Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Le morti da amianto in Italia crescono del 16% ogni 5 anni.
L'amianto continua a mietere vittime in Italia.
Secondo l'Istituto superiore di Sanità e l'Enea, negli ultimi 20 anni il numero dei soggetti colpiti da malattie associate all'esposizione all'amianto e' cresciuto del 16% ogni 5 anni.
In particolare, tra il 1998 e il 1984 i decessi per mesotelioma pleurico sono stati oltre 6000 con un abbassamento a circa 40 anni dell'età media in cui il tumore colpisce, sia per le donne sia per gli uomini.
Nonostante molte attività a rischio siano già note e siano già state sottoposte a vincoli precisi sull'esposizione dei lavoratori, rimangono molte situazioni pericolose, sia in ambito lavorativo sia in quello ambientale.
Infatti in alcune attività apparentemente innocue, o trascurate perchè disperse sul territorio, l'amianto è ancora utilizzato, ad esempio nei laboratori orafi durante le procedure di fusione dei metalli.
Inoltre l'amianto è ancora presente in molte pavimentazioni urbane e sportive e nei controsoffitti di molti edifici.
Esistono infine anche delle fonti naturali di contaminazione insospettate.
Ad esempio, a Biancavilla, alle pendici dell'Etna, la roccia lavica locale contenente fibre di amianto, è stata utilizzata come materiale edile in molte case del paese.
Tutto questo avviene nonostante le frequenti campagne di sensibilizzazione al problema.
Secondo l'Istituto superiore di Sanità e l'Enea, negli ultimi 20 anni il numero dei soggetti colpiti da malattie associate all'esposizione all'amianto e' cresciuto del 16% ogni 5 anni.
In particolare, tra il 1998 e il 1984 i decessi per mesotelioma pleurico sono stati oltre 6000 con un abbassamento a circa 40 anni dell'età media in cui il tumore colpisce, sia per le donne sia per gli uomini.
Nonostante molte attività a rischio siano già note e siano già state sottoposte a vincoli precisi sull'esposizione dei lavoratori, rimangono molte situazioni pericolose, sia in ambito lavorativo sia in quello ambientale.
Infatti in alcune attività apparentemente innocue, o trascurate perchè disperse sul territorio, l'amianto è ancora utilizzato, ad esempio nei laboratori orafi durante le procedure di fusione dei metalli.
Inoltre l'amianto è ancora presente in molte pavimentazioni urbane e sportive e nei controsoffitti di molti edifici.
Esistono infine anche delle fonti naturali di contaminazione insospettate.
Ad esempio, a Biancavilla, alle pendici dell'Etna, la roccia lavica locale contenente fibre di amianto, è stata utilizzata come materiale edile in molte case del paese.
Tutto questo avviene nonostante le frequenti campagne di sensibilizzazione al problema.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.