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La sicurezza informatica di un'azienda inizia dal personale?
La condanna a 20 mesi di carcere inflitta a David Smith, il creatore del virus informatico ''Melissa'', ha riportato alla mente i danni che nel 1999 subirono milioni di aziende in tutto il mondo a causa della diffusione di questo virus. I danni provocati sono stati stimati in circa 90 milioni di euro.
Questo episodio dimostra quanto sia importante proteggere i sistemi informatici aziendali da possibili aggressioni esterne e formare il personale a ''comportamenti sicuri'', quale ad esempio non aprire allegati di messaggi di posta elettronica ''sospetti''.
In alcuni casi infatti il ''punto debole'' della protezione può essere la mancanza di cultura della sicurezza informatica e l'utilizzo non corretto degli strumenti informatici messi a disposizione del personale.
Proprio delle ''minacce interne'' è preoccupata la metà delle aziende inglesi che, secondo una ricerca del Dipartimento del commercio e dell'industria del Regno Unito, teme più gli 'incidenti' interni che incursioni di pirati informatici o virus.
Una inversione di tendenza, considerando che una simile indagine svolta nell'anno precedente attestava al 75% la percentuale delle aziende inglesi che ritenevano gli hacker la principale minaccia per i propri sistemi.
La recente ricerca del Dipartimento del commercio e dell'industria del Regno Unito afferma che circa la metà degli incidenti informatici nelle aziende britanniche, attribuiti ad hacker nel 2002, in realtà sono stati opera degli stessi dipendenti delle aziende.
Tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di errori dei dipendenti e non di azioni compiute in mala fede per danneggiare l'azienda.
Molte aziende inglesi hanno deciso, quindi, di prevenire questi ''incidenti'' installando sulle postazioni dei propri dipendenti software che ne monitorano l'attività.
Questo episodio dimostra quanto sia importante proteggere i sistemi informatici aziendali da possibili aggressioni esterne e formare il personale a ''comportamenti sicuri'', quale ad esempio non aprire allegati di messaggi di posta elettronica ''sospetti''.
In alcuni casi infatti il ''punto debole'' della protezione può essere la mancanza di cultura della sicurezza informatica e l'utilizzo non corretto degli strumenti informatici messi a disposizione del personale.
Proprio delle ''minacce interne'' è preoccupata la metà delle aziende inglesi che, secondo una ricerca del Dipartimento del commercio e dell'industria del Regno Unito, teme più gli 'incidenti' interni che incursioni di pirati informatici o virus.
Una inversione di tendenza, considerando che una simile indagine svolta nell'anno precedente attestava al 75% la percentuale delle aziende inglesi che ritenevano gli hacker la principale minaccia per i propri sistemi.
La recente ricerca del Dipartimento del commercio e dell'industria del Regno Unito afferma che circa la metà degli incidenti informatici nelle aziende britanniche, attribuiti ad hacker nel 2002, in realtà sono stati opera degli stessi dipendenti delle aziende.
Tuttavia nella maggior parte dei casi si tratta di errori dei dipendenti e non di azioni compiute in mala fede per danneggiare l'azienda.
Molte aziende inglesi hanno deciso, quindi, di prevenire questi ''incidenti'' installando sulle postazioni dei propri dipendenti software che ne monitorano l'attività.
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