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Inquinamento domestico
L'aria che respiriamo nelle nostre case potrebbe essere piu' inquinata di quella respirata nel traffico cittadino. Lo rivelano alcune ricerche, condotte a livello europeo e negli Stati Uniti, illustrate nell'inserto dedicato alla salute del ''Corriere della Sera''.
L'esposizione agli inquinanti domestici, secondo uno studio dell'EMBA (Indoor Environment Management Branch) dell' EPA (Environmental Protection Agency), può rivelarsi più elevata rispetto a quella esterna in quanto può avere concentrazioni maggiori ed è più prolungata nel tempo.
Uno studio a livello europeo (Expolis), realizzato in 6 grandi città (Milano, Atene, Grenoble, Basilea, Praga ed Helsinki) ha preso in esame invece la qualità dell'aria presente negli ambienti chiusi, compresi quelli di lavoro.
La ricerca in Italia, condotta dal Dipartimento di Medicina del lavoro dell'Università di Milano, ha monitorato 50 appartamenti.
Le rilevazioni degli inquinanti, effettuate con tre centraline poste nelle stanze e all'esterno dell'abitazione, avevano la durata di 48 ore.
Tramite un dispositivo portatile, venivano registrate le uscite degli abitanti dell'appartamento, i quali dovevano segnalare il tipo di attività svolta durante il soggiorno nelle varie stanze.
Le rilevazioni hanno misurato la concentrazione di 30 Composti organici volatili (tra i quali benzene e tricloroetilene), di polveri PM 2,5 e di ossido di carbonio.
Per alcune sostanze l'inquinamento interno rilevato era doppio rispetto a quello ambientale.
L'inquinamento domestico può derivare anche da comportamenti scorretti. Uno studio condotto in 885 abitazioni, realizzato da una rivista di consumatori francesi, ha mostrato che la metà delle abitazioni presentava una quantità elevata di Composti organici volatili.
In alcuni casi l'inquinamento era dovuto ad un insufficiente riciclo d'aria e a comportamenti scorretti quale un uso eccessivo di detergenti ricchi di solventi volatili.
L'associazione dei consumatori francesi ha chiesto che le etichette di prodotti che possono disperdere sostanze inquinanti (ad esempio vernici, detergenti, smacchiatori) indichino chiaramente questi pericoli.
L'esposizione agli inquinanti domestici, secondo uno studio dell'EMBA (Indoor Environment Management Branch) dell' EPA (Environmental Protection Agency), può rivelarsi più elevata rispetto a quella esterna in quanto può avere concentrazioni maggiori ed è più prolungata nel tempo.
Uno studio a livello europeo (Expolis), realizzato in 6 grandi città (Milano, Atene, Grenoble, Basilea, Praga ed Helsinki) ha preso in esame invece la qualità dell'aria presente negli ambienti chiusi, compresi quelli di lavoro.
La ricerca in Italia, condotta dal Dipartimento di Medicina del lavoro dell'Università di Milano, ha monitorato 50 appartamenti.
Le rilevazioni degli inquinanti, effettuate con tre centraline poste nelle stanze e all'esterno dell'abitazione, avevano la durata di 48 ore.
Tramite un dispositivo portatile, venivano registrate le uscite degli abitanti dell'appartamento, i quali dovevano segnalare il tipo di attività svolta durante il soggiorno nelle varie stanze.
Le rilevazioni hanno misurato la concentrazione di 30 Composti organici volatili (tra i quali benzene e tricloroetilene), di polveri PM 2,5 e di ossido di carbonio.
Per alcune sostanze l'inquinamento interno rilevato era doppio rispetto a quello ambientale.
L'inquinamento domestico può derivare anche da comportamenti scorretti. Uno studio condotto in 885 abitazioni, realizzato da una rivista di consumatori francesi, ha mostrato che la metà delle abitazioni presentava una quantità elevata di Composti organici volatili.
In alcuni casi l'inquinamento era dovuto ad un insufficiente riciclo d'aria e a comportamenti scorretti quale un uso eccessivo di detergenti ricchi di solventi volatili.
L'associazione dei consumatori francesi ha chiesto che le etichette di prodotti che possono disperdere sostanze inquinanti (ad esempio vernici, detergenti, smacchiatori) indichino chiaramente questi pericoli.
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