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Parma capitale della sicurezza a tavola
Parma sarà la capitale del cibo sicuro. La città emiliana, sconfiggendo la concorrenza di Helsinki, è stata designata sede della European Food Authority (Efa).
L'Autorità Alimentare Europea, che doveva essere operativa già nel 2002, nasce su proposta della Commissione Europea per ricucire lo strappo nei rapporti tra le istituzioni e i cittadini a tavola.
Sono 360 milioni i consumatori europei, ogni giorno a confronto con crisi ed emergenze alimentari: si pensi ad esempio al caso "mucca pazza", o a quello dei "polli alla diossina".
Per affrontarli in modo omogeneo, evitando posizioni contraddittorie tra Stati, rischi di inefficienza e soluzioni tampone di fronte agli allarmi nazionali, la Commissione europea ha proposto nel gennaio 2000 - con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare - una revisione delle politiche a favore dei consumatori dell'Unione e l'istituzione di un'Autorità Alimentare Europea.
La futura Autorità - che dovrà rispondere alle caratteristiche di indipendenza, obiettività e trasparenza - avrà tra i suoi compiti:
- il controllo della qualità degli alimenti umani e animali: la struttura dell'Autorità prevede otto settori di esperti che indagheranno su alimenti animali, protezione delle piante, organismi geneticamente modificati, prodotti dietetici, allergie, rischio biologico, contaminazioni nella catena alimentare, salute degli animali;
- l'identificazione di ogni fattore di rischio per la salute del consumatore anche attraverso una rete di "allarme rapido" contemporaneo per tutti i Quindici Paesi;
-una base scientifica consolidata per porre in essere azioni preventive. Pareri e decisioni dovranno essere trasmessi alla Commissione Europea, cui spetterà l'ultima parola;
- il recupero della fiducia del consumatore, attraverso un'informazione chiara e comprensibile, anche via internet.
Per realizzare i suoi obiettivi, l'Autorità Alimentare Europea potrà disporre di un budget annuo di 40 milioni di euro e impiegherà all'inizio 255 persone, che diventeranno 330 in un triennio.
L'Autorità Alimentare Europea, che doveva essere operativa già nel 2002, nasce su proposta della Commissione Europea per ricucire lo strappo nei rapporti tra le istituzioni e i cittadini a tavola.
Sono 360 milioni i consumatori europei, ogni giorno a confronto con crisi ed emergenze alimentari: si pensi ad esempio al caso "mucca pazza", o a quello dei "polli alla diossina".
Per affrontarli in modo omogeneo, evitando posizioni contraddittorie tra Stati, rischi di inefficienza e soluzioni tampone di fronte agli allarmi nazionali, la Commissione europea ha proposto nel gennaio 2000 - con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare - una revisione delle politiche a favore dei consumatori dell'Unione e l'istituzione di un'Autorità Alimentare Europea.
La futura Autorità - che dovrà rispondere alle caratteristiche di indipendenza, obiettività e trasparenza - avrà tra i suoi compiti:
- il controllo della qualità degli alimenti umani e animali: la struttura dell'Autorità prevede otto settori di esperti che indagheranno su alimenti animali, protezione delle piante, organismi geneticamente modificati, prodotti dietetici, allergie, rischio biologico, contaminazioni nella catena alimentare, salute degli animali;
- l'identificazione di ogni fattore di rischio per la salute del consumatore anche attraverso una rete di "allarme rapido" contemporaneo per tutti i Quindici Paesi;
-una base scientifica consolidata per porre in essere azioni preventive. Pareri e decisioni dovranno essere trasmessi alla Commissione Europea, cui spetterà l'ultima parola;
- il recupero della fiducia del consumatore, attraverso un'informazione chiara e comprensibile, anche via internet.
Per realizzare i suoi obiettivi, l'Autorità Alimentare Europea potrà disporre di un budget annuo di 40 milioni di euro e impiegherà all'inizio 255 persone, che diventeranno 330 in un triennio.
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