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Le cause comuni dello stress da lavoro

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio psicosociale e stress

14/05/2013

Un nuovo sondaggio dell’EU-Osha rivela che la precarietà dell'impiego o la riorganizzazione del lavoro sono considerate le cause più comuni dello stress legato all'attività lavorativa.

- La metà dei lavoratori europei ritiene che lo stress legato al lavoro sia un fenomeno comune, mentre quattro su dieci ritengono che non sia gestito adeguatamente nel proprio luogo di lavoro.
- In Europa la precarietà dell'impiego o la riorganizzazione del lavoro sono considerate le cause più comuni di stress legato al lavoro.
- I lavoratori sono poco informati sui programmi o le politiche che agevolano il proseguimento dell'attività lavorativa fino all'età pensionabile od oltre, sebbene la maggior parte degli intervistati dichiari di essere favorevole alla loro introduzione.
 
Sono questi i principali risultati della terza edizione del sondaggio d'opinione paneuropeo condotto dalla Ipsos MORI per conto dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA).

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Stress legato all'attività lavorativa
Circa la metà dei lavoratori in Europa (51%) ritiene che lo stress da attività lavorativa sia comune nel proprio luogo di lavoro, mentre il 16% degli intervistati lo ritiene "molto comune". Rispetto ai lavoratori di sesso maschile, le lavoratrici sono più propense a considerarlo un fenomeno comune (54% contro il 49%). Lo stesso accade per i lavoratori di età compresa tra 18 e 54 anni (53%) rispetto ai lavoratori di oltre 55 anni (44%). La percezione dello stress da lavoro varia anche a seconda del settore: il primo settore a indicare i casi di stress legato al lavoro come un fenomeno comune è quello sociosanitario (61%, compreso il 21% che ritiene che tali casi siano "molto comuni").
 
Il direttore dell'EU-OSHA, Christa Sedlatschek, sottolinea che "il 41% dei lavoratori in Europa dichiara che lo stress legato al lavoro non viene gestito adeguatamente sul luogo di lavoro e, fra questi, il 15% ritiene che sia gestito in modo "del tutto inadeguato". Siamo molto attenti a come affrontare i rischi psicosociali come lo stress sul luogo di lavoro. L'anno prossimo lanceremo la nostra campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri sul tema "La gestione dello stress". Il messaggio da trasmettere alle aziende europee di dimensioni e settori diversi è che i rischi psicosociali possono essere trattati in modo logico e sistematico, esattamente come altri problemi correlati alla salute e alla sicurezza.
Esiste un nesso tra la percentuale di lavoratori che considerano lo stress legato al lavoro un fenomeno comune nel proprio ambiente di lavoro e coloro che ritengono che lo stress da lavoro non sia controllato adeguatamente. Su dieci lavoratori in tutta Europa che dichiarano che lo stress legato al lavoro è raro nel proprio ambiente di lavoro, sette (72%) affermano anche che è controllato in modo adeguato; al contrario, su dieci lavoratori che sostengono che lo stress da attività lavorativa sia comune nel proprio ambiente di lavoro, sei (58%) ritengono anche che non sia controllato adeguatamente. 
 
La causa più comune dello stress da lavoro in Europa è individuata nella precarietà dell'impiego o nella riorganizzazione del posto di lavoro (72%), seguite dalle ore e dal carico di lavoro (66%). Tuttavia, fra i lavoratori più giovani di età compresa tra 18 e 34 anni, queste due cause costituiscono la percentuale più elevata (entrambe al 69%). Inoltre, gli operatori sociosanitari sono più propensi, rispetto alla media, a ricondurre lo stress alle ore e/o al carico di lavoro (77%).
 
Nei paesi con un debito pubblico più elevato, i lavoratori tendono maggiormente a citare la precarietà dell'impiego o la riorganizzazione del posto di lavoro come causa percepita dello stress legato al lavoro: nei paesi con un debito pubblico superiore al 90% del PIL, il 73% dei lavoratori indica la precarietà dell'impiego o la riorganizzazione in tale ambito come una causa comune dello stress da lavoro, mentre nei paesi con un debito pubblico pari o inferiore al 60% del PIL la percentuale è pari al 66% [1].
Comportamenti inaccettabili come il bullismo o le molestie sono percepiti come una causa frequente di stress da lavoro da sei lavoratori su dieci (59%). Un minor numero di lavoratori cita come cause comuni di stress il mancato sostegno da parte di colleghi o superiori (57%), la mancanza di chiarezza sui ruoli e le responsabilità (52%) o le scarse opportunità di gestire i modelli di lavoro (46%).
 
Invecchiamento attivo
In tutta Europa, la metà degli intervistati (52%) prevede un aumento della percentuale di lavoratori di età superiore ai 60 anni nel proprio luogo di lavoro entro il 2020, mentre il 43% lo ritiene improbabile. Rispetto ai lavoratori appartenenti alla fascia di età compresa tra 35 e 54 anni (54%) e ai lavoratori più giovani, tra i 18 e i 34 anni (45%), i lavoratori di età superiore ai 55 anni sono più propensi a ritenere che nel 2020 il numero di persone di età superiore a 60 anni nel loro luogo di lavoro sarà aumentato (59%).
 
