Inail: i nuovi quaderni tecnici per i cantieri temporanei o mobili
Roma, 3 Ott – Un aspetto rilevante di cui tener conto nella tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (SSL) è la necessità - per le aziende, i lavoratori e i vari operatori in materia di SSL - di essere costantemente aggiornati sia sulla normativa che sull’evoluzione tecnica dei dispositivi di sicurezza, delle buone prassi o delle possibili strategie di prevenzione.
Probabilmente è proprio partendo da questa constatazione che sono stati stato recentemente pubblicati dall’Inail gli aggiornamenti dei “ Quaderni Tecnici per i cantieri temporanei o mobili” elaborati dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT), proposti nel 2014, con una versione successiva per immagini pubblicata invece nel 2016.
Una serie Quaderni Tecnici che ha l’obiettivo di “accrescere il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili” e di fornire informative “basate su leggi, circolari, norme tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e perfezionare metodologie operative per il miglioramento delle misure di prevenzione contro i rischi professionali”. Quaderni che sono rivolti a coloro “che operano nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili rappresentando un agile strumento sia per l’informazione e la formazione dei lavoratori sia per il miglioramento dell’organizzazione delle piccole e medie imprese”.
Le pubblicazioni affrontano sette diversi temi:
- Ancoraggi
- Parapetti provvisori
- Ponteggi fissi
- Reti di sicurezza
- Scale portatili
- Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto
- Sistemi di protezione individuale dalle cadute
- Trabattelli
Ci soffermiamo brevemente oggi sul Quaderno dedicato agli ancoraggi, un tema che il nostro giornale ha affrontato più volte anche con specifiche interviste.
Gli ancoraggi e i documenti di riferimento normativo
Il Quaderno Tecnico “Ancoraggi” - a cura di Luca Rossi, Francesca Maria Fabiani e Davide Geoffrey Svampa – indica che gli ancoraggi “vengono utilizzati nei cantieri temporanei o mobili per poter collegare i dispositivi di protezione - sia individuali che collettivi - e le attrezzature di lavoro di cui si vuole garantire la stabilità e il vincolo alla struttura di supporto”. Vengono impiegati “anche nei sistemi di accesso alle coperture e possono essere di tipo non permanente o permanente”. E si ricorda che la definizione di ancoraggio è molto importante per poter effettuare una corretta valutazione dei rischi “in quanto non ne esiste una condivisa sia a livello legislativo che normativo”. In particolare per ancoraggio “si intende l’insieme di tre elementi: la struttura di supporto (materiale base), l’ancorante e l’elemento da fissare”.
Chiaramente una delle parti aggiornate nella versione del 2108 è quella relativa ai documenti di riferimento indicati:
- “ Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/CEE del Consiglio.
- Regolamento (UE) 305/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio.
- D.lgs. 81/08 e smi - Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
- Circolare n. 3 del 13 febbraio 2015 - Dispositivi di ancoraggio.
- Circolare Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 132/91 - Istruzioni per la compilazione delle relazioni tecniche per ponteggi metallici fissi a montanti e traversi prefabbricati. Istruzioni di calcolo per ponteggi metallici ad elementi prefabbricati ed altre opere provvisionali.
- Circolare Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 44/90 - Istruzioni per la compilazione delle relazioni tecniche per ponteggi metallici fissi a telai prefabbricati.
- Circolare Ministero del Lavoro 85/78 - Autorizzazione alla costruzione e all’impiego di dei ponteggi. Art. 30 e seguenti del DPR 164/56.
- UNI 11560: 2014 - Sistemi di ancoraggio permanenti in copertura - Guida per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso e la manutenzione.
- UNI 11578:2015 - Dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione permanente - Requisiti e metodi di prova.
- UNI EN 795: 2012 - Protezione contro le cadute dall’alto - Dispositivi di ancoraggio. Requisiti e prove.
- ETAG 001: 2010 - Linea guida per il rilascio del benestare tecnico europeo di ancoranti metallici da utilizzare nel calcestruzzo.
- UNI EN 516: 2006 - Accessori prefabbricati per coperture - Installazioni per l’accesso al tetto. Passerelle, piani di camminamento e scalini posapiede.
- UNI EN 517: 2006 - Accessori prefabbricati per coperture - Ganci di sicurezza da tetto”.
Le tipologie di ancoraggi secondo la UNI 11578 o la UNI EN 795
Il documento indica che se la legislazione e le norme tecniche “non prevedono una classificazione degli ancoraggi in base ai requisiti degli stessi”, essi vengono individuati/differenziati “per tipologia”, in base alla destinazione d’uso, “nella maniera che segue:
- “Dispositivi di ancoraggio secondo la UNI 11578 o la UNI EN 795
- Punti di ancoraggio secondo le UNI EN 516 o UNI EN 517
- Ancoraggi per ponteggi secondo le Circolari del Ministero del Lavoro e della Previdenza
Sociale 85/78, 44/90,132/91
- Ancoranti metallici/chimici per utilizzo su calcestruzzo secondo le ETAG 001
- Ancoraggi non rientranti nei precedenti”.
