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L’intelligenza artificiale interviene in Parlamento

L’intelligenza artificiale interviene in Parlamento
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Sicurezza informatica

07/06/2023

La stampa ha dato notizia di un intervento di un parlamentare a commento di una proposta di legge, al termine del quale, dopo aver ricevuto i doverosi applausi, ha rivelato che il testo era stato scritto da un applicativo di intelligenza artificiale!

Ci troviamo nell’aula della Camera dei deputati del parlamento italiano. È in esame un disegno di legge. Un deputato si alza e legge un intervento esplicativo su alcuni aspetti del disegno di legge, che egli ritiene debbano essere approfonditi.

 

L’intervento viene ascoltato dalla maggioranza e dall’opposizione e, dato il taglio costruttivo dell’intervento stesso, viene applaudito dei presenti. Subito dopo, il parlamentare annuncia che il suo intervento era stato elaborato dall’applicativo generativo di intelligenza artificiale, chiamato ChatGPT.

 

Non appena lo scrivente ha avuto notizia di questo fatto, è andato a ricercare nei verbali della seduta del parlamento il testo in questione, che deve essere sempre presente nel verbale della riunione.

 

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Il testo è ben fatto, è complessivamente corretto, offre alcune puntualizzazioni e precisazioni che, anche se in parte ovvie, non è tuttavia superfluo esporre.

 

Mi auguro che i lettori vorranno essere così preoccupati come lo scrivente, in merito a questa situazione, che a maggior ragione giustifica gli interventi combinati, di qua e di là dell’Atlantico, per mettere sotto controllo questi applicativi, in particolare gli applicativi generativi di intelligenza artificiale.

 

In una nota precedente, abbiamo già messo in guardia i lettori circa il fatto che è bene che i responsabili della sicurezza informatica diffondano una circolare, in tutta l’azienda, esortando i dipendenti a prestare molta attenzione nell’utilizzo di questi applicativi, sia per possibili violazioni dei diritti d’autore, sia perché alcune considerazioni, che possono essere generate da questi applicativi, potrebbero essere in contraddizione con politiche societarie.

 

A questo proposito, raccomando di non fare esplicito riferimento all’applicazione sopra menzionata, ma di fare sempre riferimento ad “applicativi generativi di intelligenza artificiale”.

 

Il motivo è che l’attenzione che stanno attirando questi applicativi farà sì che, probabilmente a breve, altri ne possano nascere.

 

La preoccupazione di chi scrive è ampiamente condivisa dagli organi di governo degli Stati Uniti e dell’Europa e non mancheremo di tenere aggiornati i lettori sull’evoluzione normativa, afferente specificamente agli applicativi di intelligenza artificiale, ed ancor più agli applicativi generativi, perché un uso incontrollato di questi applicativi può portare a situazioni veramente paradossali, come quella appena illustrata.

 

Adalberto Biasiotti




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Rispondi Autore: Aldo Perron - likes: 0
07/06/2023 (11:41:43)
tutto quanto efficace e efficiente, quindi in termini economici conveniente non è mai stato fermato per legge

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