I rischi nelle strutture sanitarie: uso e classificazione dei disinfettanti
Napoli, 27 Mar – Abbiamo ricordato più volte, anche nei nostri articoli, che se ospedali e strutture sanitarie sono il primo luogo di promozione della salute pubblica per gli utenti che vi accedono e gli operatori sanitari che vi lavorano, è proprio in questi luoghi che è ancora più importante lavorare sulla prevenzione migliorando l’identificazione dei fattori di rischio e aggiornando le prassi e procedure secondo le nuove conoscenze e normative.
A questo importante aggiornamento hanno contribuito, in questi ultimi venti anni, le diverse edizioni del convegno OspedaleSicuro; convegno che ha ospitato varie testimonianze e contributi sull’esposizione e gestione dei rischi lavorativi nelle strutture sanitarie, anche in relazione ai rischi chimici e alle eventuali sostanze pericolose a cui gli operatori possono essere esposti.
Per avere qualche indicazione sull’uso in sicurezza e sulla valutazione dell’esposizione a varie sostanze utilizzate in ambito medico possiamo fare riferimento, ad esempio, alla XIX edizione del convegno nazionale OspedaleSicuroDuemila22 (Napoli, 11 e 12 ottobre 2022) e all’intervento “ Rischio da agenti chimici, cancerogeni e reprotossici nelle strutture sanitarie” e a cura di Giovanna Tranfo (Inail, Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale).
Abbiamo già presentato l’intervento in passato soffermandoci in particolare sulle problematiche connessi agli anestetici, alla formaldeide e ai farmaci pericolosi.
Oggi parliamo dei disinfettanti che, “comunemente utilizzati nel settore sanitario per la disinfezione di ambienti, superfici ed attrezzature di varia natura”, hanno visto un notevole incremento del loro impiego durante l’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia da COVID-19.
Questi gli argomenti trattati nell’articolo:
- I disinfettanti in ambito sanitario: funzione e classificazione
- I disinfettanti in ambito sanitario: uso, principi attivi e obblighi
- I disinfettanti in ambito sanitario: misure di prevenzione e protezione
I disinfettanti in ambito sanitario: funzione e classificazione
Nell’intervento si ricorda che i disinfettanti comprendono “un vasto gruppo di prodotti contenenti o capaci di generare uno o più principi attivi in grado di distruggere, eliminare e rendere innocua l'azione di batteri, virus, spore e, in alcuni casi, alghe o altri microorganismi”.
E se generalmente vengono “classificati in base alla destinazione d’uso del prodotto”, i disinfettanti utilizzati nel settore sanitario “possono essere distinti in:
- Prodotti per la disinfezione delle mani;
- Prodotti per la disinfezione di superfici dure;
- Prodotti per la disinfezione di dispositivi medici e attrezzature”.
Tuttavia un’altra possibile classificazione dei disinfettanti in ambito sanitario “si basa sul grado di disinfezione:
- basso livello: efficace contro la maggior parte dei batteri, alcuni virus (virus incapsulati) e funghi;
- medio livello: efficace contro tutti i batteri, la maggior parte di virus e funghi;
- alto livello: efficace contro tutti i batteri, virus (incapsulati e non) e funghi”.
L’intervento rimanda anche a vari siti per avere informazioni sugli aspetti regolatori dei disinfettanti ( Agenzia europea per le sostanze chimiche, Ministero della Salute, Federchimica).
I disinfettanti in ambito sanitario: uso, principi attivi e obblighi
Si indica che in ambito sanitario “la maggior parte degli operatori utilizza o è esposto a prodotti disinfettanti”, che, al di là della recente emergenza pandemica, in ambito sanitario “vengono normalmente usati per la decontaminazione di dispositivi medici, superfici dure e cute integra”.
Generalmente “i principali principi attivi utilizzati per le attività di disinfezione nelle strutture sanitarie sono:
- Alcooli (etanolo, isopropanolo, n-propanolo): efficaci per la disinfezione di superfici, piani di lavoro, monitor per Ecg, pompe peristaltiche, termometri clinici, ecc. e per la disinfezione della cute integra;
- Clorexidina: Usata generalmente in associazione con un sale d’ammonio quaternario per la decontaminazione di dispositivi medici non critici (disinfezione di basso-medio livello) e per il trattamento disinfettante/detergente di superfici;
- Cloro attivo (ipoclorito di sodio): “usato per disinfezione di dispositivi medici riutilizzabili, di superfici dure non metalliche e di superfici ambientali con presenza di materiale biologico (sanitari);
- Fenoli: le miscele polifenoliche, se in associazione con opportuni detergenti, vedono aumentata l’attività biocida della preparazione (livello di disinfezione medio-basso);
- Perossido di idrogeno: efficace per la disinfezione di superfici. Ultimamente sono stati sviluppati dispositivi automatici per l’aerosolizzazione di soluzioni acquose di perossido di idrogeno;
- Glutaraldeide: utilizzata per disinfettare strumentazioni mediche e chirurgiche che non possono essere autoclavate
- Acido peracetico: a basse concentrazioni può essere usato immergendo direttamente la strumentazione in un contenitore sterile. Al 35% invece viene utilizzato grazie ad un'apparecchiatura che gestisce automaticamente le varie fasi della disinfezione. Questo metodo solitamente è usato per trattare materiali come endoscopi, broncoscopi, ecc.
