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“Make every mother and child”. "Ogni mamma e ogni bambino meritano una chance",; è l’impegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale della Salute 2005, celebrata nella giornata di ieri, per promuovere iniziative a favore della riduzione della mortalità infantile e quella legata alla gravidanza e al parto.
Nel documento “The World Health Report 2005”, l’OMS ha reso noto che ogni anno nel mondo 530mila donne decedono durante la gravidanza o il parto, 3 milioni di bambini nascono morti, circa 4 milioni di neonati muoiono nei primi giorni o nelle prime settimane di vita, mentre 10,6 milioni muoiono prima del quinto anno di età.
In occasione della Giornata, l’istituto Superiore di Sanità ha presentato i dati, frutto di alcune ricerche, relativi al fumo in gravidanza e in allattamento.
"Il fumo di sigaretta in gravidanza" - spiega Michele Grandolfo, ricercatore dell'ISS - "è stato riconosciuto come fattore di rischio di basso peso alla nascita, di parto pretermine, di sindrome da stress respiratorio e di morte improvvisa del neonato”
Da un primo studio emerge che il 62% delle donne che fumava prima della gravidanza interrompe completamente l'abitudine al fumo durante la gestazione. Il 30%, che non riesce a smettere, riduce però sensibilmente il numero di sigarette giornaliere e l'8,4% continua a fumare come prima.
“Le donne che hanno smesso di fumare proprio in occasione dell'attesa di un figlio, - ha proseguito Grandolfo - hanno mostrato un elevato livello di consapevolezza circa l'opportunità di tutelare la salute del nascituro”
Da un’indagine che ha coinvolto oltre 9000 donne che hanno partorito in 13 regioni italiane, è risultato che l'allattamento al seno è uno dei più forti deterrenti per smettere di fumare.
L'indagine ha mostrato che, a due mesi dal parto, l'11% delle donne che allattavano al seno il proprio bambino aveva ripreso a fumare contro il 23% di quelle che praticavano un allattamento misto ed il 50% di quelle che allattavano artificialmente. Quindi la percentuale di donne che persiste nell'astensione dal fumo entro due mesi dal parto è risultata 4 volte superiore tra le donne che allattano al seno rispetto a quella osservata in caso di allattamento artificiale.
Un'istruzione elevata è risultata associata sia a una più bassa prevalenza di abitudine al fumo prima della gravidanza, che ad una maggiore riduzione durante la gestazione e dopo il parto. Altri fattori associati alla cessazione e/o riduzione dell'abitudine al fumo sono l'essere alla prima gravidanza e il numero di sigarette fumate in precedenza. L'indagine ha, infatti, evidenziato una diminuzione del numero di sigarette direttamente proporzionale a quante se ne fumavano prima di rimanere incinta. In altre parole, chi fumava meno di 5 sigarette al giorno in gravidanza ha smesso nel 71% dei casi , chi ne fumava tra 5 e 10 ha smesso nel 54% e nel 31% ha ridotto le sigarette giornaliere, chi ne fumava tra 10 e 20 ha smesso nel 37% dei casi e ha ridotto nel 50%, mentre chi ne fumava oltre 20 al giorno ha smesso solo nel 24%, ma ha ridotto il numero di sigarette nel 60% dei casi.
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Impegno per la salute materno-infantile
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“Make every mother and child”. "Ogni mamma e ogni bambino meritano una chance",; è l’impegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale della Salute 2005, celebrata nella giornata di ieri, per promuovere iniziative a favore della riduzione della mortalità infantile e quella legata alla gravidanza e al parto.
Nel documento “The World Health Report 2005”, l’OMS ha reso noto che ogni anno nel mondo 530mila donne decedono durante la gravidanza o il parto, 3 milioni di bambini nascono morti, circa 4 milioni di neonati muoiono nei primi giorni o nelle prime settimane di vita, mentre 10,6 milioni muoiono prima del quinto anno di età.
In occasione della Giornata, l’istituto Superiore di Sanità ha presentato i dati, frutto di alcune ricerche, relativi al fumo in gravidanza e in allattamento.
"Il fumo di sigaretta in gravidanza" - spiega Michele Grandolfo, ricercatore dell'ISS - "è stato riconosciuto come fattore di rischio di basso peso alla nascita, di parto pretermine, di sindrome da stress respiratorio e di morte improvvisa del neonato”
Da un primo studio emerge che il 62% delle donne che fumava prima della gravidanza interrompe completamente l'abitudine al fumo durante la gestazione. Il 30%, che non riesce a smettere, riduce però sensibilmente il numero di sigarette giornaliere e l'8,4% continua a fumare come prima.
“Le donne che hanno smesso di fumare proprio in occasione dell'attesa di un figlio, - ha proseguito Grandolfo - hanno mostrato un elevato livello di consapevolezza circa l'opportunità di tutelare la salute del nascituro”
Da un’indagine che ha coinvolto oltre 9000 donne che hanno partorito in 13 regioni italiane, è risultato che l'allattamento al seno è uno dei più forti deterrenti per smettere di fumare.
L'indagine ha mostrato che, a due mesi dal parto, l'11% delle donne che allattavano al seno il proprio bambino aveva ripreso a fumare contro il 23% di quelle che praticavano un allattamento misto ed il 50% di quelle che allattavano artificialmente. Quindi la percentuale di donne che persiste nell'astensione dal fumo entro due mesi dal parto è risultata 4 volte superiore tra le donne che allattano al seno rispetto a quella osservata in caso di allattamento artificiale.
Un'istruzione elevata è risultata associata sia a una più bassa prevalenza di abitudine al fumo prima della gravidanza, che ad una maggiore riduzione durante la gestazione e dopo il parto. Altri fattori associati alla cessazione e/o riduzione dell'abitudine al fumo sono l'essere alla prima gravidanza e il numero di sigarette fumate in precedenza. L'indagine ha, infatti, evidenziato una diminuzione del numero di sigarette direttamente proporzionale a quante se ne fumavano prima di rimanere incinta. In altre parole, chi fumava meno di 5 sigarette al giorno in gravidanza ha smesso nel 71% dei casi , chi ne fumava tra 5 e 10 ha smesso nel 54% e nel 31% ha ridotto le sigarette giornaliere, chi ne fumava tra 10 e 20 ha smesso nel 37% dei casi e ha ridotto nel 50%, mentre chi ne fumava oltre 20 al giorno ha smesso solo nel 24%, ma ha ridotto il numero di sigarette nel 60% dei casi.
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