Dalla finzione cinematografica alla realtà: l’analisi rapida del DNA
Tutti gli specialisti di criminologia sanno come i tempi necessari per decodificare il DNA di una qualche sostanza, trovata sulla scena del crimine, può richiedere tempi certamente non brevi.
La situazione sta cambiando in maniera drammatica grazie ad un nuovo processo, approvato dai laboratori dello FBI, che viene chiamato Rapide DNA o, più correttamente, analisi rapida del DNA.
Questo processo descrive un procedimento completamente automatico che permette di ricavare un DNA da un campione di saliva, catturato ad esempio strisciando un bastoncino con ovatta all’interno della bocca della persona, di cui si vuole ricavare il DNA. Questo processo consiste nella estrazione automatica, amplificazione, separazione e visualizzazione del DNA, senza alcun intervento umano.
Il procedimento venne per la prima volta autorizzato nell’ambito di una legge federale, nel 2017, chiamata Rapid DNA Act, nella quale venivano illustrate le procedure normalizzate per l’uso di questa tecnica.
L’FBI ha pubblicato una pagina specifica destinata alle modalità di utilizzo di questa tecnica.
Il grande vantaggio di questa tecnica è che i risultati sono rapidissimi e quindi l’ente che ha arrestato un soggetto sospetto può avere una conferma dei proprio sospetti in tempi brevissimi, quando il soggetto arrestato è ancora in custodia delle forze dell’ordine e potrebbe quindi essere impedita la perpetrazione di altri crimini.
Per poter effettuare questa analisi occorre utilizzare delle postazioni tecnologiche, approvate dagli organi federali. Ad oggi vi sono due tipologie di postazioni approvate.
Il motivo per cui la tecnica fa specifico riferimento a campioni salivari è legato al fatto che questi campioni contengono elevate quantità di DNA fresco, provenienti da un individuo specifico. Tuttavia, l’FBI mette in guardia le forze di polizia sul campo sul fatto che i campioni prelevati sulla scena del crimine possono variare in modo significativo, in funzione di circostanze locali.
Ecco la ragione per cui i campioni prelevati sulla scena del crimine, se certamente riferiti ad un unico soggetto, sono certamente affidabili, mentre se i campioni possono comprendere tracce, che provengono da più di una persona, l’interpretazione dei risultati deve essere affidata a uno specialista criminologo.
Alla luce della disponibilità di questa tecnica, che potrà risultare preziosa per accelerare le indagini delle forze dell’ordine, è stato già avviato un programma che prevede:
- l’aumento del numero dei tecnici addestrati nell’utilizzo di questa tecnica,
- la formazione di analisti del DNA specificamente preparati,
- l’addestramento delle forze di polizia sulla scena del crimine nel rapido ed affidabile recupero di questi profili.
I lettori che vogliono avere maggiori informazioni su queste tecniche avanzate possono fare riferimento a specifiche documentazioni, disponibili in lingua inglese sui siti informativi delle forze dell’ordine federali americane.
Adalberto Biasiotti
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