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Incidenti stradali: i dati 2005

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza stradale

29/11/2006

In calo incidenti e tasso di mortalità. Ancora lontano l'obiettivo europeo di riduzione del 50% dei morti entro il 2010: il calo annuo dovrebbe essere del 9%". I dati sui giorni, le ore e le tipologie di guidatori più a rischio.


Secondo i dati Istat, ogni giorno in Italia si verificano in media 617 incidenti stradali, che causano la morte di 15 persone e il ferimento di altre 860. Nel complesso, nel 2005 sono stati rilevati 225.078 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.426 persone, mentre altre 313.727 hanno subito lesioni di diversa gravità.

Rispetto al 2004 si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-1,8%), del numero dei morti (-4,7%) e del numero dei feriti (-2,7%). L'analisi dell'incidentalità nel lungo termine evidenzia un andamento crescente del numero degli incidenti e dei feriti nel periodo 1991-2002. A partire dal 2003 inizia un trend discendente, attribuibile anche in parte all'entrata in vigore del Decreto Legge n. 151 del 27 giugno 2003 che ha introdotto la patente a punti e nuove regole in tema di codice della strada.

Nel complesso emerge, inoltre, una costante riduzione della gravità degli incidenti, evidenziata dall’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti) che si attesta al 2,4% del 2005 contro il 4,4% del 1991 e dall’indice di gravità che passa da 3,0 a 1,7 decessi ogni 100 infortunati.

Ma, avverte l'Istat, "resta ancora lontano l'obiettivo fissato dall'Unione Europea che prevede la riduzione del 50% dei morti entro il 2010: per raggiungere questo risultato l'Italia non dovrebbe superare i 3.100 morti per incidenti stradali annui, ciò equivale ad una riduzione ogni anno di circa il 9%".

Dove avvengono gli incidenti
Le città si confermano i luoghi dove si riscontrano la maggior parte di incidenti e di feriti: nel 2005 sulle strade urbane si sono verificati 172.422 incidenti (il 76,6% del totale degli incidenti) che hanno causato 228.109 feriti (pari al 72,7% sul totale). Il numero dei morti sulle strade urbane è pari al 44,5% (2.417 in valore assoluto).

Mesi, giorni della settimana e ore del giorno più a rischio
Il mese in cui si verifica il maggior numero di incidenti stradali è maggio (22.562 in valore assoluto) mentre giugno risulta essere il mese con la media giornaliera più alta (735).
Febbraio costituisce, invece, il mese con il più basso numero di incidenti in valore assoluto (14.905) mentre gennaio è il mese avente la media giornaliera più bassa (503).
Per quanto riguarda il numero di morti, luglio costituisce il mese in cui tale valore risulta massimo: 603 in valore assoluto e 19 in media giornaliera.
Analogamente, il valore più basso si colloca in corrispondenza del mese di febbraio in cui si registrano 357 morti per incidente stradale pari a circa 12 decessi al giorno. Il tasso di mortalità più elevato si registra nel mese di agosto, probabilmente a causa del maggior tasso di occupazione dei veicoli in occasione degli esodi estivi.

Anche per quanto riguarda i dati dell’incidentalità per tipologia di strada, si può rilevare che sulle strade urbane la frequenza più elevata degli incidenti si colloca in corrispondenza del mese di maggio (17.587) e la più bassa nel mese di febbraio (11.399).
Sulle strade extraurbane il maggior numero di incidenti e di morti si registra nel mese di luglio (rispettivamente 5.527 e 350).

L’analisi dei dati effettuata per giorno della settimana evidenzia che venerdì è il giorno dove si concentrano il maggior numero di incidenti: 34.918, pari al 15,5% del totale. La frequenza più elevata di morti si osserva la domenica (1.014 decessi pari al 18,7%), mentre è il sabato il giorno in cui si registra il valore massimo dei feriti (48.871 pari al 15,6%). L’indice di mortalità per giorno della settimana presenta il valore massimo (3,8%) la domenica mentre scende al 2,0% dal martedì al giovedì.

Analizzando la distribuzione degli incidenti durante l’arco della giornata, si osserva un primo picco intorno alle ore 8 e le 9 del mattino, probabilmente legato all’elevata circolazione derivante dalla mobilità sistematica dovuta agli spostamenti casa-ufficio e casa-scuola; un secondo picco, si rileva tra le ore 12 e le 13 in corrispondenza dell’uscita dalle scuole e in relazione alla mobilità di alcune categorie (professionisti, commercianti, eccetera) che usufruiscono dell’orario spezzato; infine, il picco più elevato di incidentalità si registra intorno alle ore 18, quando si cumulano gli effetti dell’incremento della circolazione dovuto agli spostamenti dal luogo del lavoro verso l’abitazione con fattori psico-sociali quali lo stress da lavoro e la difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale non ancora sostituita da quella artificiale.

