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Rinvenimento di corpo inanimato sul luogo dell’intervento

Rinvenimento di corpo inanimato sul luogo dell’intervento
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Security

28/08/2024

Alcune preziose indicazioni per gli addetti alla sicurezza, che debbono intervenire in un ambiente, ove potrebbe essere presente un cadavere.

 

Come meglio vedremo nel testo dell’articolo, non spetta certamente agli addetti alla sicurezza decidere se una persona, presente ed esanime in un ambiente, sia o meno morta. Ciò premesso, esiste tuttavia una serie di comportamenti altamente raccomandabili, cui conviene attenersi, indipendentemente dal fatto che successivamente venga accertato il fatto che la persona presente era defunta, o meno.

 

Le raccomandazioni che seguono si applicano indifferentemente ad un operatore ausiliario della sicurezza, oppure ad una guardia particolare giurata. Si tratta in due categorie di persone che vengono quasi sempre chiamate in causa, quando i dipendenti di un’azienda si trovano davanti a situazioni critiche, come ad esempio la presenza di una persona esanime in un ambiente aziendale.

 

Premesso che una delle operazioni da fare immediatamente, in ogni caso, è quella di prendere contatto con il 118 per informarlo della situazione, richiedere eventuali interventi di ambulanze e ricevere istruzioni di comportamento, è importantissimo sottolineare che le persone presenti devono comportarsi in modi appropriati, in funzione del contesto in cui si trovano improvvisamente ad operare. Ecco alcune preziose indicazioni, che sono sostenute da un manuale, in lingua inglese, che viene allegato a questo articolo.


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Rinvenimento di corpo inanimato sul luogo dell’intervento

Nel caso di rinvenimento di un corpo inanimato sul luogo dell’intervento, è necessario accertare se questo soggetto sia vivo o morto. Formulare questa diagnosi differenziale spetta unicamente a un laureato in medicina e chirurgia, in possesso di abilitazione all’esercizio professionale. Tuttavia, in via generale, ed in assenza del medico, si deve sempre presumere che il corpo umano inanimato sia ancora vivo, con conseguente obbligo di soccorso.

 

Solo nei casi in cui la realtà della morte sia palese, ad esempio in caso di decapitazione, macellamento del corpo, smembramento, estesa carbonizzazione, avanzata decomposizione, fenomeni trasformativi del corpo inequivocabilmente presenti, o quando sia accertata anche strumentalmente la simultanea cessazione della respirazione e della circolazione, per un intervallo di tempo tale da comportare la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo, è lecito, da parte del personale presente, astenersi o sospendere manovre di rianimazione attive. Tale facoltà può essere estesa anche al personale infermieristico del 118, purché espressamente autorizzato dal medico della centrale operativa del 118, cui il personale ha comunicato in dettaglio la situazione riscontrata sul posto.

 

Al personale sanitario del sistema 118, intervenuto sul posto, spetta il compito di comunicare la presenza del cadavere alla centrale operativa, affinché questa ne dia notizia alla centrale operativa della polizia di Stato e dei carabinieri. Il medico intervenuto sul posto è tenuto a lasciare il certificato di costatazione di morte, nel quale non necessariamente si deve precisare la causa di morte e l’orario della stessa. Per svariate necessità, è tuttavia preferibile completare questa dichiarazione, formulando, sulla base dei dati obiettivi disponibili in quel momento, l’ipotesi più plausibile circa la causa e l’ora del decesso.

 

Non è compito del medico del sistema 118 la compilazione della denuncia della causa di morte e la compilazione del certificato necroscopico. Si ricorda anche che, salvo casi di assoluta eccezionalità e previa esplicita autorizzazione al magistrato di turno, un’ambulanza non può trasportare il corpo di un soggetto dichiarato morto.

 

Vediamo ora quali altri modelli di comportamento sono appropriati, per fronteggiare, senza essere personale medico o infermieristico, queste situazioni.

  • Innanzitutto, prendendo contatto con la centrale 118, occorre indicare con chiarezza quali possono essere i percorsi più appropriati per raggiungere il luogo dell’emergenza, soprattutto quando questo luogo può trovarsi in zone relativamente isolate.
  • Si precisi inoltre alla centrale 118 se, per varie ragioni, sono state allertate anche altre attività e risorse di pronto intervento, come ad esempio i vigili del fuoco, perché nelle vicinanze, oppure nel luogo stesso dell’emergenza, potrebbe anche essere presente un principio di incendio.
  • Parimenti, poiché chi chiama ha conoscenza della zona, deve indicare anche possibili rischi connessi alla operatività nella zona stessa, come ad esempio il fatto che nelle vicinanze vi possano essere degli animali liberi, potenzialmente pericolosi, o siano presenti accumuli di sostanze, che potrebbero essere nocive. Tra le sostanze che possono essere ritenute nocive ricordiamoci che possono essere comprese tutte le sostanze CBRNE, vale a dire sostanze chimiche, batteriologiche, radiologiche, nucleari o degli esplosivi.

 

Il manuale allegato offre numerose nostre preziose indicazioni, che potranno aiutare gli operatori ausiliari della sicurezza e le guardie particolari giurate, che per primi per solito intervengono sul luogo dell’emergenza, ad assumere modelli di comportamento efficienti, efficaci e tali da non compromettere la scena dell’emergenza.

 

Con l’occasione, ringrazio di cuore il servizio 118 di Brindisi per il prezioso contributo.

 

Vedi allegato (pdf)

 

Adalberto Biasiotti

 



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Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
31/08/2024 (08:46:52)
Ringrazio per l'articolo, interessante come sempre.
Ho un piccolo dubbio: mi chiedo anche se sia ancora conveniente usare il termine "118" (numero comunque ancora funzionante) dato che ormai si cerca di far ricordare il numero unico europeo "uno-uno-due" (cercando anche di pronunciarlo così, per favorirne l'utilizzo da parte dei bambini). Anche nei servizi giornalistici si sente citare spesso il 118. Chissà...
Grazie

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