I controlli di sicurezza sui passeggeri aeroportuali funzionano?
Negli Stati Uniti è la TSA-Transport Security Administration l’azienda federale che gestisce le tecnologie, utilizzate nei filtri di sicurezza applicabili ai passeggeri e al loro bagaglio. L’obiettivo di queste tecnologie è quello di ridurre il rischio legato ad atti di terrorismo.
Già negli anni passati questo ente federale ha avuto dei problemi per garantire che queste tecnologie possano costantemente soddisfare ai requisiti di individuazione di oggetti sospetti, sia indossati dai passeggeri, sia inseriti nel bagaglio.
Nuovi problemi sono giunti quando l’agenzia, per migliorare ulteriormente il livello dei controlli, ha introdotto, fra le tecniche di controllo, anche applicativi avanzati di riconoscimento facciale, che aiutano il personale di sicurezza ad indirizzare alcuni passeggeri verso controlli più approfonditi.
Lo studio recentemente pubblicato aveva l’obiettivo di analizzare il comportamento della TSA su due fronti:
- garantire che le tecnologie utilizzate per il filtraggio dei passeggeri e del bagaglio continuino a soddisfare i requisiti di individuazione di situazioni pericolose, non solo all’atto dell’attivazione, ma anche in corso d’uso, e
- valutare fino a che punto l’utilizzo di tecniche avanzate di visualizzazione delle immagini possano operare in modo sbilanciato, indirizzando alcuni tipi di passeggeri verso controlli approfonditi, più frequentemente, rispetto ad altri passeggeri.
Nel 2015 e nel 2016 il Dipartimento della Homeland Security ha effettuato una serie di test sui rivelatori di tracce di esplosivo e i dispositivi di analisi dei liquidi, conservati in bottiglia, e ha rilevato che alcuni dispositivi non soddisfacevano più ai requisiti minimi di individuazione di sostanze a rischio.
Nel novembre 2022, sono stati effettuati ulteriori controlli presso quattro aeroporti, in particolare con riferimento alla individuazione automatizzata di passeggeri, che potevano risultare per vari motivi particolarmente sospetti, con risultati che hanno lasciato assai perplessi gli ispettori.
Ad esempio, questi applicativi indirizzano a controlli più approfondite passeggeri transgender, passeggeri che indossano turbanti o veli, oppure hanno disabilità.
D’altro canto, sappiamo tutti che gli applicativi di analisi facciale sono stati più volte accusati di non essere sufficientemente equilibrati e di pesare in modo diverso, ad esempio, la popolazione di pelle scura, rispetto a quella di pelle chiara.
Ringrazio il General Accounting Office, che ha permesso di pubblicare l’immagine che segue, che illustra con chiarezza le varie fasi di controllo sistematico e di controllo approfondito, cui sono assoggettati passeggeri e bagagli delle aree di imbarco degli aeroporti americani e, più in generale negli aeroporti, che operano secondo modalità conformi ad accordi internazionali.
Adalberto Biasiotti
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