La notte: meno incidenti, ma più pericolosi
È la notte il momento in cui gli incidenti presentano il più elevato tasso di mortalità, anche se il numero di sinistri è più basso. In questo arco temporale, l’indice di mortalità registra il valore massimo intorno alle ore 5 del mattino (6 morti ogni 100 incidenti). Nel 2005 nella fascia oraria compresa tra le 22 e le 6 si sono verificati 35.098 incidenti stradali che hanno causato il decesso di 1.529 persone (pari al 28,2% dei morti totali) e il ferimento di altre 54.873.
Gli incidenti del venerdì e sabato notte sono pari al 44,3% del totale degli incidenti notturni; analogamente, i morti e i feriti del venerdì e sabato notte rappresentano, rispettivamente, il 45,0% e il 47,1%.
Gli incidenti notturni rilevati negli altri giorni della settimana (fatta eccezione quindi per il venerdì e il sabato notte) costituiscono complessivamente il 55,7% di tutti gli incidenti della notte.
L’indice di mortalità degli incidenti avvenuti durante la notte è pari al 4,4% contro il 2,4% della media nazionale. Tale indice assume valore massimo in corrispondenza del venerdì notte (4,7%).

Da un’analisi dei dati degli incidenti avvenuti durante la notte per tipologia di strada, si rileva che gli incidenti in area urbana sono più del doppio di quelli in area extraurbana, ma la pericolosità delle strade extraurbane è molto più elevata di quella delle strade urbane: l’indice di mortalità in città è pari al 2,5% mentre fuori città tale indicatore assume il valore di 8,9% circa.

Come e perché avvengono gli incidenti
La maggior parte degli incidenti stradali è rappresentata da uno scontro tra due o più veicoli (76,7%); soltanto il 23,3% degli incidenti avviene tra veicoli isolati.

Nell’ambito degli incidenti tra veicoli la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (79.706 casi) con 1.388 morti e 113.257 feriti seguita dal tamponamento che registra 42.435 casi con 526 morti e 67.685 persone ferite.
Tra gli incidenti a veicoli isolati la fuoriuscita o sbandamento del veicolo rappresenta la maggior parte dei casi (21.637 incidenti) con 1.061 morti e 27.191 feriti.

Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata costituiscono da sole il 50% dei casi. Lo stato psico-fisico alterato, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi (2%), va segnalato per la gravità degli eventi ed il fatto che essi coinvolgono di più i giovani.

Le cause principali che rientrano in tale categoria sono: l’ebbrezza da alcool (4.107 casi pari al 70% della categoria), il malore improvviso, l’ingestione di sostanze stupefacenti o psicotrope ed il sonno che con 1.551 casi pesano per il 26%. Soltanto in 766 casi, che pesano per lo 0,3% sul totale, sono stati difetti o avarie del veicolo ad aver causato gli incidenti.

Chi viene coinvolto: conducenti, passeggeri e pedoni
Il 67,0% dei morti ed il 70,8% dei feriti a seguito di incidente stradale è costituito dai conducenti dei veicoli coinvolti, i passeggeri trasportati rappresentano il 20,0% dei morti ed il 23,2% dei feriti ed i pedoni, che costituiscono un’utenza debole della strada, risultano appena il 6,1% dei feriti ma ben il 13,0% dei morti.

Le differenze tra i livelli di rischio per le diverse categorie di utenti emergono più chiaramente dal rapporto tra numero di morti ed infortunati totali: nel 2005 ogni 100 conducenti infortunatii si sono registrati circa 1,7 morti; tale rapporto si riduce a 1,5 per i trasportati, ma sale a 3,7 per i pedoni.
I conducenti morti a seguito di incidente stradale presentano il valore massimo in corrispondenza della fascia di età compresa tra 25 e 29 anni (504 decessi in valore assoluto), seguiti dalla fascia di età 30-34 anni (401 morti) e dalla fascia 21-24 anni (371 morti).
Per quanto riguarda i conducenti rimasti feriti le fasce di età più colpite risultano quelle di 25-29 anni (31.859 feriti in valore assoluto), di 30-34 anni (30.952 feriti) e quella di 35-39 anni (25.572 conducenti feriti).

Anche per i trasportati infortunati le classi di età che presentano i valori massimi in termini assoluti corrispondono alla fascia 21-24 anni per i morti e alla fascia 25-29 anni per i feriti.

Come accennato, il pedone è certamente l’entità più debole fra le persone coinvolte.
Il rischio di infortunio causato da investimento stradale è particolarmente alto per la popolazione anziana: la fascia di età compresa tra 75 e 79 anni presenta il valore massimo in termini assoluti per quanto riguarda i morti (91) e la fascia di età compresa tra 70 e 74 anni per i feriti (1.315).

Nel complesso, la fascia più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è quella tra i 25 e i 29 anni, con 637 morti e 41.230 feriti.

Link al documento di sintesi.

Fonte: Istat
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