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La scena del crimine è sempre più controllata
Il recente capitolato CONSIP per la fornitura di servizi di vigilanza attiva e passiva alla pubblica amministrazione prevede che le guardie particolari giurate in servizio abbiano una specifica competenza sulle modalità con le quali occorre operare sulla scena del crimine, ed in particolare come preservarla da possibili inquinamenti.
Per questa ragione diventa di estrema importanza una conoscenza dei modelli di comportamento sul posto, in armonia con una bozza di norma, che attualmente è all’esame del comitato tecnico menzionato.
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Il titolo della norma è tutto un programma perché suona “riconoscimento, registrazione, raccolta ed archiviazione di materiali e di interesse criminologico”.
L’obiettivo primario del documento è quello di dare delle linee guida sui modelli di comportamento che possano garantire che tutta l’attività svolta sulla scena del crimine sia eseguita a regola d’arte.
Ricordiamo ai lettori che la scena del crimine è un luogo dove è richiesto l’intervento di criminologi e sul quale si possano trovare persone od oggetti che possano dare un contributo, grazie ai reperti raccolti sul posto, alle indagini criminologiche.
Lo standard in particolare stabilisce i requisiti minimi per:
- il primo intervento per la conservazione della scena del crimine,
- una valutazione iniziale ed approfondita della scena del crimine,
- le registrazioni effettuate sulla scena del crimine,
- la raccolta di reperti,
- la conservazione dei reperti,
- la sicurezza e la continuità di custodia dei reperti.
Le linee guida proseguono nel dare precise indicazioni sul modo in cui deve essere avviato e gestito un processo di analisi della scena del crimine e di raccolta di reperti. In particolare questo processo deve offrire informazioni legate a:
- Che cosa è accaduto?
- Dove è accaduto?
- Quando è accaduto?
- Come è accaduto?
- Quali soggetti possono essere stati coinvolti?
Tutte queste azioni devono ovviamente essere condotte in modo sistematico, oggettivo e accurato, con idoneo supporto documentale.
La strategia da seguire, nelle attività svolte sulla scena del crimine, devono tener conto della sicurezza e dell’incolumità di tutti soggetti coinvolti, e introdurre dei meccanismi per mettere in sicurezza la scena del crimine, presidiando o bloccando le vie di entrata e di uscita.
Se del caso, il personale sul posto deve usare dispositivi di protezione personale che possano impedire la contaminazione della scena.
Successivamente occorre identificare le aree della scena che richiedono un esame approfondito, individuando anche quale sia il metodo di indagine più appropriato.
Occorre anche, per rendere più efficiente ed efficace l’intervento, separare le attività che possono essere , devono essere svolte sul posto, da quelle che possono essere svolte in un secondo tempo.
Infine questa strategia deve essere continuamente aggiornata, in funzione delle informazioni che vengono gradualmente acquisite, operando sul posto.
Una dettagliata fotografia della scena del crimine, prima di qualsiasi intervento, rappresenta un aspetto fondamentale e a questo punto non è sufficiente solo catturare fotografie dell’ambiente, ma anche dettagli relativi a dove i reperti di interesse criminologico sono situati, nonché la natura e l’ubicazione di eventuali reperti asportati.
Si raccomanda sempre di inserire un sistema che permetta di valutare con immediatezza le effettive dimensioni dell’ambiente e degli oggetti coinvolti. L’utilizzo di un righello numerato è ormai uno standard operativo.
Ci auguriamo che i lettori vogliano portare a conoscenza delle guardie particolari giurate questi elementi, perché sarà così possibile rendere ancora più efficiente ed efficace il loro intervento sulla scena del crimine, ove richiesto dalle circostanze ambientali.
Adalberto Biasiotti
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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