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Parchi acquatici: non devono mancare i cartelli sull'uso delle attrezzature
La sicurezza nei parchi acquatici di divertimento dipende anche da una corretta informazione.
I proprietari e i gestori hanno infatti l'obbligo di informare i clienti, con appositi cartelli, sul corretto uso delle attrezzature.
Lo conferma una sentenza della Cassazione che ha condannato l'amministratore di un parco acquatico a risarcire i familiari di un uomo morto in seguito alle ferite riportate durante l'utilizzo di una delle attrezzature del parco.
L'incidente è accaduto nel 1990.
La vittima era scesa, a pancia in giù e faccia in avanti, da uno scivolo, alto circa 10 metri, che immetteva in una piscina dove il livello dell'acqua era di un metro.
L'uomo aveva scelto una modalità di discesa pericolosa per questo tipo di attrezzatura; i familiari avevano sostenuto che l'uomo ''legittimamente aveva fatto affidamento, nell'impiego dello scivolo, sulla adeguatezza dell'effetto frenante dell'acqua'', ed avevano contestato la ''mancanza di cartelli che spiegassero come utilizzare le strutture dell'impianto''.
La Cassazione ha confermato la decisione della Corte di Appello di Brescia che attribuirono l'80% della responsabilità per l'infortunio al gestore del parco, mentre il 20% fu attribuito alla condotta imprudente della vittima.
La Suprema corte ha inoltre confermato che l'amministratore del parco dovrà risarcire i familiari della vittima.
I proprietari e i gestori hanno infatti l'obbligo di informare i clienti, con appositi cartelli, sul corretto uso delle attrezzature.
Lo conferma una sentenza della Cassazione che ha condannato l'amministratore di un parco acquatico a risarcire i familiari di un uomo morto in seguito alle ferite riportate durante l'utilizzo di una delle attrezzature del parco.
L'incidente è accaduto nel 1990.
La vittima era scesa, a pancia in giù e faccia in avanti, da uno scivolo, alto circa 10 metri, che immetteva in una piscina dove il livello dell'acqua era di un metro.
L'uomo aveva scelto una modalità di discesa pericolosa per questo tipo di attrezzatura; i familiari avevano sostenuto che l'uomo ''legittimamente aveva fatto affidamento, nell'impiego dello scivolo, sulla adeguatezza dell'effetto frenante dell'acqua'', ed avevano contestato la ''mancanza di cartelli che spiegassero come utilizzare le strutture dell'impianto''.
La Cassazione ha confermato la decisione della Corte di Appello di Brescia che attribuirono l'80% della responsabilità per l'infortunio al gestore del parco, mentre il 20% fu attribuito alla condotta imprudente della vittima.
La Suprema corte ha inoltre confermato che l'amministratore del parco dovrà risarcire i familiari della vittima.
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