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Italiani disattenti trascurano la sicurezza domestica
Gli incidenti domestici sono tuttora la prima causa di incidentalità in Italia. Lo afferma la ricerca, sul tema della sicurezza e di quella domestica in particolare, svolta dal Censis per conto del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, presentata ieri.
Ogni anno infatti si calcolano circa circa 4 milioni di incidenti tra le mura domestiche, a fronte, ad esempio di quelli sul lavoro pari a poco più di 1 milione, e a quelli sulla strada pari a circa 300 mila.
La ricerca del Censis ha messo in evidenza una falda molto consistente di microincidentalità domestica, del tutto sommersa che, nel 2003, ha coinvolto il 27,8% degli italiani. Si tratta di un dato particolarmente significativo, poiché il correlato valore nelle statistiche ufficiali è pari al 7,6%. Per le donne, per le casalinghe e per gli abitanti del Centro–Sud il dato sale rispettivamente al 32,8%, al 33,1% e al 33%.
La geografia dei luoghi domestici più pericolosi è la seguente:
-il luogo in cui gli italiani si sentono meno sicuri è la cucina, in cui, a ragione, gli italiani pensano che avvengano maggiori incidenti;
-il soggiorno e le altre camere, denunciate dai dati strutturali come luoghi molto a rischio, non sono affatto riconosciuti come tali;
-mentre sono decisamente sopravalutati i rischi che si producono in bagno.
Da cosa dipendono gli infortuni domestici? Il Censis individua tre dimensioni principali: la qualità del sistema abitativo; le caratteristiche dei prodotti che entrano in casa; i comportamenti individuali.
La qualità del sistema abitativo è ancora molto bassa: i problemi più evidenti riguardano le infiltrazioni e le perdite d’acqua, soprattutto nelle regioni del Sud, dove un quarto delle case ha questo tipo di problemi.
Ma sono soprattutto i comportamenti a produrre insicurezza. Il 46,1% degli italiani negli ultimi tre mesi (con punte del 50,3% tra i giovani con meno di 30 anni, e del 56,6% tra studenti e disoccupati) ha avuto almeno un comportamento a rischio per se stessi, per i familiari e persino per i coinquilini.
Ma cosa fanno gli italiani di così rischioso? Scordano pentole sul fuoco acceso (12,2%); lasciano rubinetti aperti (11,9%); utilizzano, quando sono bagnati, apparecchi elettrici (11,2%); spengono gli elettrodomestici tirando il filo della presa (10,9%); lasciano il gas aperto (9,1%).
Ogni anno infatti si calcolano circa circa 4 milioni di incidenti tra le mura domestiche, a fronte, ad esempio di quelli sul lavoro pari a poco più di 1 milione, e a quelli sulla strada pari a circa 300 mila.
La ricerca del Censis ha messo in evidenza una falda molto consistente di microincidentalità domestica, del tutto sommersa che, nel 2003, ha coinvolto il 27,8% degli italiani. Si tratta di un dato particolarmente significativo, poiché il correlato valore nelle statistiche ufficiali è pari al 7,6%. Per le donne, per le casalinghe e per gli abitanti del Centro–Sud il dato sale rispettivamente al 32,8%, al 33,1% e al 33%.
La geografia dei luoghi domestici più pericolosi è la seguente:
-il luogo in cui gli italiani si sentono meno sicuri è la cucina, in cui, a ragione, gli italiani pensano che avvengano maggiori incidenti;
-il soggiorno e le altre camere, denunciate dai dati strutturali come luoghi molto a rischio, non sono affatto riconosciuti come tali;
-mentre sono decisamente sopravalutati i rischi che si producono in bagno.
Da cosa dipendono gli infortuni domestici? Il Censis individua tre dimensioni principali: la qualità del sistema abitativo; le caratteristiche dei prodotti che entrano in casa; i comportamenti individuali.
La qualità del sistema abitativo è ancora molto bassa: i problemi più evidenti riguardano le infiltrazioni e le perdite d’acqua, soprattutto nelle regioni del Sud, dove un quarto delle case ha questo tipo di problemi.
Ma sono soprattutto i comportamenti a produrre insicurezza. Il 46,1% degli italiani negli ultimi tre mesi (con punte del 50,3% tra i giovani con meno di 30 anni, e del 56,6% tra studenti e disoccupati) ha avuto almeno un comportamento a rischio per se stessi, per i familiari e persino per i coinquilini.
Ma cosa fanno gli italiani di così rischioso? Scordano pentole sul fuoco acceso (12,2%); lasciano rubinetti aperti (11,9%); utilizzano, quando sono bagnati, apparecchi elettrici (11,2%); spengono gli elettrodomestici tirando il filo della presa (10,9%); lasciano il gas aperto (9,1%).
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