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Frutta e verdure italiane a rischio pesticidi

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza delle persone

22/03/2002

Presentato a Padova il risultato delle analisi eseguite dalle Asl su oltre 3.000 campioni di frutta venduti in Italia: risultati allarmanti.

La frutta e verdura italiana è a rischio di contaminazione da pesticidi. Nonostante le rassicurazioni della Commissione europea sul riuspetto dei limiti di legge (vedi PS del 9.7.01) i dati delle analisi eseguite dalle Agenzie Ambientali delle Asl su oltre 3.000 campioni di frutta, sono allarmanti.

I risultati delle analisi sono stati presentati al salone internazionale delle ecotecnologie a Padova all'interno del nono rapporto 'Pesticidi 2002', presentato da Legambiente.

Questi i risultati: su 3.502 campioni di frutta analizzati, 1.748 contengono uno o più principi attivi. In particolare, 584 (il 17% del totale) sono i prodotti con residui di diverse sostanze, 105 (3%) oltre i limiti di legge.

Simili le contaminazioni nelle verdure: su 3.239 campioni esaminati, 662 sono risultati contaminati (il 20% del totale), di cui 98 con più di un residuo, 524 (16%) contaminati da un solo principio attivo, e 40 (1,3%) oltre i limiti di legge. Rispetto all'anno scorso la percentuale totale dei campioni oltre i limiti di legge è raddoppiata, passando dall'1 all'1,8%.
Il rispetto dei limiti di legge non deve comunque rassicurare, come dice il portavoce nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta. "La legislazione è vecchia di oltre 30 anni - dice - non prevede ancora un limite alla somma di più residui nello stesso alimento. In questo modo vengono definiti regolari prodotti che possono contenere fino a 6 principi contemporaneamente. Il numero dei prodotti contaminati conferma poi che in Italia continua l'abuso dei pesticidi e di altri fitofarmaci, compresi alcuni principi attivi come il Clorpirifos, il Procimidone, i Ditiocarbammati, il Benomil, da tempo classificati come cancerogeni all' estero".
"Da uno studio realizzato dai ricercatori dell'Enea - dice ancora Della Seta - risulta che il rischio cancerogeno per chi consuma prodotti ortofrutticoli contenenti residui chimici è pari a 1.24 ogni 10.000 abitanti nel corso di settant'anni".




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