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INFULENZA AVIARIA: APPELLO DEL WWF AL MINISTRO STORACE

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Pubblichiamo la lettera di appello del WWF del Segretario Generale del WWF al Ministro Storace per prevenire i rischi dell'influenza aviaria.

 

 

Egr. sig. Ministro,

mi permetto di scrivere a lei poiché in questi giorni sta affrontando con intensità e presenza costante l’istanza legata all’influenza aviaria. A questo proposito mi permetto di segnalarle che nelle prossime settimane il nostro Paese potrebbe giocare una partita molto importante proprio nel campo della prevenzione contro una possibile epidemia di questa malattia.

 

Il fenomeno del propagarsi del virus si sta sviluppando proprio in concomitanza con l’apertura della stagione venatoria già anticipata da 17 regioni su 20, alcune regioni, per sparare a specie migratorie che provengono proprio dalle regioni interessate dal virus. Non è la prima volta che il WWF denuncia la possibilità del propagarsi dell’influenza aviaria anche in relazione alle migrazioni degli animali selvatici e alla modalità di gestione dell’attività venatoria senza i dovuti controlli sanitari nell’immissione di selvaggina. E’ la stessa OMS che invita ad evitare sia le forme di contatto con questi animali sia il loro consumo ed è la stessa FAO ad aver lanciato l’allarme epidemia legata a specie migratorie.

 

E’ questo il contesto nel quale il WWF le chiede di assumere un ruolo strategico di prevenzione mettendo in atto ogni meccanismo di prevenzione utile a tutelare la salute dei cittadini. Lei sarebbe autorizzato, tra le altre cose, a farsi promotore nei confronti del Ministero competente (Politiche Agricole) e del Governo in un’ottica di rigoroso rispetto del principio precauzionale attraverso due strumenti fondamentali: sospensione immediata dell’apertura della caccia prevista già dal 1 settembre in alcune regioni e Circolare ministeriale a tutte le regioni per vietare l’immissione di selvaggina da allevamenti. Questo è l’unico modo per impedire il propagarsi della malattia tra la fauna selvatica (adattata al virus) e quella allevata, la cui potenzialità recettiva del virus è almeno 120 superiore rispetto a quella selvatica (ogni anno 600.000 anatre allevate vengono liberate per scopi venatori), e dunque all’uomo.

 

In questo spirito lei potrebbe inoltre spingere il Governo a fermare la stessa proposta di legge che giace alla Camera per la quale la chiusura della caccia verrebbe posticipata di oltre un mese, cioè, a fine febbraio. Non si tratta di una richiesta spinta da una posizione ideologica anti-caccia, ma di una questione pragmatica di tutela della salute pubblica nella quale l’elemento legato alla gestione della fauna selvatica gioca un ruolo preminente.

 

Già da diversi anni la stretta collaborazione tra il WWF e gli esperti dell’Universita’ di Bologna e INFS che conducono studi sugli uccelli che sostano nelle nostre Oasi di Burano e Orbetello, in Maremma), realizzati per allestire e mettere a punto vaccini pronti per un eventuale impiego, ha mostrato come gli uccelli migratori che provengono dai paesi dell’estremo oriente possano essere vettori del virus dell’influenza aviaria, insieme ad anticorpi che ne limitano l’infezione nell’animale. Prenderli a fucilate, però non serve a nulla: invece di selezionare gli individui malati, si avrebbe solo una maggiore mobilità degli stormi e una più alta circolazione del virus perché eliminerebbe animali che hanno sviluppato anticorpi.

E’ piuttosto il serbatoio degli animali allevati e immessi in natura a creare un potenziale volano di sviluppo del virus in quanto rappresenta un substrato ideale per il suo sviluppo (omogeneità genetica) lo sviluppo del virus, una volta messi in contatto animali allevati con quelli selvatici.

Dunque le chiediamo di bloccare in via cautelativa l’attività venatoria nei riguardi di quelle specie di anseriformi e caradriformi, come germani reali, marzaiole, alzavole / beccaccini,frollini, pavoncelle, pittime reali (tutte specie cacciabili) poichè ancora non conosciamo la forma virale in arrivo, e di arrestare l’immissione di animali allevati a scopo venatorio.

 

Certi del suo interesse e della sua urgente attivazione

 

Michele Candotti - Segretario generale del WWF Italia


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