Seveso III: valutazione e gestione del rischio
Tra l'11 ed il 13 settembre si è svolto presso l'Istituto Superiore Antincendi l'VIII edizione del Convegno VGR 2016, ricorrente e consolidato appuntamento di riferimento sia per gli analisti di rischio, il mondo accademico e gli Organi istituzionali, preposti alle varie attività di controllo per la tutela dell'ambiente e del territorio e per la sicurezza della popolazione, sia per l'estesa e diversificata realtà dei sistemi produttivi e dei servizi.
ARPAT ha contribuito al VGR 2016 con la redazione di 4 articoli scientifici inerenti la propria attività ed esperienza in materia di aziende a rischio di incidenti rilevanti.
Esplosivi e Seveso III - distanze di danno, modelli delle conseguenze e regolamento TULPS: l'esperienza toscana
Nell'articolo sono riportate le esperienze che ARPAT ha maturato sugli stabilimenti Seveso, in cui sono detenuti a vario titolo esplosivi. Sono stati forniti elementi descrittivi, costruttivi e normativi che costituiscono la base tecnica per una verifica in ambito Seveso di questo tipo di stabilimenti. Si sono forniti elementi che permettono la corretta classificazione di un esplosivo, secondo il regolamento CLP, e sono state confrontate le soglie di danno, in termini di livelli di sovrappressione, proposte dalle principali normative come quella francese e americana.
Il regolamento TULPS regola da circa 85 anni gli aspetti amministrativi, tecnici e di sicurezza dei depositi e della fabbricazione di esplosivi, ma talvolta le valutazioni delle conseguenze fornite dai gestori o ricalcolate dai verificatori con modelli fisico-matematici di varia complessità non collimano con le distanze di sicurezza dello stesso TULPS. Si sono proposte alcune riflessioni su come comportarsi in questi casi, al fine di fornire indicazioni pratiche utili per gli ispettori per:
- condurre al meglio una verifica del Sistema di gestione della sicurezza-Prevenzione incidenti rilevanti,
- calcolare e valutare le conseguenze incidentali,
- risolvere gli eventuali conflitti con il Regolamento TULPS,
- fornire indicazioni utili per la redazione dei Piani di emergenza esterna.
Eventi incidentali rilevanti in stabilimenti che effettuano il trattamento di rifiuti
Nell'articolo sono riportati esempi di eventi incidentali occorsi in alcuni impianti di trattamento di rifiuti, principalmente causati da carenze di carattere gestionale, che richiedono dettagliate analisi al riguardo e l'adozione di metodologie di prevenzione e stima degli eventi incidentali, già consolidate nella prevenzione di incidenti che possono accadere in stabilimenti a rischio incidente rilevante. Assume rilevanza centrale la questione di verificare l'assoggettabilità o meno di tali stabilimenti alla normativa Seveso.
Nel caso in cui tali verifiche conducano sempre all'esclusione degli impianti di trattamento rifiuti dall'applicazione della normativa Seveso, appare evidente la carenza di disposizioni specifiche per la prevenzione di incidenti con effetti gravi come quelli presi in esame, che hanno significativi elementi in comune con la definizione di incidente rilevante e probabilità di accadimento estremamente elevate (mediamente 10-1). Si segnala infine che presso gli impianti di trattamento rifiuti risultano presenti Sistemi di gestione ambientale, indicati come migliore tecnologia disponibile secondo la normativa IPPC e strutturalmente pressoché identici con i Sistemi di gestione della sicurezza.
Il rischio sismico negli stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti: le novità introdotte dalla Seveso III
È stato descritto come la recente introduzione della Seveso II” renda più esplicita la necessità, da parte dei gestori di stabilimenti a rischio incidente rilevante, di prendere in considerazione anche i rischi legati alla sismicità del sito, ove è dislocato il proprio stabilimento. In particolare alla Sezione G dell’Allegato 5 del DLgs 105/2015 ( Seveso III) è previsto che i gestori debbano indicare le informazioni relativamente alla classe sismica del Comune di ubicazione e dei parametri sismici di riferimento per i 4 stati limite.
In sintesi devono essere analizzati il comportamento dei serbatoi e delle tubazioni a sollecitazioni dinamiche di tipo sismico. L’assenza di stima delle conseguenze incidentali dovute al sisma deve essere supportata da una verifica sismica (statica e dinamica) sui componenti critici dell’impianto, compresi quelli che possono diventarlo a seguito di crollo (torri, camini, etc.). In caso contrario devono essere introdotti eventi incidentali conseguenti al sisma, con la stima anche delle relative frequenze.
Per gli stabilimenti a rischio incidente rilevante possono rendersi necessarie tecniche antisismiche, quali ad esempio l'isolamento sismico (adottato ad esempio in Abruzzo sulle nuove abitazioni realizzate dopo il terremoto del 2009), in grado di fornire una protezione completa, anche in caso di eventi estremi, superiori a quelli di progetto.
Con la Seveso III i vari funzionari incaricati delle verifiche ispettive presso gli stabilimenti possono chiedere informazioni in merito al fatto se il gestore abbia effettuato o meno uno studio volto ala verifica sismica degli impianti/strutture e se, in seguito a ciò, abbia implementato opere di adeguamento, valutandone l'efficacia.
Seveso III e sicurezza nei porti: ipotesi di lavoro per colmare una possibile vacatio legis
Sono stati illustrati i criteri adottati per le valutazioni effettuate dalle Autorità Competenti sui Rapporti integrati di sicurezza portuale e le esperienze maturate sui Piani di emergenza portuale dei porti della Toscana nel periodo 2001-2015.
Con l'abrogazione del Decreto Ministeriale 293 del 6 maggio 2001 è venuto meno l'obbligo di redazione del Rapporto integrato di sicurezza portuale, per cui si configura una possibile "vacatio legis" che potrebbe portare ad una gestione non ottima di un'eventuale emergenza portuale, soprattutto in caso di incidente rilevante proveniente da uno stabilimento Seveso o dalle sostanze pericolose presenti a qualsiasi titolo in ambito portuale, tra cui si ricordano anche le condotte attualmente escluse dall’ambito di applicazione della Seveso III.
Nell'articolo viene proposto uno schema per la formulazione di un Piano di emergenza portuale valido nel caso o meno di presenza di aziende Seveso e dovrà comprendere gli aspetti derivanti dallo stoccaggio, anche temporaneo, ed il trasporto di merci pericolose in ambito portuale.
Francesca Andreis, Diletta Mogorovich, Stefano Baldacci e Andrea Villani
Fonte: ARPAT
Esplosivi e Seveso III - distanze di danno, modelli delle conseguenze e regolamento TULPS: l'esperienza toscana (formato pdf, 0.4 MB)
Eventi incidentali rilevanti in stabilimenti che effettuano il trattamento di rifiuti (formato pdf, 0.6 MB)
Il rischio sismico negli stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti: le novità introdotte dalla Seveso III(formato pdf, 1.6 MB)
Seveso III e sicurezza nei porti: ipotesi di lavoro per colmare una possibile vacatio legis (formato pdf, 5.8 MB)
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