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Sta migliorando la protezione del nostro patrimonio culturale

Sta migliorando la protezione del nostro patrimonio culturale
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

07/12/2020

La recente conferma della firma dell’accordo tra gli Stati Uniti e l’Italia rinforza la protezione del nostro patrimonio culturale, unico al mondo.

Il 29 ottobre del 2020, a Washington, il segretario di Stato americano per gli affari culturali ed il nostro ambasciatore degli Stati Uniti, Armando Varricchio, hanno firmato un memorandum bilaterale che rinforza la protezione dei beni culturali italiani.

 

Ricordo ai lettori che il primo memorandum venne firmato la bellezza di 20 anni fa e riguardava l’applicazione di restrizioni sull’importazione di particolari beni culturali, in particolare di origine archeologica. Il nuovo accordo convalida l’accordo precedente, precisando che i beni culturali soggetti a specifici controlli fanno riferimento al periodo preclassico, classico e romano imperiale, estendendosi a beni che vanno dal IX secolo avanti Cristo fino al IV secolo dopo Cristo.

 

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I trafficanti di reperti culturali conoscono benissimo la passione che gli americani hanno per reperti, provenienti dall’Italia e soprattutto di epoca romana. Bassorilievi, statue, busti trovano un fiorente mercato, sia attraverso canali legittimi, come le case d’asta, sia attraverso canali fraudolenti. Il mercato è talmente fiorente che gli americani, che spesso non hanno una competenza specifica su questi reperti, acquistano senza troppi problemi anche reperti contraffatti: è rimasto famoso il caso, nel quale ho potuto dare un umile contributo, che ha messo in evidenza un traffico di bassorilievi contraffatti di epoca romana, realizzati scolpendo delle lastre di marmo, sottratte nottetempo nelle pareti delle scale del Colosseo. L’allora comandante del nucleo tutela patrimonio artistico dell’Arma dei carabinieri, Generale Conforti, accertò che queste lastre venivano consegnate a scalpellini, che operavano nella zona di Tivoli, e lì venivano scolpite ad imitazione di bassorilievi citati nei cataloghi dei principali musei del mondo. Era così facile per i truffatori piazzare queste opere negli Stati Uniti, a prezzi elevatissimi. Ricordo in proposito che il prezzo sul mercato nero, in Italia, di un bassorilievo in epoca romana, all’incirca di ¼ di metro quadrato di superficie, si aggira sui 2000 €, che diventano più di 10.000, se l’oggetto viene trasferito in California.

 

Questo accordo bilaterale non fa altro che confermare la validità della convenzione delle Nazioni Unite, sottoscritta nel 1970, che proibisce ed impedisce importazione illecita, esportazione e trasferimento di proprietà di beni culturali. Gli Stati Uniti hanno sottoscritto questo accordo con numerosi paesi del mondo, in particolare con l’Iraq, Siria e lo Yemen.

 

Adalberto Biasiotti




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