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Calano gli incidenti ed i morti sulle strade, ma è ancora emergenza. Un’emergenza che ogni anno costa all'Italia 35.464 milioni di euro, pari al 2,7% del PIL. Lo afferma una ricerca Istat-Aci sugli incidenti stradali verificatisi in Italia nel 2003, individuando le principali cause dei sinistri, percorsi e giorni più a rischio.
Gli incidenti stradali sulla rete stradale italiana nel 2003 sono stati 225.141, il 5,9% in meno del 2002 (quando erano stati 239.354). Diminuiti anche morti (6.015, contro i 6.739 del 2002: -10,7%) e feriti (318.961, il 6,6% in meno del 2002, quando erano risultati 341.660).
Al calo ha contribuito in modo significativo l’introduzione della patente a punti, in particolare nel primo semestre di applicazione; le riduzioni più rilevanti si sono registrate nelle strade extraurbane (-18,6%), nelle statali e provinciali che attraversano i piccoli centri (-16,8%) e in autostrada (-15,9%), più contenuta invece (-8,8%) la riduzione in città.
La ricerca Ista-Aci ha stimato che in sei mesi, grazie alla patente a punti, si sono risparmiati più di 900 milioni di Euro in costi umani (spese sanitarie, danno biologico e morale, mancata produzione).
Il bilancio resta tuttavia allarmante. 617 incidenti nel "giorno medio", con 16 morti e 874 feriti.
Il mese più a rischio risulta giugno, il venerdì è "giorno nero". Le "18.00", l'ora più a rischio; la notte (dalle 22.00 alle 6.00 del mattino) il periodo con il più alto tasso di mortalità.
Le strade urbane sono quelle nelle quali si verifica il maggior numero di incidenti (75%), con il 40,2% di morti; gli incidenti in autostrada costituiscono invece il 6% del totale, con l’11,2% di morti.
A quali fattori sono imputabili principalmente gli incidenti? Aci e Istal ritengono che guida distratta/andamento indeciso, mancato rispetto distanze di sicurezza ed eccesso di velocità siano le cause principali degli incidenti stradali.
Il 3,3% degli incidenti è stato causato da ebbrezza da alcool, lo 0,8% sono dovuti a malore o colpo di sonno, il 3,3% causati da attraversamenti irregolari della strada da parte dei pedoni. Per quanto riguarda, invece, difetti o avarie dei veicoli, si segnalano 912 incidenti per rottura o insufficienza dei freni, 762 per scoppio o eccessiva usura dei pneumatici.
Considerando gli incidenti su base regionale, il primo posto spetta alla Lombardia (48.719 incidenti, con 936 morti e 66.971 feriti), seguita da Lazio (27.099; 482; 37.891), ed Emilia Romagna (24.712; 700; 34.158).
Mentre Valle d'Aosta, Molise e Basilicata sono le regioni che hanno fatto registrare il minor numero di incidenti, rispettivamente: 413, 619 e 786.
Per quanto riguarda le Province, invece, la "top ten" vede ai primi due posti Milano con 28.296 incidenti, seguita da Roma con 21.821. Agli ultimi posti Vibo Valentia con 279 incidenti e Potenza con 313.
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Il venerdi e' il giorno nero sulle strade
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Calano gli incidenti ed i morti sulle strade, ma è ancora emergenza. Un’emergenza che ogni anno costa all'Italia 35.464 milioni di euro, pari al 2,7% del PIL. Lo afferma una ricerca Istat-Aci sugli incidenti stradali verificatisi in Italia nel 2003, individuando le principali cause dei sinistri, percorsi e giorni più a rischio.
Gli incidenti stradali sulla rete stradale italiana nel 2003 sono stati 225.141, il 5,9% in meno del 2002 (quando erano stati 239.354). Diminuiti anche morti (6.015, contro i 6.739 del 2002: -10,7%) e feriti (318.961, il 6,6% in meno del 2002, quando erano risultati 341.660).
Al calo ha contribuito in modo significativo l’introduzione della patente a punti, in particolare nel primo semestre di applicazione; le riduzioni più rilevanti si sono registrate nelle strade extraurbane (-18,6%), nelle statali e provinciali che attraversano i piccoli centri (-16,8%) e in autostrada (-15,9%), più contenuta invece (-8,8%) la riduzione in città.
La ricerca Ista-Aci ha stimato che in sei mesi, grazie alla patente a punti, si sono risparmiati più di 900 milioni di Euro in costi umani (spese sanitarie, danno biologico e morale, mancata produzione).
Il bilancio resta tuttavia allarmante. 617 incidenti nel "giorno medio", con 16 morti e 874 feriti.
Il mese più a rischio risulta giugno, il venerdì è "giorno nero". Le "18.00", l'ora più a rischio; la notte (dalle 22.00 alle 6.00 del mattino) il periodo con il più alto tasso di mortalità.
Le strade urbane sono quelle nelle quali si verifica il maggior numero di incidenti (75%), con il 40,2% di morti; gli incidenti in autostrada costituiscono invece il 6% del totale, con l’11,2% di morti.
A quali fattori sono imputabili principalmente gli incidenti? Aci e Istal ritengono che guida distratta/andamento indeciso, mancato rispetto distanze di sicurezza ed eccesso di velocità siano le cause principali degli incidenti stradali.
Il 3,3% degli incidenti è stato causato da ebbrezza da alcool, lo 0,8% sono dovuti a malore o colpo di sonno, il 3,3% causati da attraversamenti irregolari della strada da parte dei pedoni. Per quanto riguarda, invece, difetti o avarie dei veicoli, si segnalano 912 incidenti per rottura o insufficienza dei freni, 762 per scoppio o eccessiva usura dei pneumatici.
Considerando gli incidenti su base regionale, il primo posto spetta alla Lombardia (48.719 incidenti, con 936 morti e 66.971 feriti), seguita da Lazio (27.099; 482; 37.891), ed Emilia Romagna (24.712; 700; 34.158).
Mentre Valle d'Aosta, Molise e Basilicata sono le regioni che hanno fatto registrare il minor numero di incidenti, rispettivamente: 413, 619 e 786.
Per quanto riguarda le Province, invece, la "top ten" vede ai primi due posti Milano con 28.296 incidenti, seguita da Roma con 21.821. Agli ultimi posti Vibo Valentia con 279 incidenti e Potenza con 313.
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