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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Una guida per operatori delle strutture residenziali per anziani
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Qualche giorno fa PuntoSicuro ha presentato gli opuscoli che il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali ha realizzato, in collaborazione con il Ccm (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie), per affrontare il caldo estivo che ha raggiunto la nostra penisola.
In questo nuovo articolo entriamo più nel dettaglio della pubblicazione, dedicata alle raccomandazioni per i responsabili e il personale delle strutture che ospitano anziani non autosufficienti per la prevenzione dei problemi di salute legati alle ondate di calore.
Nell’opuscolo si ricorda che “nell’estate del 2003, quando in Europa si sono raggiunte condizioni climatiche molto sfavorevoli per temperature e umidità elevate, si è osservato anche tra gli anziani della nostra nazione un drammatico aumento della mortalità e del ricorso all’ospedalizzazione”.
Gli effetti più gravi di questa passata estate “si sono osservati, soprattutto in Francia, proprio tra gli anziani ospiti di istituti e strutture residenziali”.
Infatti gli anziani ospiti di istituti e strutture residenziali “rappresentano un gruppo particolarmente fragile per l’età media molto avanzata, la rilevante perdita di autonomia e la presenza di più patologie”.
Uno dei pericoli principali del caldo estivo è costituito dal “colpo di calore”. Disturbo che se non trattato “può avere esito in uno scompenso funzionale generale con conseguenti danni cerebrali o morte”.
Tuttavia conoscere la sintomatologia non è sufficiente: spesso “le temperature estreme determinano nelle persone anziane già in precarie condizioni di salute un aggravamento di patologie preesistenti, facendone precipitare il compromesso equilibrio biologico”.
Dunque è necessario mettere in atto nelle strutture delle vere e proprie azioni preventive.
Ad esempio prima dell’inizio della stagione estiva è utile:
- “verificare la possibilità di oscurare le finestre (con tende, persiane, ecc.) in tutte le camere degli ospiti e le superfici vetrate degli spazi collettivi;
- identificare quali stanze sono più facili da mantenere fresche (ad esempio quelle orientate a nord, quelle mitigate dalla presenza esterna di alberi, ecc.) e quali lo sono meno e rivedere, di conseguenza, la distribuzione degli ospiti;
- controllare il corretto funzionamento dell’impianto di climatizzazione e assicurarsi che nella struttura sia disponibile almeno un luogo climatizzato o un ambiente sufficientemente fresco (con temperatura compresa tra 24° e 26°C) dove accogliere gli ospiti nelle ore più calde”;
- installare termometri nei luoghi dove gli ospiti maggiormente a rischio soggiornano più a lungo e, in assenza di un impianto di climatizzazione, definire almeno un’area da climatizzare o garantire in ogni stanza una ventilazione a pale a soffitto;
- definire un protocollo scritto (turni di lavoro, rapporti con familiari, volontari e specialisti delle ASL,...) da attivare in caso di segnalazione dello stato di allerta termico (per le strutture raggiunte dal sistema di allerta della Protezione Civile) o in presenza della combinazione di temperature e tasso di umidità elevati;
- “identificare un referente interno per il coordinamento delle operazioni connesse al protocollo e dotare la struttura di un indirizzo e-mail per facilitare le comunicazioni in caso di emergenza
- identificare i collegamenti con le strutture sanitarie territoriali di emergenza (118) e ospedaliere, da attivare in caso di necessità (percorsi privilegiati)”;
- pianificare momenti formativi per il personale;
- individuare i soggetti più a rischio e, se possibile, misurarne il peso corporeo (il peso costituisce un semplice indicatore di facile monitoraggio);
- verificare lo stato di idratazione degli ospiti, richiedere ai medici curanti di ciascun ospite informazioni individuali specifiche e far verificare che il vestiario disponibile sia adeguato per l’estate.
In previsione dell’arrivo di un’ondata di calore è poi importante:
- “seguire l’evoluzione dello stato di allerta (per le strutture raggiunte dal sistema di allerta della Protezione Civile)”;
- ricordare agli ospiti e ai loro familiari le regole base per proteggersi dal caldo e programmare la distribuzione dell’acqua a intervalli regolari (assicurando l’assunzione, in assenza di controindicazioni, di almeno due litri di liquidi al giorno);
- monitorare temperatura e peso corporeo dei soggetti più a rischio e rilevare quotidianamente pressione arteriosa e frequenza cardiaca;
- controllare lo stato di idratazione degli assistiti attraverso semplici segni clinici e controllo del bilancio idrico;
- adattare le diete ed evitare le bevande alcoliche, a forte tasso di caffeina (caffè, tè, cola), molto zuccherate o gassate;
- condurre in una zona climatizzata o fresca tutti i residenti almeno tre ore al giorno (ad esempio nelle ore più calde tra le 11 e le 14);
- vestire le persone in modo più leggero possibile (abiti di cotone ampi e freschi) e rinfrescare il viso, la nuca e le altre parti scoperte del corpo;
- “porre attenzione alla presenza dei seguenti segni clinici: crampi, mal di testa, significativa spossatezza, sensazione di svenimento, vertigini, malessere generalizzato, modifiche del comportamento e disorientamento, disturbi del sonno”;
- verificare la formazione del personale sui rischi del caldo e contattare i medici curanti delle persone maggiormente a rischio per adattare il piano di cura e la terapia in corso (ciò vale soprattutto per chi assume diuretici, antipertensivi, antidiabetici e psicofarmaci).
A livello ambientale si consiglia di:
- chiudere le finestre e le serrande, soprattutto quelle delle facciate esposte al sole finché le temperatura esterna è superiore a quella interna;
- “aprire gli infissi il più possibile e favorire il ricambio d’aria in tutto l’edificio quando la temperatura esterna è più bassa di quella interna;
- annullare ogni programma di attività fisica o di uscite durante le ore più calde;
- monitorare le temperature all’interno dell’edificio quattro volte al dì (ad esempio alle ore 10, 12, 14 e 16)”.
Ricordiamo infine che gli anziani maggiormente suscettibili alle conseguenze delle ondate di calore sono quelli con “età maggiore di 75 anni con gravi malattie in fase acuta o malattie cronico degenerative, come problemi cardiaci, diabete, insufficienza respiratoria o renale, malattia di Parkinson o gravi malattie mentali, malattia di Alzheimer e altre forme di demenza”.
- Estate sicura 2008: come vincere il caldo “Raccomandazioni per i responsabili e il personale delle strutture che ospitano anziani non autosufficienti per la prevenzione dei problemi di salute legati alle ondate di calore” (formato PDF, 487 kB).
Tiziano Menduto
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