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Impegni per risolvere i problemi legati allo stress sul lavoro
Il 25 novembre a Bilbao, in Spagna, si è svolta la conferenza europea '' La prevenzione dei rischi psicosociali sul lavoro: prospettive europee'', appuntamento conclusivo della settimana europea della salute e sicurezza sul lavoro dedicata a questi temi.
La conferenza ha avuto 300 partecipanti, fra cui esperti di salute e sicurezza, esponenti del mondo accademico, politici, rappresentanti del mondo del commercio e sindacalisti.
I massimi esperti in materia hanno presentato un quadro aggiornato delle caratteristiche psicosociali del lavoro in Europa, mettendo in rilievo alcuni particolari fattori di rischio, come la violenza e l'intimidazione (mobbing), e fornendo soluzioni.
Rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo, della Presidenza danese, delle confederazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali hanno preso parte ad un dibattito aperto sulle future politiche in materia.
Dalla conferenza è emerso con chiarezza che in Europa il costo umano ed economico dello stress e degli altri rischi psicosociali sui luoghi di lavoro, già molto alto, è in aumento. Le conclusioni sottolineano però che è tuttora possibile arrestare ed invertire questa linea di tendenza.
Dal dibattito della conferenza è emerso che la chiave del successo risiede nel dialogo sociale.
I delegati alla conferenza hanno accolto con piacere l'annuncio che le parti sociali europee (UNICE e CES, vale a dire l'Unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro e la Confederazione europea dei sindacati) organizzeranno l'anno prossimo un seminario dedicato allo stress per discutere iniziative comuni.
La Commissione europea ha sostenuto questo approccio, che è in linea con l'intenzione della Commissione stessa di aprire consultazioni con le parti sociali nel corso del 2003.
La conferenza ha delineato inoltre una mappa per affrontare lo stress nell'Unione europea.
Tra le raccomandazioni proposte figura lo sviluppo di nuovi strumenti e prassi per aiutare le organizzazioni, in particolare le piccole e medie imprese, a rispettare gli obblighi in materia di valutazione dei rischi previsti dalla direttiva quadro sulla salute e la sicurezza.
L'elaborazione politica deve basarsi su un efficace sistema di monitoraggio della sicurezza e della salute sul lavoro, fondato sulle esperienze nazionali e corroborato da dati quantitativi e qualitativi.
Gli esempi esistenti di buona prassi devono essere valutati sistematicamente, per identificare i fattori di successo e favorirne la trasposizione ad altri luoghi di lavoro e ad altri settori.
Per condividere le informazioni e sviluppare strategie efficaci di lotta allo stress, dalla Conferenza emerge chiara la necessità di costituire una rete attiva di ricercatori, legislatori, parti sociali e professionisti nel campo dell'ambiente di lavoro.
Per prevenire i rischi psicosociali bisogna innanzitutto conoscerli; nel corso della conferenza è stato sottolineato che la conoscenza dei rischi psicosociali dovrebbe far parte integrante della formazione dei dirigenti e di chi si occupa professionalmente della salute e della sicurezza sul posto di lavoro.
La Settimana europea è riuscita a far crescere la consapevolezza del benessere sul lavoro e dei rischi psicosociali, ma si auspica che questo slancio continui e si traduca in azioni concrete.
La conferenza ha avuto 300 partecipanti, fra cui esperti di salute e sicurezza, esponenti del mondo accademico, politici, rappresentanti del mondo del commercio e sindacalisti.
I massimi esperti in materia hanno presentato un quadro aggiornato delle caratteristiche psicosociali del lavoro in Europa, mettendo in rilievo alcuni particolari fattori di rischio, come la violenza e l'intimidazione (mobbing), e fornendo soluzioni.
Rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo, della Presidenza danese, delle confederazioni dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali hanno preso parte ad un dibattito aperto sulle future politiche in materia.
Dalla conferenza è emerso con chiarezza che in Europa il costo umano ed economico dello stress e degli altri rischi psicosociali sui luoghi di lavoro, già molto alto, è in aumento. Le conclusioni sottolineano però che è tuttora possibile arrestare ed invertire questa linea di tendenza.
Dal dibattito della conferenza è emerso che la chiave del successo risiede nel dialogo sociale.
I delegati alla conferenza hanno accolto con piacere l'annuncio che le parti sociali europee (UNICE e CES, vale a dire l'Unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro e la Confederazione europea dei sindacati) organizzeranno l'anno prossimo un seminario dedicato allo stress per discutere iniziative comuni.
La Commissione europea ha sostenuto questo approccio, che è in linea con l'intenzione della Commissione stessa di aprire consultazioni con le parti sociali nel corso del 2003.
La conferenza ha delineato inoltre una mappa per affrontare lo stress nell'Unione europea.
Tra le raccomandazioni proposte figura lo sviluppo di nuovi strumenti e prassi per aiutare le organizzazioni, in particolare le piccole e medie imprese, a rispettare gli obblighi in materia di valutazione dei rischi previsti dalla direttiva quadro sulla salute e la sicurezza.
L'elaborazione politica deve basarsi su un efficace sistema di monitoraggio della sicurezza e della salute sul lavoro, fondato sulle esperienze nazionali e corroborato da dati quantitativi e qualitativi.
Gli esempi esistenti di buona prassi devono essere valutati sistematicamente, per identificare i fattori di successo e favorirne la trasposizione ad altri luoghi di lavoro e ad altri settori.
Per condividere le informazioni e sviluppare strategie efficaci di lotta allo stress, dalla Conferenza emerge chiara la necessità di costituire una rete attiva di ricercatori, legislatori, parti sociali e professionisti nel campo dell'ambiente di lavoro.
Per prevenire i rischi psicosociali bisogna innanzitutto conoscerli; nel corso della conferenza è stato sottolineato che la conoscenza dei rischi psicosociali dovrebbe far parte integrante della formazione dei dirigenti e di chi si occupa professionalmente della salute e della sicurezza sul posto di lavoro.
La Settimana europea è riuscita a far crescere la consapevolezza del benessere sul lavoro e dei rischi psicosociali, ma si auspica che questo slancio continui e si traduca in azioni concrete.
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