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Quanto costa il mobbing alle aziende?
20 miliardi di euro; è quanto costa ogni anno all'Europa il mobbing, un fenomeno che, secondo gli ultimi dati diffusi dell'Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, coinvolgerebbe circa 40 milioni di cittadini dell'UE.
I dati in questione sono stati illustrati da Pat Cox, Presidente del Parlamento europeo, che ha sottolineato il preoccupante aumento di casi di pressioni psicologiche e di soprusi sui luoghi di lavoro.
A livello italiano, l'Ispesl stima che siano un milione e mezzo i lavoratori che sono vittima di mobbing. Prendendo in considerazione anche le ripercussioni in ambito familiare delle vessazioni e delle pressioni psicologiche vissute sul luogo di lavoro, l'Istituto ritiene che quattro milioni di italiani subiscano, in maniera diretta o indiretta, le conseguenze del mobbing.
La categoria più colpita, secondo l'Ispesl, è quella degli impiegati della pubblica amministrazione.
L'Istituto calcola che il lavoratore ''mobbizzato'' ha un rendimento inferiore del 70% in termini di produttività. Questo si traduce in aumento del suo costo, per il datore di lavoro, pari al 180%.
I primi studi sul mobbing e sulle sue gravi conseguenze, che coinvolgono non solo il lavoratore, ma anche il suo ambito familiare, risalgono agli anni '80.
Del mobbing ad oggi non esiste neppure una definizione univoca, internazionalmente riconosciuta; dall'Agenzia europea viene definito come ''comportamento ripetuto, immotivato, rivolto contro un dipendente o un gruppo di dipendenti, tale da creare un rischio per la salute e la sicurezza''.
A livello legislativo, in Europa, Francia e Svezia sono gli unici Stati che hanno adottato leggi specifiche per tutelare i lavoratori da questo tipo di comportamenti; la Svezia è il primo paese ad aver adottato una legge che riconosce il mobbing come malattia professionale.
L'Agenzia europea, nell'ambito della settimana europea dedicata alla prevenzione dello stress sul luogo di lavoro, ha reso disponibile una scheda informativa relativa al mobbing (Si veda PuntoSicuro n.576.)
I dati in questione sono stati illustrati da Pat Cox, Presidente del Parlamento europeo, che ha sottolineato il preoccupante aumento di casi di pressioni psicologiche e di soprusi sui luoghi di lavoro.
A livello italiano, l'Ispesl stima che siano un milione e mezzo i lavoratori che sono vittima di mobbing. Prendendo in considerazione anche le ripercussioni in ambito familiare delle vessazioni e delle pressioni psicologiche vissute sul luogo di lavoro, l'Istituto ritiene che quattro milioni di italiani subiscano, in maniera diretta o indiretta, le conseguenze del mobbing.
La categoria più colpita, secondo l'Ispesl, è quella degli impiegati della pubblica amministrazione.
L'Istituto calcola che il lavoratore ''mobbizzato'' ha un rendimento inferiore del 70% in termini di produttività. Questo si traduce in aumento del suo costo, per il datore di lavoro, pari al 180%.
I primi studi sul mobbing e sulle sue gravi conseguenze, che coinvolgono non solo il lavoratore, ma anche il suo ambito familiare, risalgono agli anni '80.
Del mobbing ad oggi non esiste neppure una definizione univoca, internazionalmente riconosciuta; dall'Agenzia europea viene definito come ''comportamento ripetuto, immotivato, rivolto contro un dipendente o un gruppo di dipendenti, tale da creare un rischio per la salute e la sicurezza''.
A livello legislativo, in Europa, Francia e Svezia sono gli unici Stati che hanno adottato leggi specifiche per tutelare i lavoratori da questo tipo di comportamenti; la Svezia è il primo paese ad aver adottato una legge che riconosce il mobbing come malattia professionale.
L'Agenzia europea, nell'ambito della settimana europea dedicata alla prevenzione dello stress sul luogo di lavoro, ha reso disponibile una scheda informativa relativa al mobbing (Si veda PuntoSicuro n.576.)
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