Ci soffermiamo in particolare sulla tipologia dei dispositivi di ancoraggio secondo la UNI 11578 o la UNI EN 795.
Si segnala che i dispositivi di ancoraggio, almeno come intesi nella UNI 11578 o nella UNI EN 795, equivalgono agli “elementi da fissare” e “sono progettati esclusivamente per l’uso con i DPI contro le cadute dall’alto”.
La UNI 11578 “riguarda i dispositivi di ancoraggio ‘permanenti’ mentre la UNI EN 795, relativamente al contesto del presente quaderno, quelli ‘non permanenti’. I primi sono prodotti da costruzione i secondi DPI”.
Più nel dettaglio la norma UNI 11578 “descrive tre tipologie di dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione permanente:
- tipo A – dispositivo di ancoraggio in un ancoraggio puntuale con uno o più punti di ancoraggio non scorrevoli (i punti di ancoraggio possono ruotare o essere snodati, o essere incorporati a scomparsa nella struttura ed essere estratti all’occorrenza, laddove il progetto lo preveda);
- tipo C - dispositivo di ancoraggio in un ancoraggio lineare che utilizza una linea di ancoraggio flessibile che devia dall’orizzontale di non più di 15° (quando misurata tra l’estremità e gli ancoraggi intermedi a qualsiasi punto lungo la sua lunghezza);
- tipo D - dispositivo di ancoraggio in un ancoraggio lineare che utilizza una linea di ancoraggio rigida che devia dall’orizzontale di non più di 15° (quando misurata tra l’estremità e gli ancoraggi intermedi a qualsiasi punto lungo la sua lunghezza)”.
Invece la norma UNI EN 795 “descrive cinque tipologie di dispositivi di ancoraggio” ma per lo scopo del Quaderno Tecnico ne sono riportati solo due “destinati all’installazione non permanente:
- tipo B - dispositivo di ancoraggio con uno o più punti stazionari di ancoraggio e senza la necessità di disporre di un ancoraggio(i) strutturale(i) o di elemento(i) di fissaggio(i) per essere fissati alla struttura;
- tipo E - dispositivo di ancoraggio per un uso su di una superficie inclinata fino a 5° dall’orizzontale dove la prestazione si realizza solo mediante una massa e l’attrito tra questa e la superficie stessa”.
Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del documento che riporta ulteriori indicazioni sulle altre tipologie:
- tipologia dei punti di ancoraggio secondo le UNI EN 516 o UNI EN 517;
- tipologia degli ancoraggi per ponteggi e circolari ministeriali 85/78, 44/90,132/91;
- tipologia degli ancoranti metallici/chimici per utilizzo su calcestruzzo secondo le ETAG 001;
- ancoraggi non rientranti nelle precedenti tipologie.
L’indice del documento:
1. Denominazione
2. Documenti di riferimento
3. Cosa sono
4. Destinazione d’uso
5. Tipologia
5.1 Tipologia dei dispositivi di ancoraggio secondo la UNI 11578 o la UNI EN 795
5.2 Tipologia dei punti di ancoraggio secondo le UNI EN 516 o UNI EN 517
5.3 Tipologia degli ancoraggi per ponteggi e circolari ministeriali 85/78, 44/90,132/91
5.4 Tipologia degli ancoranti metallici/chimici per utilizzo su calcestruzzo secondo le ETAG 001
5.5 Ancoraggi non rientranti nelle precedenti tipologie
6. Marcatura
6.1 Marcatura dei dispositivi di ancoraggio secondo la UNI 11578 o UNI EN 795
6.2 Marcatura dei punti di ancoraggio secondo le UNI EN 516 o UNI EN 517
6.3 Marcatura degli ancoraggi per ponteggi
6.4 Marcatura degli ancoranti metallici/chimici per utilizzo su calcestruzzo secondo le ETAG 001
7. Indicazioni essenziali per la scelta, il montaggio, l’uso e lo smontaggio
7.1 Scelta
7.2 Montaggio
7.3 Uso
7.4 Smontaggio
8. Indicazioni essenziali di manutenzione
9. FAQ (Frequently asked questions)
Riferimenti nel D.Lgs 81/08
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Ancoraggi”, Quaderno Tecnico per i cantieri temporanei o mobili a cura di Luca Rossi, Francesca Maria Fabiani e Davide Geoffrey Svampa con la collaborazione di Calogero Vitale, edizione 2018 (formato PDF, 4.14 MB).
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