Una guida europea per prevenire e affrontare lo stress da calore
Bilbao, 21 Giu – In precedenti articoli abbiamo presentato il progetto WORKLIMATE che in Italia ha permesso di sviluppare un'attività di ricerca sull'effetto delle condizioni di stress termico ambientale, in particolare del caldo, sui lavoratori con riferimento anche ai cambiamenti climatici.
Tuttavia benché è normale che un paese come l’Italia sia in prima linea sui problemi connessi all’ aumento delle temperature, anche l’Unione europea ha prodotto in questi anni diversi materiali sul tema dello stress da calore per i lavoratori indoor e outdoor. E la gravità di questo stress dipende sì dal luogo di lavoro, ma anche dalle caratteristiche individuali del lavoratore come l'età, la salute, lo stato socioeconomico e persino il genere. Caratteristiche che devono essere prese in considerazione nelle misure scelte per mitigare i rischi lavorativi in condizioni di calore elevato.
A dirlo è una recente guida, in inglese, prodotta dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA).
In “Heat at work – guidance for workplaces” (Calore sul lavoro - Guida per i luoghi di lavoro) sono fornite indicazioni pratiche - organizzative e tecniche - per ridurre e gestire il rischio, anche dal punto di vista della formazione. Inoltre sono presenti anche informazioni sulle azioni da intraprendere se un lavoratore inizia a mostrare sintomi di patologie connesse allo stress da calore.
Nel presentare la guida ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
- La nuova guida europea, il caldo e i rischi per i lavoratori
- La nuova guida europea, i lavoratori outdoor e indoor
- L’indice del documento EU-OSHA
La nuova guida europea, il caldo e i rischi per i lavoratori
La guida ricorda che l'aumento della temperatura ambientale media previsto dai cambiamenti climatici può avere un impatto significativo sui luoghi di lavoro.
E gli eventi con temperature elevate possono causare problemi di salute significativi come l'esaurimento da calore, il colpo di calore e altre malattie legate allo stress da calore.
Inoltre le temperature elevate per periodi di tempo prolungati possono anche aumentare il rischio di infortuni dovuti alla stanchezza, alla mancanza di concentrazione e a vari altri fattori. In queste situazioni può anche verificarsi una riduzione della produttività.
L'aumento delle temperature può poi causare nei lavoratori un aumento dei livelli di stress, compresi i lavoratori coinvolti nei servizi di emergenza o quelli che lavorano all'aperto.
Anche diversi materiali e attrezzature possono risentire delle temperature più elevate e se si lavora in ambienti caldi ci può essere anche una maggiore esposizione alle sostanze chimiche.
Infine, le temperature più elevate possono aumentare i livelli di inquinamento atmosferico, le esposizioni nocive per i lavoratori e favorire l'accumulo di contaminanti atmosferici a causa del ristagno dell'aria.
In ogni caso - ricorda la guida europea - tutti i lavoratori hanno diritto ad un ambiente in cui i rischi per la loro salute e sicurezza siano adeguatamente controllati; e la temperatura sul posto di lavoro è uno dei rischi che i datori di lavoro devono valutare, sia che il lavoro venga svolto all'interno che all'esterno.
La guida, che fornisce indicazioni pratiche su come gestire i rischi associati allo stress da calore e informazioni su cosa fare se un lavoratore inizia a soffrire di una malattia legata al caldo, è stata redatta sulla base di linee guida dell'Istituto nazionale statunitense per la sicurezza e la salute sul lavoro (NIOSHA), dell'Health and Safety Executive (HSE) del Regno Unito, del Centro canadese per la sicurezza e la salute sul lavoro (CCOSH) e di Safe Work Australia.
Il documento ricorda poi che se quasi tutti i settori possono essere colpiti dall'aumento delle temperature ambientali, con conseguente stress da calore, i lavoratori che sono maggiormente al centro dell'attenzione sono i lavoratori all'aperto in agricoltura, silvicoltura ed edilizia, i primi soccorritori e gli operatori sanitari.
