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Il piano del Ministero della Salute contro gli attacchi batteriologici

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio esplosione, Atex

10/03/2003

Il Ministro Sirchia risponde al Parlamento relativamente ai piani di difesa Italiani in caso di attacchi con il virus del vaiolo.

Il portavoce dell'ONU da Bagdad ha annunciato che l'Iraq consegnerà a breve un rapporto completo sulla presenza, nel Paese, di antrace e gas nervino, due delle sostanze più pericolose tra quelle utilizzabili in una "guerra chimica".
Notizia arrivata dopo l’altro annuncio, da parte questa volta delle autorità irachene: il ritrovamento di tracce di antrace e di gas nervino. Scoperte che, secondo Bagdad, dimostrerebbero l'avvenuta distruzione delle scorte di un milione e mezzo di tonnellate di queste sostanze.

La paura per una guerra batteriologica è quindi latente e sono oramai molti i cittadini che si domandano come difendersi. Anche alla luce di questo il Ministro per la salute è intervenuto al Parlamento parlando del vaiolo. Ecco il suo intervento.

"Il Ministero della salute, di concerto con la Protezione civile ed il Nucleo politico militare, ha sviluppato una serie di scenari possibili, per quanto improbabili, riguardanti un attacco terroristico con armi diffusibili come il virus del vaiolo. Questi scenari offrono alcune considerazioni".

"In primo luogo, vi è l'assenza attuale di conoscenza scientifica pubblica sull'esistenza di virus del vaiolo armabile, cioè tecnologicamente preparato in modo da poter essere diffuso con contagio efficace sulla popolazione suscettibile".

"In secondo luogo, la popolazione suscettibile in Italia è presumibilmente tutta quella di età inferiore ai trent'anni. Finora l'immunità conferita dalla vecchia vaccinazione è stata considerata e resta valida a vita".

"Ammettendo come vera la disponibilità di vaiolo armato, lo scenario di diffusione e contagio di una simile arma prevede la contaminazione di una limitata comunità - uno stadio, una scuola - da parte di individui suscettibili, i quali a distanza di tempo dopo l'incubazione di 10-14 giorni sviluppano il vaiolo. L'efficacia del contagio non supera negli studi finora pubblicati il 50% degli esposti. L'individuo che è efficacemente contagiato dal virus a sua volta non diventa infettante prima della comparsa delle tipiche lesioni cutanee. Quindi, il tempo di contagio secondario ad altri individui non esposti all'attacco primario prima che il contagiato si renda conto della malattia è molto breve".

"Gli scenari sopra descritti consentono quindi:
- in primo luogo, di prevedere che un attacco biologico sia idoneo a creare alcuni focolai di contagio e pochi casi secondari prima che si possa intervenire con tecniche di isolamento e vaccinazione di massa;
- in secondo luogo, di favorire l'indicazione di un'eventuale profilassi preventiva degli operatori sanitari suscettibili e attuare un'immediata azione di contenimento, di isolamento e di vaccinazione di massima intorno ai focolai possibili".

"Il Ministero della salute ha acquistato 5 milioni di dosi di vaccino tradizionale antivaiolo utilizzabili, con adeguata diluizione, in oltre dieci milioni di individui quali serbatoio più che sufficiente per le azioni di contenimento, evitando una vaccinazione preventiva di massa che, dati i noti frequenti e gravi effetti collaterali del vaccino, porterebbe più danni che vantaggi. Allo stesso tempo il Ministero della salute, di concerto con altri ministeri europei, si appresta ad acquisire ulteriori scorte del nuovo vaccino bioingegnerizzato antivaiolo in quanto privo degli effetti collaterali nocivi prima richiamati. Da ultimo, va considerato che la produzione industriale di vaccini di seconda generazione è tale da non richiedere, come nel passato, azione di accaparramento, in quanto la disponibilità sul mercato è assai più elevata".
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