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Il nostro comando tutela patrimonio artistico fa scuola in Argentina

Il nostro comando tutela patrimonio artistico fa scuola in Argentina
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

18/03/2022

Il ruolo fondamentale del comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio artistico è noto in tutto il mondo. Ecco perché l’Argentina ha pensato bene di ispirarsi a questo schema, per attivare un comando analogo.

Tonnellate di fossili, uova di dinosauro, più di 10.000 reperti archeologici e 3.000 altri oggetti, che vanno da monete e libri rari ad opere d'arte, sono solo una parte del bottino recuperato da un'unità di polizia federale argentina, che è stata istituita anni fa per combattere il commercio di tesori rubati.

Il deposito di massima sicurezza dell'unità, a Buenos Aires, contiene anche altri reperti, per un valore di 10 milioni di dollari, come antichità egizie e vasi della dinastia Ming, sequestrati in relazione a controversie legali sulla loro legittima proprietà.

 

La struttura ospita inoltre più di 500 falsi di opere di artisti, tra cui Xul Solar, Antonio Berni, Benito Quinquela Martin, Florencio Molina Campos e Salvador Dalì, che vengono conservati come prove in contenziosi legali e procedimenti penali.

 

A capo della sezione Protezione del patrimonio culturale c'è l'ispettore Marcelo El Haibe, che ha dichiarato che tra i primi compiti assunti dal suo team multidisciplinare vi è stata la compilazione di un registro completo dei beni rubati.


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"Abbiamo iniziato con 61 opere e oggi ne abbiamo più di 5.000. Questo database, aperto al pubblico, consente l'accesso a informazioni sensibili, sulla base delle quali sono state aperte molte indagini, con risultati altamente positivi".

 

Grazie in parte al lavoro della sezione, l'Argentina è stata in grado di restituire più di 3.000 reperti archeologici al Perù, un dipinto storico del XVI secolo al Museo delle Belle Arti del Paraguay e due mappe del mondo di Tolomeo alla Biblioteca Nazionale di Spagna.

 

Sul fronte interno, la Sezione di Protezione Culturale ha recuperato tre dei 16 pezzi trafugati nel 1980 dal Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires.

 

Mentre le opere d'arte accidentalmente sottratte, nel corso di un furto con scasso, spesso finiscono nei mercatini delle pulci, ladri d'arte specializzati rubano reperti specifici e aspettano che la situazione si "raffreddi", prima di provare a venderli.

 

Il mondo dei criminali attivi nel campo dell'arte contraffatta, ha dichiarato il comandante del reparto, può essere suddiviso in

  • operatori solitari e
  • organizzazioni complesse, che hanno a disposizione artisti per creare i falsi, falsari per elaborare falsi certificati di autenticità e venditori per immettere i falsi sul mercato.

Gli acquirenti di opere d'arte rubate, tuttavia, tendono a conformarsi ad un profilo specifico, che viene così descritto:

 

"La persona che acquista un bene lo gode in proprio, ma anche lo mostra ai suoi amici, conoscenti o ospiti, che possono così insospettirsi ed attivare le forze dell’ordine".

 

La legge argentina vieta la vendita di oggetti archeologici o paleontologici, ma i ricchi giacimenti di fossili nella Patagonia argentina si sono rivelati un'esca irresistibile per i saccheggiatori. Nel 2006, quasi quattro tonnellate di fossili, comprese uova di dinosauro, messe in vendita in una fiera negli Stati Uniti, sono state rubate da uno scavo nella provincia della Patagonia, a Neuquen, ed esportate dall'Argentina, falsamente etichettate come minerali.

 

“Siamo stati in grado di ottenere tali informazioni tramite una denuncia penale. Abbiamo comunicato con i nostri colleghi negli Stati Uniti, che sono intervenuti rapidamente e hanno potuto confermare che tutti quei fossili provenivano dall'Argentina", ha raccontato El Haibe. I fossili sono ora visibili al Museo di Scienze Naturali Bernardino Rivadavia di Buenos Aires.

 

L'ispettore ha sottolineato che l'efficacia degli accordi internazionali sulla restituzione degli oggetti rubati dipende dalla volontà dei singoli governi di conformarsi a tali accordi.

"Le leggi possono esistere, ma se non c'è un maggiore coinvolgimento da parte dei paesi, la restituzione non funziona", ha affermato, citando il persistente rifiuto della Germania nel restituire fossili, prelevati illegalmente dall'Argentina da uno scienziato tedesco.

 

Adalberto Biasiotti




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