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L’esposizione a campi magnetici è dannosa per il cervello?

Una esposizione prolungata a campi magnetici anche di bassa intensità potrebbe creare danni ai tessuti del cervello.
Lo sostengono alcuni ricercatori statunitensi che hanno recentemente pubblicato, su “Environmental Health Prospectives”, uno studio sperimentale che ha preso in esame gli effetti dell'esposizione a campi magnetici a bassa intensità sul cervello dei ratti.
I ricercatori hanno ad esempio trovato che l’esposizione a campi magnetici con frequenza di 60HZ per 24 ore causava un danno alla catena del DNA delle cellule cerebrali, effetto che aumentava se l’esposizione era prolungata a 48 ore. Un risultato che indica che l’effetto è cumulativo.
I test avrebbero inoltre rilevato che nei ratti l’esposizione acuta a campi magnetici incrementa la apoptosi (morte programmata della cellula) e la necrosi delle cellule del cervello.

I ricercatori ipotizzano che l’esposizione a campi magnetici di frequenza di 60 Hz inizi un processo (reazione di Fenton) che aumenta la formazione di radicali liberi nelle cellule del cervello, conducendo alla rottura della catena del DNA e alla morte cellulare.
Questa ipotesi potrebbe avere implicazioni riguardo ai possibili effetti sulla salute associati all’esposizione a campi magnetici di frequenza estremamente bassa negli ambienti pubblici e di lavoro.

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