Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Riservatezza in Internet
Il tema della tutela della riservatezza nelle attivita' che si svolgono attraverso Internet e' frequentemente affrontato dal Garante per la privacy. Nella sua newsletter settimanale ha riportato i risultati di un sondaggio, condotto in rete dalla Gallup Organization, che analizza come gli utenti statunitensi percepiscono la tutela della privacy in Internet.
Il sondaggio, che ha riguardato un campione di 391 adulti di età superiore a 18 anni, ha rilevato che l'80% degli intervistati nutre preoccupazione rispetto alla tutela dei propri dati personali comunicati via Internet, e nel 28% dei casi il timore dimostrato e' molto forte.
Analizzando le fonti di preoccupazione, il primato spetta al trattamento dei dati relativi alle carte di credito utilizzate per le transazioni commerciali via Internet (82% del campione); il 73% degli intervistati teme che le imprese conservino dati relativi alla navigazione su Internet per fini di marketing, e il 71% vorrebbe che non fossero utilizzati cookies che consentano di tenere traccia degli spostamenti su Internet.
La preoccupazione di essere ''spiati'' e controllati nell'accesso a Internet e nell'utilizzo della posta elettronica da parte del provider e' condiviso dal 61% del campione; mentre il 56% degli intervistati di età compresa fra 18 e 29 anni ed il 32% dei soggetti con più di 50 anni teme il monitoraggio del datore di lavoro.
Quali sono i dati che gli utenti non comunicano volentieri attraverso Internet? Il sondaggio ha rilevato che chi utilizza la posta elettronica non si sente sicuro (73%) nel comunicare il numero della previdenza sociale (che negli USA è un dato fondamentale, in quanto da esso dipende l'accesso a numerosissimi servizi), e i dati relativi alla carta di credito.
La percentuale degli intervistati che ha dichiarato di non avere alcun problema nel fornire il proprio indirizzo di posta elettronica sfiora l'80%, mentre il 65% degli utenti nutre una certa preoccupazione nel fornire via e-mail il numero di telefono privato; il 53% fornisce, invece, senza problemi il numero di telefono del luogo di lavoro.
Il 66% del campione, infine, ritiene che il governo debba introdurre nuove disposizioni di legge per garantire la privacy online.
Il sondaggio, che ha riguardato un campione di 391 adulti di età superiore a 18 anni, ha rilevato che l'80% degli intervistati nutre preoccupazione rispetto alla tutela dei propri dati personali comunicati via Internet, e nel 28% dei casi il timore dimostrato e' molto forte.
Analizzando le fonti di preoccupazione, il primato spetta al trattamento dei dati relativi alle carte di credito utilizzate per le transazioni commerciali via Internet (82% del campione); il 73% degli intervistati teme che le imprese conservino dati relativi alla navigazione su Internet per fini di marketing, e il 71% vorrebbe che non fossero utilizzati cookies che consentano di tenere traccia degli spostamenti su Internet.
La preoccupazione di essere ''spiati'' e controllati nell'accesso a Internet e nell'utilizzo della posta elettronica da parte del provider e' condiviso dal 61% del campione; mentre il 56% degli intervistati di età compresa fra 18 e 29 anni ed il 32% dei soggetti con più di 50 anni teme il monitoraggio del datore di lavoro.
Quali sono i dati che gli utenti non comunicano volentieri attraverso Internet? Il sondaggio ha rilevato che chi utilizza la posta elettronica non si sente sicuro (73%) nel comunicare il numero della previdenza sociale (che negli USA è un dato fondamentale, in quanto da esso dipende l'accesso a numerosissimi servizi), e i dati relativi alla carta di credito.
La percentuale degli intervistati che ha dichiarato di non avere alcun problema nel fornire il proprio indirizzo di posta elettronica sfiora l'80%, mentre il 65% degli utenti nutre una certa preoccupazione nel fornire via e-mail il numero di telefono privato; il 53% fornisce, invece, senza problemi il numero di telefono del luogo di lavoro.
Il 66% del campione, infine, ritiene che il governo debba introdurre nuove disposizioni di legge per garantire la privacy online.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.