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La sanità si dimostra sempre meno resistente agli attacchi informatici

La sanità si dimostra sempre meno resistente agli attacchi informatici
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Sicurezza informatica

18/10/2021

Più volte abbiamo dato notizia ai lettori degli attacchi di cui sono rimasti vittime i sistemi sanitari informatici. Ecco alcune notizie sull’attacco perpetrato il primo maggio 2021.

 

Scripps è un’azienda americana che gestisce numerose strutture sanitarie, a livello federale. Dopo aver subito un attacco informatico, i responsabili hanno dato notizia a tutti i pazienti assistiti della situazione e delle misure che sono state messe in atto per mettere sotto controllo il fenomeno.

 

L’attacco informatico è stato perpetrato il 1° maggio, quando del malware è stato inserito nel sistema informativo dell’azienda sanitaria.

 

L’incidente ha indotto i responsabili dei sistemi informativi a bloccare l’accesso a numerose aree della rete informatica nazionale. Solo il 20 maggio l’azienda ha informato i suoi pazienti che, anche se alcune prestazioni del sito Web non erano ancora disponibili, una significativa porzione del sistema informativo era nuovamente ripristinata e funzionante regolarmente.

 

Alla data del 20 maggio, il portale del sistema informatico sanitario, che i pazienti utilizzano per pianificare degli appuntamenti e per inviare messaggi al personale sanitario che li assiste, purtroppo non era ancora attivo.

 


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Gli esperti informatici dell’azienda stanno indagando sulle modalità con cui è stato perpetrato questo attacco informatico e non sono ancora in grado di dire se i dati dei pazienti sono stati coinvolti nell’attacco. In caso le successive indagini portino a determinare che vi possa essere stata una violazione, anche potenziale, dei dati dei pazienti, ogni singolo paziente riceverà una informazione specifica.

 

L’azienda, in attesa di ripristinare i servizi, si è appoggiata a due grandi aziende sanitarie, che forniscono servizi di laboratorio, per cercare di consentire al più presto di mettere a disposizione dei pazienti le loro cartelle cliniche.

 

Dal punto di vista operativo, i quattro ospedali, i dipartimenti di emergenza, i centri di assistenza urgente e le cliniche, nonché le strutture mediche affiliate alla catena, sono aperte e visitano i pazienti. Ciò non toglie che il contatto con il paziente debba avvenire direttamente, con telefonate, e che operazioni pianificate devono purtroppo essere riprogrammate. Le visite virtuali sono operative.

 

Ancora una volta, possono sorgere legittime perplessità circa il fatto che sia corretta l’impostazione, che purtroppo molte strutture sanitarie danno alla sicurezza informatica: “Per noi è più importante curare i pazienti, che non la loro privacy!”.

 

Quanto questa affermazione sia condivisibile, lasciamo decidere ai lettori.

 

Adalberto Biasiotti

 

 

 




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