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Elettrosmog e salute

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischi fisici

14/02/2003

Dall’Inail alcune considerazioni sulla valutazione dei possibili rischi carcinogenetici per l’uomo dei campi elettromagnetici.

Ad oggi l’Inail ha valutato un numero esiguo di istanze relative a patologie che il lavoratore attribuiva all’esposizione a campi elettromagnetici. Nessuna di queste istanze ha avuto conclusione positiva. Nella valutazione l’Istituto si è basato sulle indicazioni scientifiche dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’ IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), che nel 2002 ha pubblicato la monografia 80, sulla valutazione dello stato dell’arte sui rischi carcinogenetici per l’uomo dei campi elettromagnetici.

Secondo quanto riportato dall’Inail, il gruppo di lavoro dell’IARC “ha valutato i campi magnetici ELF (frequenze tra comprese tra 30 Hz e 300 Hz) come possibili cancerogeni per l’uomo” dunque nel Gruppo 2B, basandosi sulla associazione statistica di alti livelli di esposizione residenziale e incremento di rischio di forme leucemiche nell’infanzia, mentre sono state ritenute inadeguate le evidenze raccolte in relazione ai rischi occupazionali e per altri tipi di cancro”.

I campi elettromagnetici si classificano in tre grandi categorie in base alla loro frequenza.
Vi sono i campi “ELF”, terminologia anglosassone per definire i campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse, comprese tra 30 Hz e 300 Hz.
Le principali sorgenti artificiali di campi ELF sono gli elettrodotti a bassa, media ed alta tensione, le linee elettriche di distribuzione e tutti i dispositivi alimentati a corrente elettrica alla frequenza di 50 Hz, quali elettrodomestici, videoterminali, ecc.

Vi sono poi i campi elettromagnetici con frequenze comprese tra 100KHz e 300GHz, che possono essere ulteriormente suddivisi in campi a RADIOFREQUENZE (RF) e campi a MICROONDE (MO): i primi (es. emissioni radio e TV) aventi frequenze fino a 300 MHz, i secondi (es. emissioni di impianti radar, forni a microonde, telefonia cellulare) con frequenze da 300MHz a 300GHz.

L’Agenzia pubblicherà entro il 2005 la seconda parte del lavoro con le ulteriori risultanze degli studi in corso.

Anche l’OMS ha nel contempo promosso un progetto per continuare il monitoraggio scientifico-epidemiologico in questo campo di ricerca (si veda International EMF Project).”

L’INAIL, da parte sua, continua il monitoraggio delle patologie, per segnalare eventuali casi pervenuti al suddetto progetto.

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