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Siti finanziari: attenti alle truffe

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La Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) richiama l’attenzione sulle truffe finanziarie via internet.
Nella presentazione della Relazione annuale 2003, la Commissione ha rilevato una “illegalità diffusa nei siti finanziari tale da richiedere la massima attenzione nell’azione di vigilanza”. Nel 2003 sono stati analizzati più di 250 siti web; in oltre 100 casi sono state riscontrate anomalie e sono state conseguentemente adottate azioni di enforcement (vigilanza).
I provvedimenti di enforcement deliberati dalla Commissione nel corso del 2003 sono stati rappresentati principalmente da sospensioni e divieti di sollecitazione all’investimento di strumenti finanziari, nonché nell’invio di lettere di “richiamo” ai soggetti interessati.

L’esperienza di vigilanza sul web ha evidenziato, secondo la Consob, “l’impossibilità di individuare a priori le tipologie di irregolarità che caratterizzano l’attività tramite siti internet.”

Dall’analisi dei casi di irregolarità rilevati nel 2003 sono emersi in particolare due aspetti.
In genere lo schema utilizzato per le sollecitazioni abusive è risultato riconducibile al meccanismo della cosiddetta “catena di Sant’Antonio”. Frodi vecchie utilizzando modalità di comunicazione nuove...
“In altri termini, il proprietario del sito promuove un’attività, cui è sotteso l’investimento in strumenti finanziari, che prevede una possibilità di guadagno per ciascun soggetto investitore collegata al numero di ulteriori investitori che questi sarà in grado di coinvolgere. – spiega la Consob - Tale meccanismo di remunerazione di tipo piramidale funziona evidentemente finché la progressione numerica con cui sopraggiungono i nuovi investitori garantisce i flussi di cassa necessari alla remunerazione dei primi investitori e soprattutto del soggetto che ha avviato l’attività (il proprietario del sito). Infatti, nel momento in cui i flussi di cassa rivenienti dai nuovi investitori risultino insufficienti il meccanismo implode su se stesso generando la perdita dell’intero capitale investito per gli ultimi soggetti che hanno partecipato al sistema.”

Un altro schema ampiamente diffuso in rete consiste nella presentazione di un’apparente attività di consulenza che in realtà sottende l’effettiva prestazione abusiva del servizio di gestione e/o di collocamento di strumenti finanziari.
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