WCM: migliorare la sicurezza con il coivolgimento di tutti
Pubblichiamo un estratto degli atti del 9° Seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione di INAIL) “Reti, sinergie, appropriatezza, innovazione: professioni tecniche verso il futuro della salute e sicurezza sul lavoro”.
LA WORLD CLASS MANUFACTURING: STRUMENTI E METODI PER MIGLIORARE LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI
La World Class Manufacturing (WCM) è una metodologia produttiva basata sulla gestione integrata di tutti gli aspetti produttivi di un’organizzazione aziendale. Nel prefissarsi come obiettivo di business il miglioramento continuo delle performance produttive, tutto il sistema
aziendale ha come chiave strategica il coinvolgimento e la motivazione delle persone che lavorano e popolano la filiera produttiva, sposando l’assunto che solo l’impegno, la partecipazione e il coinvolgimento attivi di tutto il personale costituisca la leva vincente, essenziale
per il successo competitivo e produttivo dell’azienda. Tale impostazione, palesemente orientata ad abbracciare ogni singolo aspetto che possa concorrere ad aumentare o, viceversa, inficiare la qualità totale, prevede come primo e più rilevante asset quello relativo alla salute e sicurezza sul lavoro.
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Il Pillar Safety
Volendo rendere evidente l’utilità di utilizzare la metodologia WCM per ottimizzare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, si attinge al lavoro prodotto dalla Commissione Sicurezza dell’UNI, che ha redatto un Technical Report, l’UNI/TR 11542 “Sicurezza – World Class Manufacturing e l’integrazione della sicurezza nei processi produttivi - Indirizzi applicativi” per illustrare la metodologia del WCM e guidare gli operatori a sviluppare il sistema, in un’ottica finalizzata alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e nei luoghi di lavoro.
Poiché l’ottica che guida l’intero documento è appunto rivolta alle problematiche di salute e sicurezza sul lavoro, che sono trasversalmente connesse ed integrate alle altre funzioni aziendali espresse da tutti gli altri pillar, si è tracciata la road - map per l’implementazione del WCM prendendo come riferimento il pillar Safety, noto che l’applicazione è analoga per ogni altro pillar. Lo sviluppo del pillar Safety, come detto, si articola, analogamente e in coerenza con gli altri pillar, in sette step; quanto si vuole qui rilevare sono le due chiavi di lettura dello sviluppo.
L’una indica il livello d’iniziativa e di responsabilità, che va da un approccio affidato sostanzialmente alla alta direzione fino al completo trasferimento delle iniziative ai singoli dipendenti; si avrà dunque un livello:
1) manageriale: fino allo step 4 compreso, in cui le attività sono guidate e stimolate dal vertice aziendale;
2) individuale: nello step 5 dove le attività sono gestite individualmente e l’iniziativa d’azione coinvolge direttamente i singoli lavoratori;
3) di team: propria degli ultimi due step, ove le attività e l’iniziativa d’azione sono affidate a team, composti da gruppi di lavoratori, coadiuvati e supportati, ove necessario, da altre figure tecniche.
Si comprende così come si passa da una lunga fase iniziale di approccio top-down, di educazione alla prevenzione, a una fase successiva di tipo bottom-up, di totale partecipazione e coinvolgimento dei singoli.
L’atra chiave di lettura indica la tipologia di azione che si adotta per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro; classificandola in reattiva, preventiva o proattiva; si intende definire:
1) reattiva: la fase d’intervento in cui è essenziale capire le cause degli infortuni e degli incidenti e quindi analizzare i rischi al fine di porre immediato rimedio al ripetersi dei fenomeni infortunistici;
2) preventiva: la fase in cui si amplia il campo di azione a tutti gli eventi, anche meno importanti, e s’individuano i rischi residui, si sviluppano azioni di controllo generale, sono creati e applicati specifici standard, si avvia un programma di addestramento e formazione e si attribuiscono responsabilità a tutti i lavoratori, affidando loro compiti d’individuazione e controllo delle situazioni di possibile rischio;
3) proattiva: la terza fase, in cui s’instaura un’azione predittiva, attraverso il controllo preventivo di macchine, impianti e processi, affidata a team di lavoratori con la collaborazione eventuale di altri soggetti preposti, anche tecnici, in modo da portare ad una gestione partecipata e completa di ogni aspetto connesso alla sicurezza del luogo di lavoro.
Tutti i pilastri del WCM si sviluppano pertanto secondo una direttrice che porta progressivamente a spostare l’azione dal management a tutti i lavoratori, secondo un approccio sempre più proattivo, cioè finalizzato al reale coinvolgimento ed alla partecipazione attiva di tutti i lavoratori.
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L. MERCADANTE , A. TERRACINA
Inail - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione.
G. SPADA
UNI/CT 042/GL 62 - World Class Manufacturing e l’integrazione della sicurezza nei processi produttivi.
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