanno un impatto positivo sulla famiglia, come l’assistenza ai bambini;
- offrire formazione per rafforzare la «professionalità» e l’occupabilità dei lavoratori;
- coinvolgere i lavoratori nella formulazione di politiche di prevenzione;
- a informare e consultare i lavoratori e i loro rappresentanti in merito a qualsiasi programma di ristrutturazione.
 
Condizioni di lavoro e rischi lavorativi
In questo settore lavorativo “dal 1995 al 2000 si è osservato un notevole peggioramento delle condizioni di lavoro, in particolare in relazione ai rischi psicosociali come quelli connessi alle condizioni ergonomiche, alle mansioni lavorative, agli orari di lavoro e all’autonomia lavorativa”.
Il settore HO.RE.CA. inoltre “si sta trasformando rapidamente in seguito all’entrata nel mercato di nuove tecnologie e al cambiamento delle esigenze dei clienti”.
I rischi lavorativi più significativi sono i seguenti: 
- “sforzo fisico dovuto a posture erette e statiche per periodi prolungati, al trasporto e al sollevamento, ai movimenti ripetuti, spesso associati ad altre condizioni di lavoro sfavorevoli, come la progettazione inadeguata del luogo di lavoro; 
- esposizione ad alti livelli di rumori: circa il 29 % dei lavoratori del settore sono esposti a rumori e oltre il 4 % ritiene che essi mettano a rischio la loro salute;
- ambienti di lavoro caldi o freddi, in particolare alte temperature combinate con correnti d’aria e porte aperte, e l’alternanza tra il lavoro svolto al caldo, in condizioni di umidità e in ambienti freddi, quali i magazzini; 
- tagli e bruciature; 
- inciampi, scivolamenti e cadute causati da pavimenti umidi e scivolosi, ostacoli e cadute dall’alto;
- sostanze pericolose; ad esempio, l’ampio impiego di agenti detergenti e di agenti biologici nel cibo”
 
In particolare i fattori di rischio psicosociale più importanti sono: 
- “orari di lavoro lunghi e straordinari: il settore è caratterizzato da lunghi turni e da orari di lavoro irregolari e inusuali; un’ampia parte del lavoro viene svolto quando le altre persone non sono al lavoro; 
- difficoltà a mantenere l’equilibrio vita-lavoro, in particolare considerando l’imprevedibilità degli orari di lavoro, la lunghezza dei giorni lavorativi e la mancanza di controllo sul lavoro;
- carichi e ritmi di lavoro pesanti: circa il 75 % dei lavoratori si lamenta dell’elevato ritmo di lavoro; il 66 % deve lavorare con scadenze ristrette, mentre il 48 % afferma di non avere sufficiente tempo per completare il proprio lavoro;
- scarso controllo sul lavoro: il lavoro monotono che non lascia spazio alla creatività e che richiede scarsa iniziativa è molto diffuso; 
- contatto con i colleghi e con il superiore: la mancanza di supporto può aggravare lo stress sul lavoro; circa il 70 % della forza lavoro si sente libero di chiedere sostegno ai colleghi, mentre soltanto il 53 % ai propri supervisori;
- contatto continuo con i clienti che può essere fonte di stress o, nei casi peggiori, può portare a molestie e persino a violenze
- mancanza di formazione e istruzione: alcune di queste occupazioni non richiedono un’istruzione formale e possono essere svolte da chi ha un basso livello di formazione e di esperienza”.
 
Casi studio
Secondo le 18 esperienze di prevenzione realizzate nei luoghi di lavoro e successivamente analizzate, si rileva che “azioni di successo per la prevenzione dei rischi” si realizzano con:
- “una buona valutazione dei rischi; l’identificazione precoce dei rischi è essenziale per assicurare che vengano affrontate le opportune problematiche;
- il coinvolgimento dei lavoratori per assicurare che tutte le problematiche vengano individuate e per fornire il supporto necessario ad un’attuazione di successo delle misure di prevenzione;
- impegno da parte del personale dirigente;
- partenariati di successo per lanciare iniziative su ampia scala a livello regionale, nazionale o settoriale; per assicurare il successo di questi tipi di progetti, tutte le parti interessate devono essere coinvolte;
- una formazione appropriata;
- un approccio inclusivo che utilizzi diversi tipi di azioni che possano accrescere il successo generale di qualsiasi iniziativa intrapresa”.
 
 


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