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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Operatori sanitari: il burnout tra il personale volontario
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Se il termine inglese “stress” è ormai entrato di diritto nel nostro linguaggio comune, il termine “burnout” è, ai più, ancora sconosciuto.
Di “sindrome di burnout” si parla in realtà ormai da una ventina di anni per indicare una risposta ad uno stress emozionale con sintomi cha appartengono alla sfera emotiva, comportamentale, cognitiva e somatica. Sindrome che colpisce in prevalenza le persone che esercitano professioni d'aiuto: medici, infermieri, volontari, educatori, assistenti sociali, psicologi, poliziotti, vigili del fuoco… Professioni che sono in costante contatto con il disagio, con malattie gravi e incurabili, con l’angoscia e in alcuni casi con la morte.
La costante partecipazione emotiva e umana che è richiesta in queste attività può portare gli operatori, se non aiutati, a sviluppare un lento processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato.
Il tema del burnout è affrontato nel Giornale italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia con un articolo di P.Argentero, N.S.Bonfiglio e R. Pasero (Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia) intitolato “Il burnout negli operatori sanitari volontari”.
L’articolo mette in luce che esistono ancora troppo poche ricerche sul burnout nei soggetti che operano in ambito ospedaliero su base volontaria; soggetti che sempre più frequentemente affiancano il personale sanitario “dipendente”.
Lo scopo del lavoro, che presenta i risultati di una ricerca, è di verificare quanto la sindrome di burnout incida sullo stato psicofisico del personale ausiliario volontario e quali possano essere le condizioni organizzative che lo favoriscono.
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La ricerca ha preso in considerazione 80 operatori volontari del soccorso della Croce Rossa di Mortara (PV), suddivisi in due categorie. Coloro che compiono solo interventi di emergenza e pronto soccorso (malori, incidenti,…) e coloro che effettuano servizi più di routine (trasferimenti, dimissioni, dialisi, trasporto sangue,…).
Per la valutazione dell’incidenza della sindrome di burnout, è stata utilizzata una versione italiana della scala del Maslach Burnout Inventory: 22 domande atte a stabilire se nell'individuo sono attive dinamiche psicofisiche che rientrano nel burnout. A questa metodologia ne è stata affiancata un’altra, di tipo qualitativo, con colloqui effettuati direttamente con i singoli volontari.
La ricerca ha evidenziato come i valori più alti di depersonalizzazione (atteggiamento improntato al distacco e al cinismo) e realizzazione si riscontrino presso la squadra delle urgenze. I soggetti con minore anzianità sono risultati quelli meno soddisfatti e realizzati. I valori di esaurimento emotivo più alto sono stati raggiunti dalla categoria dei capisquadra nel gruppo delle emergenze.
I dati raccolti indicano, tuttavia, che questi operatori soffrono in misura minima di problemi legati al burnout. Le maggiori difficoltà emerse sono di tipo relazionale e organizzativo col personale medico: difficoltà che sono all’origine di un certo grado di insoddisfazione professionale.
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