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Divieto di fumo: esercenti "disobbedienti"

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza delle persone

31/12/2004

La Fipe si oppone all’obbligo di denuncia contenuto nella Circolare del Ministero della Salute sul divieto di fumo nei locali pubblici.

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Costringere la gente a cambiare abitudini non è facile, neppure se a stabilirlo è la legge, in particolare se vi sono in gioco interessi economici.
E’ il caso del divieto di fumo in vigore dal 10 gennaio 2005 in tutti i locali aperti al pubblico, per il quale i gestori di locali pubblici della Fipe-Confcommercio hanno chiesto invano un’ulteriore proroga e che ora intendono boicottare le disposizioni contenute nella Circolare 17 dicembre 2004 del Ministero della Salute relativamente all’obbligo di denuncia dei trasgressori del divieto di fumo.

“I gestori dei locali pubblici - si legge in una nota della Federazione - non denunceranno nessun trasgressore alla legge sul divieto di fumo se questi, dopo essere stato invitato a spegnere la sigaretta o uscire dal locale, dovesse continuare a fumare.”

Un “boicottaggio” che, secondo la Fipe, non avrebbe ragioni economiche…
“Non abbiamo timore di perdere fatturato – afferma il direttore generale di Fipe-Confcommercio– ma non vogliamo essere trasformati in sceriffi e multati.”

La disposizione del ministero della Salute che impone agli esercenti l’obbligo di segnalare i comportamenti dei trasgressori al divieto di fumare (pena una multa da 220 a 2000 euro e sospensione o revoca della licenza nei casi più estremi).
Una disposizione che la Fipe ritiene la disposizione “assurda” e “illegittima”: “E’ assurda - sostiene la Fipe - poiché chi non ha la qualifica di pubblico ufficiale , come nel caso dell’esercente, non ha l’obbligo – ai sensi dell’articolo 333 del codice di procedura penale – nemmeno di denunciare i reati ai quali eventualmente assiste; inoltre l’esercente non può identificare il trasgressore, perché all’arrivo della polizia la parola dell’esercente, che non è pubblico ufficiale, varrà quanto quella del cliente fumatore [...]".

La federazione ipotizza disguidi connessi all’obbligo di denuncia: “Se i duecentomila gestori di discoteche, pub, ristoranti e bar dovessero trovarsi nella condizione di telefonare tutti i giorni a vigili urbani, polizia e carabinieri per denunciare un fumatore che non osserva l’invito a spegnere e, all’arrivo delle forze dell’ordine, potrebbe negare di aver fumato o essere andato via? E se nella discoteca di un centro cittadino, affollata da mille persone, in trecento decidono di uscire a fumare una sigaretta?”


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