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Furti di identita': e' allarme
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Gli utenti inglesi forniscono con troppa facilità i propri dati online. Lo afferma una ricerca condotta da Winmark Research per conto della Rsa Security, che ha analizzato le abitudini dei consumatori nella gestione dei loro dati personali e le possibili ripercussioni sull’e-commerce.
La ricerca ha voluto testare il grado di consapevolezza degli utenti in merito al crescente problema dei “furti di identità”; un fenomeno che se non arginato potrebbe diminuire la fiducia dei consumatori nei confronti degli acquisti sul web.
La consapevolezza degli utenti circa i possibili abusi dei dati forniti on line è risultata bassa; le password utilizzate dagli utenti per proteggere le informazioni fornite on line sono intrinsecamente insicure e in un terzo dei casi (33%) gli intervistati hanno condiviso le password con altri o le hanno scritte su qualche supporto.
Il 79% degli intervistati si sono dimostrati disponibili a fornire informazioni che avrebbero potuto rivelare dettagli sufficienti per consentire un “furto di identità”.
Il testo completo della ricerca è disponibile qui.
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Gli utenti inglesi forniscono con troppa facilità i propri dati online. Lo afferma una ricerca condotta da Winmark Research per conto della Rsa Security, che ha analizzato le abitudini dei consumatori nella gestione dei loro dati personali e le possibili ripercussioni sull’e-commerce.
La ricerca ha voluto testare il grado di consapevolezza degli utenti in merito al crescente problema dei “furti di identità”; un fenomeno che se non arginato potrebbe diminuire la fiducia dei consumatori nei confronti degli acquisti sul web.
La consapevolezza degli utenti circa i possibili abusi dei dati forniti on line è risultata bassa; le password utilizzate dagli utenti per proteggere le informazioni fornite on line sono intrinsecamente insicure e in un terzo dei casi (33%) gli intervistati hanno condiviso le password con altri o le hanno scritte su qualche supporto.
Il 79% degli intervistati si sono dimostrati disponibili a fornire informazioni che avrebbero potuto rivelare dettagli sufficienti per consentire un “furto di identità”.
Il testo completo della ricerca è disponibile qui.
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