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Carni bovine: obbligatoria la "carta di identità"
E’ scattato ieri 17 marzo l’obbligo di etichettatura per la carne bovina; secondo quanto previsto dal D.Lgs. 58/2004, per i trasgressori le multe potranno arrivare fino a 12 mila euro.
L’etichetta dovrà riportare obbligatoriamente le seguenti informazioni: Stato dove è avvenuta la nascita, Stato dove è avvenuto l' ingrasso (crescita), Stato dove è avvenuta la macellazione, Stato dove è avvenuto il sezionamento, codice di identificazione dell'animale.
Nel punto vendita, per la carne venduta a taglio, l'etichetta potrà essere sostituita con una informazione fornita per iscritto e in modo visibile al consumatore. Inoltre - precisa la Coldiretti - potranno essere aggiunte, volontariamente, notizie relative all'azienda di nascita, alla tecnica di allevamento, al tipo di alimentazione adottata, alla categoria (vitello, vitellone, toro, ecc.) e alla razza degli animali.
“Se sanzioni per la corretta indicazione dell'origine, varietà e livello qualitativo sono da tempo in vigore per la vendita di frutta e verdura fresca, l'etichetta trasparente dal campo alla tavola è divenuta obbligatoria - ricorda la Coldiretti - dal primo gennaio 2004 anche nella commercializzazione delle uova, ma purtroppo manca ancora per il pollame, la carne di coniglio e per quella suina dove rappresenterebbe una misura di garanzia rispetto ai recenti allarmi alimentari come l'importazione di "polli all'antibiotico" dal Brasile, i "suini alla diossina" dal Belgio e i recenti casi di influenza aviaria in Oriente.”
Secondo l'indagine Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione, otto italiani su dieci (78%) considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola degli alimenti e ben quattro italiani su dieci sono disponibili a pagare di più gli alimenti acquistati pur di avere la certezza della qualità e dell'origine italiana garantita da una seria certificazione ed evidenziata in etichetta. Secondo il 68% gli Italiani le etichette dovrebbero sempre indicare una presenza anche minima di OGM.
Il 73% del campione dell’indagine effettuata dalla Coldiretti ritiene che le etichette dovrebbero essere certificate da un ente o Autorità pubblica, mentre il 60% non è rassicurato dalle etichette attuali riguardo qualità degli alimenti.
L’etichetta dovrà riportare obbligatoriamente le seguenti informazioni: Stato dove è avvenuta la nascita, Stato dove è avvenuto l' ingrasso (crescita), Stato dove è avvenuta la macellazione, Stato dove è avvenuto il sezionamento, codice di identificazione dell'animale.
Nel punto vendita, per la carne venduta a taglio, l'etichetta potrà essere sostituita con una informazione fornita per iscritto e in modo visibile al consumatore. Inoltre - precisa la Coldiretti - potranno essere aggiunte, volontariamente, notizie relative all'azienda di nascita, alla tecnica di allevamento, al tipo di alimentazione adottata, alla categoria (vitello, vitellone, toro, ecc.) e alla razza degli animali.
“Se sanzioni per la corretta indicazione dell'origine, varietà e livello qualitativo sono da tempo in vigore per la vendita di frutta e verdura fresca, l'etichetta trasparente dal campo alla tavola è divenuta obbligatoria - ricorda la Coldiretti - dal primo gennaio 2004 anche nella commercializzazione delle uova, ma purtroppo manca ancora per il pollame, la carne di coniglio e per quella suina dove rappresenterebbe una misura di garanzia rispetto ai recenti allarmi alimentari come l'importazione di "polli all'antibiotico" dal Brasile, i "suini alla diossina" dal Belgio e i recenti casi di influenza aviaria in Oriente.”
Secondo l'indagine Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione, otto italiani su dieci (78%) considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola degli alimenti e ben quattro italiani su dieci sono disponibili a pagare di più gli alimenti acquistati pur di avere la certezza della qualità e dell'origine italiana garantita da una seria certificazione ed evidenziata in etichetta. Secondo il 68% gli Italiani le etichette dovrebbero sempre indicare una presenza anche minima di OGM.
Il 73% del campione dell’indagine effettuata dalla Coldiretti ritiene che le etichette dovrebbero essere certificate da un ente o Autorità pubblica, mentre il 60% non è rassicurato dalle etichette attuali riguardo qualità degli alimenti.
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