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Influenza aviaria: informazioni per i viaggiatori
Non si arresta l’influenza aviaria (virus H5N1) che ha colpito numerosi paesi asiatici: Vietnam, Thailandia, Giappone, Corea, Taiwan, Cambogia. Migliaia di allevamenti sono stati decimati e, come è noto, sono stati registrati casi di trasmissione della malattia da animali infetti all’uomo. [Si veda PuntoSicuro del 29.1.4].
Il virus può sopravvivere nei tessuti e nelle feci di animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C e più di 30 giorni a 0°C) e può restare vitale indefinitamente in materiale congelato. Al contrario, è sensibile all’azione del calore (almeno 70°C) e viene completamente distrutto durante le procedure di cottura degli alimenti.
Attualmente l’unica via di contagio per l’uomo è il contatto con animali infetti, con le loro deiezioni o con polvere o terreno da queste contaminato; non c'è invece alcuna evidenza di trasmissione da uomo a uomo, né di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova.
L’Organizzazione Mondiale della sanità non ha pertanto ritenuto necessario limitare l’ingresso in tali Paesi, diversamente da quanto era avvenuto per la SARS.
Tuttavia a coloro che intendono recarsi nei Paesi colpiti dall’influenza aviaria è stato raccomandato di evitare: il contatto con animali vivi, le zone rurali, i mercati dove vengono commercializzati animali vivi.
Il ministero della salute italiano ritiene inoltre opportuna la vaccinazione antinfluenzale attualmente disponibile in Italia, la quale non dà protezione nei confronti del virus H5N1, ma può prevenire le eventuali coinfezioni, cioè la contemporanea presenza nell’individuo del virus aviario e di quelli della normale influenza.
Il virus può sopravvivere nei tessuti e nelle feci di animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C e più di 30 giorni a 0°C) e può restare vitale indefinitamente in materiale congelato. Al contrario, è sensibile all’azione del calore (almeno 70°C) e viene completamente distrutto durante le procedure di cottura degli alimenti.
Attualmente l’unica via di contagio per l’uomo è il contatto con animali infetti, con le loro deiezioni o con polvere o terreno da queste contaminato; non c'è invece alcuna evidenza di trasmissione da uomo a uomo, né di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova.
L’Organizzazione Mondiale della sanità non ha pertanto ritenuto necessario limitare l’ingresso in tali Paesi, diversamente da quanto era avvenuto per la SARS.
Tuttavia a coloro che intendono recarsi nei Paesi colpiti dall’influenza aviaria è stato raccomandato di evitare: il contatto con animali vivi, le zone rurali, i mercati dove vengono commercializzati animali vivi.
Il ministero della salute italiano ritiene inoltre opportuna la vaccinazione antinfluenzale attualmente disponibile in Italia, la quale non dà protezione nei confronti del virus H5N1, ma può prevenire le eventuali coinfezioni, cioè la contemporanea presenza nell’individuo del virus aviario e di quelli della normale influenza.
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