Riguardo poi alla sanificazione in ambito sanitario a seguito della pandemia di COVID-19 si ricorda che è stato dimostrato che “i disinfettanti a base di alcooli (etanolo, propan-2-olo, propan-1-olo) riducono in misura significativa l’infettività dei virus con involucro, come il SARS-CoV-2, a concentrazioni del 70-80 % e tempi di contatto pari a un minuto”. Inoltre “i Coronavirus, inclusi i virus responsabili della SARS e della MERS, sono efficacemente inattivati da adeguate procedure di sanificazione che includano l’utilizzo di ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato”.
Si ricorda poi, a livello normativo, che “tutti i prodotti che vantano un’azione disinfettante devono essere preventivamente autorizzati dal Ministero della Salute”. E i prodotti disinfettanti per la cute e per le superfici “possono essere immessi sul mercato come presidi medico chirurgici (PMC) ai sensi del DPR 392/98 oppure come biocidi ai sensi del Regolamento (UE) N.528/2012 (di seguito BPR)”.
Si segnala il sito per la consultazione della lista delle sostanze attive in revisione o approvate ai sensi del BPR e si segnala che una diversa normativa di riferimento “si applica invece ai prodotti utilizzati per la disinfezione di dispositivi medici e attrezzature che sono considerati essi stessi dispositivi medici e come tali regolamentati dalla Direttiva 93/42/CEE”.
A questo proposito si segnala che i disinfettanti autorizzati come dispositivi medici “non dovrebbero mai essere utilizzati per la disinfezione delle superfici”.
I disinfettanti in ambito sanitario: misure di prevenzione e protezione
Riguardo poi alle misure di prevenzione si segnala che la prima azione da intraprendere “consiste nel verificare che il prodotto sia regolarmente autorizzato dal Ministero della Salute. Successivamente occorre verificare l’idoneità del prodotto utilizzato rispetto l’uso previsto attraverso un’attenta lettura di etichetta, scheda di sicurezza e scheda tecnica del prodotto disinfettante”.
Inoltre i lavoratori individuati per le attività di disinfezione “dovranno essere opportunamente formati sui pericoli dei prodotti da utilizzare e sulle corrette procedure per il loro impiego e addestrati sull’impiego dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Le principali vie di esposizione professionale ad agenti chimici a seguito dell’impiego dei prodotti disinfettanti sono la via cutanea e la via inalatoria”.
Senza dimenticare che in caso di prodotti concentrati da diluire prima dell’uso “l’esposizione può avvenire sia durante la fase di preparazione della soluzione in uso che durante le fasi di applicazione e pulizia dell’attrezzatura impiegata”.
E per gran parte dei comuni disinfettanti utilizzati, “i principali rischi per la salute umana sono determinati da effetti locali quali irritazione della cute e degli occhi”.
Nelle slide dell’intervento è anche riportata una check list sull’uso dei disinfettanti.
Ne riprendiamo uno stralcio:
Riprendiamo in conclusione, sempre dall’intervento, alcune indicazioni per migliorare la prevenzione:
- “Indossare guanti/indumenti protettivi (il fornitore è tenuto a precisare il tipo di dispositivo appropriato);
- Proteggere gli occhi/il viso;
- Non utilizzare in combinazione con altri prodotti. La miscelazione potrebbe liberare gas pericolosi (cloro) in grado di provocare gravi intossicazioni;
- Assicurare un adeguato ricambio d'aria durante e successivamente alle operazioni di disinfezione dei locali, per limitare l'esposizione a sostanze volatili (e perciò inalabili);
- Non rabboccare mai i contenitori dei disinfettanti (incluso il gel idroalcolico per le mani);
- Non travasare mai il prodotto in un altro recipiente non etichettato;
- Conservare i prodotti in luogo fresco, al riparo dalla luce e da fonti di calore”.
RTM
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