Chiaramente anche i lavoratori al chiuso possono essere a rischio, soprattutto se lavorano in industrie ad alta intensità di calore o svolgono lavori fisici.
La nuova guida europea, i lavoratori outdoor e indoor
Come visto sopra, per quanto riguarda i lavoratori outdoor, i settori in cui è probabile che i lavoratori svolgano un lavoro fisico intenso con esposizione diretta alla luce del sole e al calore sono, ad esempio, l'agricoltura, la silvicoltura, la manutenzione di spazi pubblici e strade, la pesca, l'edilizia, l'estrazione mineraria e le cave, i trasporti, i servizi postali, la raccolta dei rifiuti, la manutenzione e le forniture di servizi pubblici.
Anche i lavoratori dell'emergenza, come i vigili del fuoco, gli ufficiali di polizia e il personale militare, il personale medico di emergenza e i soccorritori, possono essere colpiti dai i problemi connessi allo stress da calore. Tra l’altro in caso di eventi meteorologici estremi, disastri naturali e incendi gli addetti alle emergenze devono spesso lavorare indossando indumenti o attrezzature di protezione personale, il che può causare un ulteriore stress mentale e fisico.
La guida si sofferma anche sui lavoratori in ambienti chiusi, i lavoratori indoor.
Si indica che anche questi lavoratori sono a rischio di stress da calore, che può aumentare durante le ondate di calore. Ad esempio coloro che lavorano in edifici scarsamente climatizzati, in macchinari azionati da cabine senza climatizzazione (ad esempio le gru) e in ambienti con un'elevata produzione di calore industriale. E questa cosa vale anche per coloro che svolgono lavori fisici pesanti o devono utilizzare dispositivi di protezione individuale (DPI) in situazioni con temperature elevate.
Esempi di occupazioni e settori a rischio sono i lavoratori del settore zootecnico e dell'orticoltura, le forniture di elettricità, gas e acqua e il settore manifatturiero, ad esempio fonderie e fusioni, acciaierie, impianti di produzione di vetro e gomma, gallerie ad aria compressa, centrali elettriche, impianti di cottura di mattoni e ceramiche, sale caldaie, fonderie e forni in cui il materiale estremamente caldo o fuso è la principale fonte di calore, ma anche molti servizi, come lavanderie, cucine di ristoranti, panetterie e conservifici, nonché addetti alle pulizie, addetti ai servizi alimentari e magazzinieri.
Si ricorda poi che gli operatori sanitari possono essere colpiti dalle ondate di calore.
Ad esempio l'uso di DPI in condizioni di caldo può contribuire involontariamente allo stress da calore. Gli operatori sanitari possono anche trovarsi ad affrontare un massiccio afflusso di pazienti durante le ondate di calore, con conseguente carico di lavoro elevato e condizioni di stress e fatica fisica.
L’indice del documento EU-OSHA
Riportiamo, in conclusione, l’indice del documento “Heat at work – guidance for workplaces”.
Background and scope of guidance
Who can be affected
Outdoor workers
Indoor workers
Heat stress – heat-related illness
Heat stroke
First aid for treating heat stroke
Heat exhaustion
First aid for treating heat exhaustion
Rhabdomyolysis
First aid for symptoms of rhabdomyolysis
Heat syncope
First aid for treating heat syncope
Heat cramps
First aid for treating heat cramps
Heat rash
First aid for treating heat rash
Heat oedema
First aid for treating heat oedema
Long-term effects of heat exposure
Accident risks
Is there a maximum temperature which workers can safely be exposed to at work?
Heat stress indices
Heat stress – measures and recommendations
Legislation
Workplace risk assessment
Control of heat stress
Technical measures
Organisational measures
Protective clothing and equipment
Personal protective equipment and heat
Hydration
Sports drinks
Rest breaks
Protecting vulnerable workers
Acclimatisation
Maintaining acclimatization
Recovery from heat outside working hours
Consultation of workers
Occupational health services – health surveillance
Worker information and training
Guidance and legislation
References
RTM
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