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Infortuni in itinere: anche il Veneto lancia l'allarme
Ecco i dati recentemente comunicati dal centro studi della Confartigianato di Mestre.
Sono 170 i lavoratori che l'anno scorso hanno perso la vita durante il percorso di andata e ritorno dalla propria abitazione a quella di lavoro. Praticamente un decesso ogni due giorni.
A livello regionale è la Lombardia a registrare il maggior numero di infortuni mortali: 36. Segue l'Emilia Romagna con 34 e al terzo posto il Veneto con 21.
A livello provinciale, invece, Milano con 9 decessi registrati nel 2001 ha questo triste primato. Segue Modena con 8, Ravenna con 7, Brescia, Ferrara e Pesaro con 6. Stiamo parlando - ricordano alla Cgia di Mestre/Confartigianato - degli infortuni mortali «in itinere». In questa circostanza, è bene ricordarlo, la copertura assicurativa dell'Inail è garantita, anche nei casi di spostamento dal luogo di lavoro a quello di consumazione dei pasti qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale. Inoltre, l'Istituto nazionale contro gli infortuni garantisce la tutela assicurativa anche nel caso di utilizzo di mezzi di trasporto privato, purché necessitato.
L'analisi si è soffermata anche sul numero totale degli infortuni «in itinere».
La regione con il maggior numero di incidenti è il Veneto (9.341), segue l'Emilia (7.473) e la Lombardia (6.542). Più staccata la Toscana, che si piazza al quarto posto, con 2.868 incidenti. Tra le province, invece, i primi quattro posti sono tristemente occupati da province venete. Al primo posto Padova (1.892), al secondo Venezia (1.882), al terzo Vicenza (1.838) e al quarto posto Treviso (1.752).
Quale il motivo di questa situazione proprio nelle regioni del Nordest ? «A nostro avviso - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - incidono più fattori. La mancanza di un sistema efficiente di mezzi pubblici che sia alternativo all'uso del mezzo privato. Alla poca sicurezza delle strade locali e al fatto che, soprattutto nel Veneto, il pranzo a mezzogiorno è ritenuto ancor oggi il momento più importante della giornata in cui tutta la famiglia si ritrova. Tradizione che molti lavoratori mantengono in vita preferendo posti di lavoro vicino a casa o facilmente raggiungibili dal posto di lavoro durante la pausa pranzo».
Anche la nota pericolosità dei guidatori italiani concorre a rendere elevati questi dati.
Il rispetto della distanza di sicurezza tra gli autoveicoli, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, l'eccessiva velocità sono infatti abitudini tristemente note e assai diffuse delle quali più volte abbiamo parlato su PuntoSicuro.
La soluzione? Certamente la conoscenza delle tecniche di guida sicura e la relativa formazione su questo argomento ai dipendenti. Se l'infortunio «in itinere» è considerato come infortunio sul lavoro, i lavoratori debbono essere adeguatamente sensibilizzati e formati per evitarli dato che, purtroppo, la scuola guida e l'esame della patente sono per molti un lontano ricordo.
Sono 170 i lavoratori che l'anno scorso hanno perso la vita durante il percorso di andata e ritorno dalla propria abitazione a quella di lavoro. Praticamente un decesso ogni due giorni.
A livello regionale è la Lombardia a registrare il maggior numero di infortuni mortali: 36. Segue l'Emilia Romagna con 34 e al terzo posto il Veneto con 21.
A livello provinciale, invece, Milano con 9 decessi registrati nel 2001 ha questo triste primato. Segue Modena con 8, Ravenna con 7, Brescia, Ferrara e Pesaro con 6. Stiamo parlando - ricordano alla Cgia di Mestre/Confartigianato - degli infortuni mortali «in itinere». In questa circostanza, è bene ricordarlo, la copertura assicurativa dell'Inail è garantita, anche nei casi di spostamento dal luogo di lavoro a quello di consumazione dei pasti qualora non sia presente un servizio di mensa aziendale. Inoltre, l'Istituto nazionale contro gli infortuni garantisce la tutela assicurativa anche nel caso di utilizzo di mezzi di trasporto privato, purché necessitato.
L'analisi si è soffermata anche sul numero totale degli infortuni «in itinere».
La regione con il maggior numero di incidenti è il Veneto (9.341), segue l'Emilia (7.473) e la Lombardia (6.542). Più staccata la Toscana, che si piazza al quarto posto, con 2.868 incidenti. Tra le province, invece, i primi quattro posti sono tristemente occupati da province venete. Al primo posto Padova (1.892), al secondo Venezia (1.882), al terzo Vicenza (1.838) e al quarto posto Treviso (1.752).
Quale il motivo di questa situazione proprio nelle regioni del Nordest ? «A nostro avviso - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - incidono più fattori. La mancanza di un sistema efficiente di mezzi pubblici che sia alternativo all'uso del mezzo privato. Alla poca sicurezza delle strade locali e al fatto che, soprattutto nel Veneto, il pranzo a mezzogiorno è ritenuto ancor oggi il momento più importante della giornata in cui tutta la famiglia si ritrova. Tradizione che molti lavoratori mantengono in vita preferendo posti di lavoro vicino a casa o facilmente raggiungibili dal posto di lavoro durante la pausa pranzo».
Anche la nota pericolosità dei guidatori italiani concorre a rendere elevati questi dati.
Il rispetto della distanza di sicurezza tra gli autoveicoli, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, l'eccessiva velocità sono infatti abitudini tristemente note e assai diffuse delle quali più volte abbiamo parlato su PuntoSicuro.
La soluzione? Certamente la conoscenza delle tecniche di guida sicura e la relativa formazione su questo argomento ai dipendenti. Se l'infortunio «in itinere» è considerato come infortunio sul lavoro, i lavoratori debbono essere adeguatamente sensibilizzati e formati per evitarli dato che, purtroppo, la scuola guida e l'esame della patente sono per molti un lontano ricordo.
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