E’ un bene il dinamismo delle norme?
Alla fine di ottobre 2016 il comitato tecnico ISO/TC 292 ha lanciato una proposta di aggiornamento di una norma esistente, vale a dire la EN ISO 22300:2014 – Security and resilience– Terminology, che a suo tempo venne elaborata dal comitato tecnico europeo e successivamente è stata recepita senza varianti a livello ISO.
Il fatto che siano passati solo due anni da quando la norma è stata pubblicata può sollevare qualche perplessità nei professionisti della security, che hanno a che fare quotidianamente con queste norme, per il semplice fatto che essi vogliono e debbono sviluppare la loro attività in conformità alla regola d’arte.
Nella fattispecie, questa norma introduttiva mette a disposizione un glossario standardizzato per tutti coloro che danno il loro contributo volontario allo sviluppo di nuove norme, e che debbono applicarle.
La ragione per la quale è stato emesso questo nuovo ponderoso documento di ben 60 pagine è legata al fatto che il glossario utilizzato in questi contesti è in evoluzione, perchè deve riflettere correttamente nuovi rischi, cui si trova davanti la società civile.
Se si utilizza una dizione esatta delle parole che vengono usate, si può evidentemente di raggiungere un livello più elevato di efficacia ed efficienza, evitando i rischi, che purtroppo in passato si sono verificati, afferenti al fatto che la stessa attività veniva descritta in modi diversi. Questa situazione ha fatto sì che, ad esempio in alcune procedure nazionali, le modalità con cui gli organi di pronto intervento intervenivano, a fronte di una situazione di crisi, potessero essere differenziate per unità di crisi provenienti da vari paesi.
Anche durante la recente crisi, legata al terremoto di Amatrice e dintorni, l’arrivo di unità di supporto da altri paesi ha provocato certamente qualche problema in termini di comprensione linguistica, ma soprattutto ha potenzialmente creato problemi di coordinamento degli interventi, in quanto un’attività di intervento poteva essere chiamata con un certo nome dall’unità di crisi di un paese, e con un altro nome ad esempio in Italia.
Ecco la ragione per la quale questa nuova bozza di norma, o meglio questo aggiornamento di norma esistente, è stato sottoposto a tutti i paesi europei e se ne raccomanda, in fase di approvazione, una rapida traduzione nelle lingue nazionali, proprio per essere certi che la stessa attività od uno stesso evento venga chiamato nello stesso modo.
Mi permetto di ricordare ai lettori che un recente studio, condotto dal gruppo tecnico, ha messo in evidenza come la parola “security” fosse illustrata con centinaia di diverse accezioni, in corrispondenza di varie norme. Che la security possa avere un significato diverso, a seconda del contesto in cui viene posta, potrebbe anche essere accettabile, ma occorre introdurre un riferimento armonizzato, per rendere più efficace un’azione congiunta, quando enti ben diversi sono coinvolti.
Anche nella presente norma, la parola security è tradotta in vari modi, che offro ai lettori.
Security
3.226.1 security- (definition adopted by ISO/TC 292 for use in all documents)- state of being free from danger or threat
3.226.2 security - state of being free from danger or threats where procedures are followed or after taking appropriate measures [SOURCE: ISO 12931:2012 (2.22)]
3.226.3
Security -condition of being protected against hazards, threats, risks or loss [SOURCE: ANSI/ASIS SPC.1-2009, ISO 18788:2015 (3.62), ISO 28002:2011 (3.60)]
Note 1 to entry: In the general sense, security is a concept similar to safety. The distinction between the two is an added emphasis on being protected from dangers that originate from outside.
Note 2 to entry: The term “security” means that something not only is secure, but that it has been secured.
[SOURCE: ANSI/ASIS SPC.1-2009, ISO 18788:2015 (3.62)]
3.226.4 security-resistance to intentional, unauthorized act(s) designed to cause harm or damage to, or by, the supply chain [SOURCE: ISO 28000:2007 (3.2)]
3.226.5 Security- resistance to intentional acts designed to cause harm or damage to or by the supply chain
[SOURCE: ISO 28001:2007 (3.20)]
Almeno, per gli anglosassoni, vi è una differenza tra la sicurezza antinfortunistica, chiamata safety e la sicurezza anticrimine, chiamata security, mentre in Italia nemmeno questa differenza è presente.
Questa è la ragione per la quale sostengo caldamente la nuova proposta e la sua altrettanto rapida traduzione in lingua italiana.
Adalberto Biasiotti
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