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Sicurezza nei lavori di asfaltatura

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

09/11/2004

Disponibile gratuitamente on line un opuscolo per l’informazione dei lavoratori relativamente ai rischi che possono incontrare nello svolgimento di queste attività.

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E’ rivolto ai lavoratori impiegati nel settore delle opere di asfaltatura l’opuscolo realizzato dall’INAIL Direzione Regionale Lombardia, in collaborazione con il gruppo di lavoro dello studio PPTP-POPA (Progetto Prevenzione Tumori Professionali - Progetto Operativo Protezione Asfaltatori).

La pubblicazione, partendo dall’analisi del ciclo produttivo, illustra i principali rischi specifici che, accanto a quelli comuni del settore, si possono incontrare nelle diverse fasi del ciclo tecnologico (produzione, asfaltatura strade, asfaltatura marciapiedi).

L’identificazione dei rischi per ogni fase viene proposta in forma semplice e schematica, rimandando per ogni situazione di rischio ad una scheda tecnica.
Le schede tecnico-informative danno informazioni sintetiche sulle fonti di pericolo, sui rischi e sui danni correlati e sulle principali misure di prevenzione e protezione da adottare per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

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Di seguito, a titolo esemplificativo, riportiamo la scheda relativa al rischio rumore riguardante la fase di produzione di asfalto e quella di asfaltatura strade.

Utilizzo di macchine: rumore
Si identifica con il termine “rumore” qualsiasi fenomeno acustico irregolare, non musicale, sgradevole, nocivo.
Il rumore è misurato in decibel e deve essere valutato con specifiche rilevazioni dal datore di lavoro.
 
Fonti di pericolo
Le macchine e gli utensili utilizzati nelle opere di asfaltatura sono fonti di esposizione ad inquinamento sonoro di diversa entità. Quelle più rumorose sono la vibrofinitrice, la “talpa” o “rana” ed il rullo compattatore.
L’esposizione quotidiana dei lavoratori (Lep,d), risulta nella maggior parte dei casi compresa tra 80 e 90 dB(A).
 
Danni
L’esposizione protratta nel tempo a rumori elevati durante l’attività lavorativa può provocare danni irreversibili all’udito con sordità più o meno grave.
Le prime alterazioni uditive permanenti si manifestano con una perdita uditiva per i suoni acuti che, con l’aggravarsi della lesione, si estende progressivamente a interessare anche le frequenze vicine. L’alterazione percettiva coinvolge entrambe gli orecchi ed è irreversibile; talvolta si accompagna ad acufeni (“fischi”) e fenomeni di distorsione dei suoni percepiti (recruitment).
Indipendentemente dall’esposizione al rumore, con l’avanzamento dell’età si verifica un progressivo decadimento dell’udito (presbiacusia) che si può associare all’ipoacusia da rumore.
Si ritiene che l’esposizione giornaliera tollerabile dalla maggior parte dei soggetti senza danni all’udito corrisponda a 85 dB(A).
Il rumore, inoltre, determina un calo di attenzione, causa indiretta di infortuni.
 
Prevenzione
Una buona prevenzione passa attraverso l’indagine preliminare sulla rumorosità delle macchine aziendali, l’adeguamento al progresso tecnico con l’adozione di macchine sempre meno rumorose ed il rinnovamento delle parti meccaniche usurate. Importante è anche conoscere la propria condizione uditiva e sottoporsi alle visite periodiche di controllo dell’apparato acustico stabilite dal medico competente.
Nel caso in cui non si riesca ad abbattere il rumore alla sorgente occorre adoperare i dispositivi di protezione individuale (cuffie, tappi auricolari, ecc.). In particolare è consigliabile l’utilizzo di cuffie per la mansione di addetto alla vibrofinitrice, soprattutto per il personale che gestisce la “piastra”.

L'opuscolo "Salute e sicurezza: opere di asfaltatura" (formato PDF, 722 kB).


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