Un lavoratore su otto (12%) è a conoscenza delle politiche e dei programmi che agevolano per i lavoratori più anziani il proseguimento dell'attività lavorativa fino all'età pensionabile od oltre. La conoscenza delle politiche aumenta con l'aumentare della dimensione del luogo di lavoro, ossia si va dal 7% nei luoghi di lavoro più piccoli (1-10 lavoratori) fino al 19% nei luoghi di lavoro di dimensioni maggiori (oltre 250 lavoratori). Fra coloro che non sono informati su tali programmi e politiche, il 61% è favorevole alla loro introduzione. I gruppi più propensi a sostenere queste politiche sono le donne, i lavoratori a tempo parziale, gli operatori sanitari e i lavoratori nei luoghi di lavoro di maggiori dimensioni. I lavoratori di età superiore ai 55 anni sostengono tali politiche in misura solo leggermente maggiore rispetto ai lavoratori più giovani (il 64% rispetto al 61% dei lavoratori di età compresa tra 35 e 54 anni e al 60% dei lavoratori appartenenti alla fascia d'età 18-34 anni).
 
Alla domanda se ritengono che i lavoratori di età superiore ai 60 anni siano più inclini a determinati comportamenti rispetto agli altri lavoratori sono state date le seguenti risposte:
- solo due lavoratori su dieci (22%) ritengono che i lavoratori più anziani subiscano più incidenti sul lavoro rispetto agli altri lavoratori (questo rapporto è omogeneo fra la maggior parte dei gruppi, con una percentuale leggermente maggiore tra gli operai);
- circa tre su dieci (28%) pensano che i lavoratori di età superiore a 60 anni siano meno produttivi di altri lavoratori;
- quattro su dieci (42%) pensano che i lavoratori più anziani tendano a soffrire maggiormente lo stress legato al lavoro rispetto agli altri lavoratori, mentre una percentuale leggermente superiore di lavoratori è di opinione contraria (48%); 
- sei lavoratori su dieci (60%) ritengono che i lavoratori oltre i 60 anni di età abbiano meno probabilità di potersi adattare ai cambiamenti sul lavoro rispetto agli altri lavoratori, percezione avvertita dalla metà (49%) dei lavoratori di età superiore ai 55 anni, sebbene sia opportuno sottolineare che uno su tre lavoratori (33%) ritiene che siano altri lavoratori ad avere una minore capacità di adattamento ai cambiamenti sul lavoro.
 
Panoramica sul questionario
 
  1. Secondo lei, quanto è probabile che nel 2020 vi sia una maggiore percentuale di persone oltre i 60 anni che lavoreranno nel suo posto di lavoro?
  2. A conti fatti, pensa che i lavoratori più anziani tendano, più degli altri lavoratori, a …?
    1. Assentarsi più spesso dal lavoro per malattia
    2. Avere più infortuni sul lavoro
    3. Essere meno produttivi sul lavoro
    4. Essere meno capaci di adattarsi ai cambiamenti sul lavoro
    5. Soffrire maggiormente di stress lavoro correlato
  3. Pensa che sul suo posto di lavoro dovrebbero essere introdotti  programmi e politiche volte ad agevolare quei lavoratori che desiderino lavorare fino all'età della pensione o oltre? Nel caso in cui sul suo posto di lavoro esistano già programmi e politiche simili, la prego di informarmi. 
  4. Quali tra le seguenti pensa che siano le cause più comuni di stress lavoro correlato oggigiorno?
    1. Ore lavorate o carico di lavoro
    2. Opportunità limitate di gestire l'organizzazione del proprio lavoro
    3. Mancanza di chiarezza nei ruoli e nelle responsabilità
    4. Dover subire comportamenti inaccettabili, come bullismo o molestie
    5. Riorganizzazione del lavoro o insicurezza del lavoro
    6. Mancanza di supporto  da parte dei colleghi o dei superiori nello svolgimento del proprio lavoro
  5. Quanto sono comuni i casi di stress lavoro correlato nel suo posto di lavoro?
  6. Come pensa che sia  gestito lo stress lavorativo sul suo posto di lavoro?
 
 
  I risultati (formato ppt, 1.9 MB)
 
 
 
 
 [1] Debito pubblico in % del PIL; dati tratti da Eurostat, secondo trimestre 2012. I paesi con un debito pubblico oltre il 90% del PIL sono Grecia, Italia, Belgio, Irlanda, Portogallo, Francia e Islanda. I paesi con un debito pubblico pari o inferiore al 60% del PIL sono Polonia, Finlandia, Lettonia, Danimarca, Slovacchia, Svezia, Repubblica ceca, Lituania, Slovenia, Romania, Lussemburgo, Bulgaria, Estonia, Svizzera, Liechtenstein e Norvegia.
 
 
Fonte: Eu-Osha.
 


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